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Alla fine andai in cella data la poca voglia di giocare a pallavolo, e fortunatamente Liz me lo concesse tranquillamente.
Mi sto beando dell'odore del mare fin quando«Principè»sentii un soprannome familiare che mi fece immediatamente girare verso le sbarre, ormai aperte.
«Che vuoi Edoardo?»dissi girandomi.
«Statt calm»disse indietreggiando.
«Puoi entrare, non mangio mica»risposi, lui titubante entrò.
«Allora, che vuoi?»gli domandai per la seconda volta.
«Non parliamo da assai»disse, ed era vero, ma lui tanto aveva una fidanzata, quindi non gliene doveva fregare più di tanto.
«Ma che te ne frega tanto hai una fidanzata»risposi senza volerlo.
Avevo elaborato i miei pensieri ad alta voce...
«Ho pure la stalker mo?»chiese ridendo.
«Ridi ancora e quella bocca te la stacco»dissi minacciosa, ma più che minacciosa sembravo stupida.
«Va bene principè, scusa.
Come fai a sapere che sono fidanzato?»chiese.
«Ti ho visto ai colloqui»risposi semplicemente, prima di rigirarmi verso il mare così lontano da me.
«Principè chella uaglion nun m'nteress, ij vogl sul a te»confessò.
Stava scherzando, giusto?
«Non mi prendere per il culo»risposi con una risata nervosa.
«Chella uaglion port in gremb o figl mij, p chest c sto, ma nun m'nteress»
Stava per diventare padre.
Indietreggiai scontrandomi con la scrivania, Edoardo mi prese per mano.
«Ij vogl sul a te Ginè, to giur»confessò.
«Come fai a volermi se non conosci niente di me?»chiesi, e non avevo mica tutti i torti.
Lui non rispose bensì si limitò a lasciarmi un bacio in guancia prima di andarsene.
Bah, chi lo capiva quel ragazzo.

Eravamo tutti quanti in sala ricreativa, sia ragazzi che ragazze, per cominciare la prima lezione di pianoforte, indetta da Naditza e Filippo;tutti vedevamo l'intesa tra loro due...
«Ragazzi»ci chiamò la direttrice facendoci girare, fino a quando non venne al centro della sala.
«Abbiamo pensato di farvi fare una gita in barca con Beppe, tra trenta minuti fatevi trovare pronti giu»tutti annuimmo euforici«Non combinate guai eh!»disse, dopodichè ci salutò.
Graziati dai comandanti andammo a cambiarci.
Io indossai un costume leopardato con sopra un pantaloncino nero e una maglietta bianca.
«Ragazze siamo pronte?»urlò Naditza a me, Silvia e Gemma, ormai avevamo formato un bel
quartetto.
Tutte noi annuimmo così andammo giù dove c'era qualche ragazzo, ma la mia attenzione cadde, ovviamente, su Edoardo; Aveva un costume nero, tempestato ovviamente da tigri, sopra invece una maglietta nera.

Arrivati in barca ci spogliammo, o almeno chi voleva.
Posai i miei indumenti nel borsone e appena mi alzai, sentii uno sguardo addosso a me.
«Uanm, ti immaginavo tosta ma non così tanto»non lo disse Edoardo, bensì Pino, un ragazzo anche lui dell'ipm.
«Grazie»risposi semplicemente prima di spostarmi lontano da lui, sembrava un ragazzo buono ma qualcosa non mi tornava.
Ci buttammo tutti in mare sotto le grida di Lino che ci pregava di non buttarci, ma ormai era troppo tardi.
Mi ritrovai poco distante dalla barca insieme, dopo tanto, a Edoardo.
«Struccata si ancor chiu blell»disse, dato che solitamente indossavo il mascara, poi mi avvicinò a lui mettendomi le mani sul culo.
«Edo che fai»gli chiesi riferendosi a dove aveva posizionato le mani, lui subito le tolse,«Scusa se ti ho dato fastidio»disse e io lo guardai sorpresa.
Edoardo Conte che si scusa?
«Non volevo metterti la mano lì be ecco...»cercò di scusarsi ma io bloccai.
«Tranquillo, sul serio, va tutto bene»lo rassicurai, gli diedi un bacio in guancia e salimmo sulla barca.

Stava tramontando, l'atmosfera era tranquilla e serena, e io ero distesa con la testa appoggiata sulla pancia di Naditza, mentre mi faceva i grattini nei capelli.
«A che pensi amò»mi chiese Silvia guardandomi.
«Sono felice di avervi incontrate, fuori di qua ho avuto solo gente falsa intorno»confessai alle mie amiche, tra cui anche Gemma
È cosi ci abbracciammo...

𝐍𝐚𝐤𝐞𝐝||𝐄𝐝𝐨𝐚𝐫𝐝𝐨 𝐂𝐨𝐧𝐭𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora