Capitolo 3 - La corsia dei taxi

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Le corsie dei mezzi pubblici a Milano sono molto trafficate, molto più che in altre città.
I taxi scorrono veloci, evitando le code delle normali corsie e prendono velocità e prontezza per poter accontentare i clienti, sempre più di fretta e sempre ansiosi di arrivare il prima possibile.
D'altra parte chi preferisce il taxi, pretende giustamente anche di arrivare prima, presto, anzi prestissimo.
E così il taxi del Sig. Mario, proprio in quel momento cerca di arrivare il prima possibile alla stazione per scaricare un cliente che deve partire per Zurigo, ovviamente, per un viaggio di lavoro.
Il sig. Mario sa bene che sulle corsie riservate il traffico è veloce, ma anche un po' più pericoloso.
Più di una volta gli era capitato di inchiodare perché pedoni invadevano la sua corsia dopo aver attraversato quella di traffico ordinario, noncuranti che quello spazio fosse destinato a mezzi veloci e pericolosi.
Tutto molto più pericoloso oggi che i monopattini sfrecciano tra una corsia e l'altra, piantandosi all'improvviso davanti alle macchine o zigzagando senza senso fra macchine ferme ai semafori e fra pedoni che attraversano sulle strisce.
Più di una volta, a Mario è capitato di trovarsi davanti all'improvviso macchine che agli incroci invadevano la sua corsia per svoltare e imboccare la strada a destra o a sinistra.
Molte volte per poter accontentare il cliente di turno, accettava il rischio e andava veloce pur sapendo in cuor suo che su quella corsia, a velocità un po' più alta del normale, qualche imprevisto poteva accadere.

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Marco vede già la porta dello studio sulla destra del viale.
Ha anche intravisto un posto perfetto dove sistemare la moto, in modo da poterla vedere da dentro lo studio, posto che dai programmi lavorativi di cui avevano parlato a casa sua, si sarebbero fermati a lavorare fino a sera tardi.
Sente il casco slacciato un poco ondeggiante sulla testa, ma oramai, va bene così.
Arrivato all'altezza dell'ingresso dello studio, mette la freccia, si accosta senza fermarsi del tutto alla destra, sul margine della corsia di emergenza, si gira per vedere se arrivano macchine o altri mezzi; si accorge che il suo sguardo non è completo perché a una rotazione più decisa della testa il casco sarebbe rovinosamente caduto a terra: ma il
suo udito è buono e in quel momento non sente alcun motore sopraggiungere da quel lato e con la coda dell'occhio non vede nulla arrivare.
I risultati del suo sguardo d'insieme, gli stanno suggerendo di fare in fretta e di girare il più  velocemente possibile.
A quel punto, sterza il manubrio verso destra e si ritrova in vista del marciapiede dove era l'ingresso dello studio.
E gira sulla corsia.
Il taxi di Mario ha solo tanta fretta.

Il taxi di Mario ha solo tanta fretta

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