«Che ti è successo, Price?» domandò con un tono di voce più alto per farsi sentire ed attirare l'attenzione su di loro. «Ti sei tagliato i capelli? O qualcosa è andato storto?» sghignazzò. Il suo piano stava funzionando, gli studenti avevano lasciato la loro solita routine per costruire un cerchio intorno a loro.

«Mi sono detto che potevo evitare di spendere soldi dal barbiere. Allora ho scelto un taglio “corto”», ironizzò con uno dei suoi soliti sorrisi irritanti. Sentiva l'attenzione su di sé, quegli occhi, quegli sguardi appiccicarglisi addosso. Ma non gliel’avrebbe data vinta.

«Tu…» una sagoma bionda fece per scagliarsi su Perez, ma Vick la bloccò in tempo. Il suo viso era duro, rosso dalla rabbia e cercava di fare forza per avanzare su di lei senza far male al suo ragazzo che lo bloccava. «Come ti permetti, stronza! Lui ha il cancro!» urlò pieno di rabbia.

«Cos-» la ragazza sgranò gli occhi lasciando che il berretto di lana le cadesse a terra. Non lo sapeva, nessuno lo sapeva.

Ciò che seguì dopo fu confuso. Victor non sentiva altro che un fischio nelle orecchie, un brusio caotico nella testa. Pensò che nemmeno la felpa più larga che aveva messo quella mattina per nascondersi fosse adatta. Come quel berretto. Come quelle occhiaie. Faceva fatica a respirare, cercava avidamente l'ossigeno. Si sentiva gli occhi umidi e solo allora si accorse che Chris non poneva più resistenza, solo allora si accorse che lo stava guardando, stava guardando i propri occhi spalancati, esterrefatti, con i suoi color miele. Erano così dolci, pentiti. Deglutì a fatica ed il suo corpo si mosse da solo, raccolse velocemente il berretto, ai piedi di Virginia, lo zaino e corse via.

Il silenzio gravò sui presenti, nessuno studente che aveva assistito a quella scena, ormai a conoscenza di quel segreto non più tale, osava fare il minimo rumore. Come se avessero il fiato sospeso, come se trattenessero il respiro per paura. Perfino l'artefice di quel teatrino, Virginia, non osava muovere un muscolo.

Il biondo riposò il suo sguardo su di lei, pieno di astio e rabbia. Non sapeva con quale forza si stesse trattenendo, ma lo fece. Avrebbe peggiorato la situazione. Strinse i pugni e, a denti stretti, «Qualsiasi insulto mi venga in mente, dopo quello che hai fatto, nessuno mi sembra abbastanza. Non provare più ad avvicinarti a lui, non provare più ad avvicinarti a noi». Non c’era bisogno di aggiungere altro, non c'era bisogno di continuare quella velata minaccia. Corse nella stessa direzione di Price tentando di raggiungerlo, ma sembrava svanito nel nulla, come se le mura lo avessero inghiottito. Da quando si faceva coinvolgere così? Da quando si arrabbiava in quel modo? Da quando si esponeva in quel modo? Solitamente avrebbe lasciato che tutto scorresse. Che la vita gli scorresse tra le dita come sabbia. Avrebbe lasciato che tutto gli passasse davanti come se nulla lo toccasse, come se non lo riguardasse. Non si sarebbe mai immaginato di prendersi un anno sabbatico, di contrastare i suoi genitori, per quanto loro volessero la sua felicità, per quanto loro non lo avessero mai costretto a scegliere un università come i genitori di Joshua. Almeno, non prima di incontrare Victor in quell’ospedale, di vederlo uscire da quell’ambulatorio con gli occhi lucidi o prima di entrare in quel bagno e sorprenderlo a fumare, proprio come un teppista. Perché lui, senza rendersene conto, lo aveva cambiato e gliene sarebbe sempre stato grato. Perché Price, anche se aveva l'aspetto di un teppista, anche se sembrava superficiale, non lo era. E lo aveva dimostrato molte volte, come in quel bagno a casa di Nick. E mano a mano si era ritrovato a notare altri particolari come le ciglia lunghe e bionde, che solitamente incorniciavano delicatamente le sue iridi azzurre come il cielo d’inverno, che diventavano umide durante la chemioterapia, le sue mani fredde ma gentili che si stringevano alle sue, il modo in cui si mordeva il labbro quando cercava di fare il duro. Perfino le sue battute sarcastiche ed il suo sorrisino che appariva sul suo viso ogni volta che lo chiamava “Signor Stalker”. A lui Vick non piaceva, lui ne era innamorato e non sapeva quando ciò fosse cambiato, quando quel sentimento si fosse trasformato diventando più forte.

E il tempo scivola viaDonde viven las historias. Descúbrelo ahora