c a p i t o l o 9

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«Ci siamo» Debbie sistemò la sua bicicletta nel vialetto della vecchia casa dalle pareti celesti mentre Ruth sostava nel mezzo del marciapiede, tentando di sbattere le palpebre il più possibile per risvegliarsi da quell'incubo.

"Gallagher" era l'insegna che nominava quella casa ormai maledetta.

Ruth tentava disperatamente di calcolare le probabilità matematiche che quel cartello si stesse sbagliando, eppure la cenere azzurra delle mura era inconfondibile. La verità era di fronte ai suoi occhi pronta a ricordarle che la sfortuna aveva colpito di nuovo e sembrava non voler abbandonare la sua vita; era come una nube che si ergeva esclusivamente sulla sua testa, visibile solamente ai suoi occhi.

«Ragazze, entrate pure, stavo giusto andando a prendere Liam a scuola» dalla porta d'ingresso si fece spazio la figura di una donna, la quale, a giudicare dalle descrizioni precedenti, corrispondeva alle caratteristiche della sorella di Debbie, Fiona.

Scese prontamente le scale dell'abitazione e si presentò a Ruth con un abbraccio caldo che le avvolse ogni parte del corpo per via del cappotto pesante che aveva indosso.

Il suo viso dai lineamenti dolci, ma al contempo definiti, era contornato da capelli ribelli e lionati e le sue guance rosee riflettevano quel freddo gelido di metà novembre.

«A presto» Saltellando per il viale, Fiona si allontanò velocemente dalle due ragazze, una delle quali aveva già varcato la porta e aspettava sulla soglia che anche l'altra la raggiungesse.

Ruth scrutava il quartiere a bocca aperta, dire che fosse sorpresa dall'accaduto e dalla combinazione del caso sarebbe stato dire poco. Se prima stentava a credere di aver finalmente trovato un'amica, ciò che era divenuto ancora più difficile metabolizzare era senza dubbio che quest'ultima fosse la sorella di Carl Gallagher.

Un imprevisto che Ruth non aveva programmato e con la quale non voleva certo fare i conti.

«Coraggio Ru, non abbiamo tutto il giorno!» Le urla di Debbie la risvegliarono dal suo coma temporaneo e la riportarono completamente a quel nomignolo tanto innocuo quanto pieno di trascorsi.

Ruth preferì non divagare ulteriormente con lo scopo di scampare ogni domanda riguardo cosa le fosse preso, ma non se la cavò tanto facilmente di fronte alla parlantina sfrenata di Debbie, la quale, preoccupata, le chiese se ciò che l'aveva frenata fosse stato l'aspetto trasandato della casa.

Ruth non poteva certo spiegare a Debbie che proprio mentre ammirava quel posto, persa in ogni sua sfumatura artistica, aveva accidentalmente incontrato suo fratello per la prima volta, perciò si limitò a spiegare che la sua provenienza dal North Side non definiva i suoi gusti in fatto di case.

«Beh possiamo metterci qui nel salotto se non ti dà fastidio» Ruth, ancora scossa, seguì i movimenti di Debbie intenti a buttar via qualche avanzo di pizza o lattina di birra ancora piena per una buona metà.

«S-si, i-io, posso usare il bagno?» La mente di Ruth si svuotò di colpo, una volta vista l'espressione confusa di Debbie, ancora dedita alle pulizie nel soggiorno.

«Certo è di sopra, prima porta a destra.» Debbie guidò le sue parole con un netto movimento delle mani e Ruth sparì per le scale quanto più velocemente possibile per sfuggire allo sguardo indagatore dell'amica.

Gonfiò il petto con un respiro profondo e lasciò che questo si svuotasse lentamente fino all'ultimo centimetro, guadagnando tempo per decifrare ogni informazione ottenuta in così poco tempo.

Mentre tentava di controllare faticosamente il suo ansito, Ruth cercò il bagno tra le camere del secondo piano e si imbatté in una stanza, dalla porta completamente spalancata, da cui proveniva un profumo inconfondibile di alcool e menta.

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⏰ Last updated: Mar 09, 2023 ⏰

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