21. Solo un altro lunedì

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Non sono sparita, ma aggiorno di volata: questo capitolo lo avevo scritto tipo a giugno, ma la voglia di sistemarlo non è arrivata mai.Detto questo, volo un attimo e vi aggiorno sui miei social:


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Alessandro è di un'incoerenza rara - barcolla sulla soglia, aggrappandosi alla porta, e gli dice di andar via. Ma poi fa un passo in avanti e Riccardo non lo capisce, davvero, aveva la presunzione di averci capito qualcosa di lui e invece realizza adesso che non ha mai capito un cazzo di niente. Perché Alessandro gli deposita un bacio a fior di labbra, che non sa di addio ma nemmeno di perdono, e allora non riesce a chiedergli spiegazioni.

Perché Alessandro gli dice ti amo e devi andartene nella stessa frase e, lo spinge via per poi aggrapparsi a lui come se stesse per annegarci, nell'aria profumata di lavanda dei pot-pourri che sua madre lo ha quasi costretto a comprare per l'ingresso di casa.

Riccardo glielo domanda - come faccio ad andarmene, se dici di amarmi?

«Dovresti andartene proprio perché ti amo».


21. Solo un altro lunedì


Filippo odia il lunedì e glielo dice, cazzo ci vai a fare da Alessandro nel giorno più brutto della settimana (dove se qualcosa può andar male lo farà senza mezzo rimpianto), ubriacati e vedi di dimenticarti come si fa a fare una follia - non serve ovviamente a niente, perché Riccardo prende e ci va per davvero, da Alessandro, ci va con pensieri che gli decantano in testa insieme al vino buono e con tre bicchieri impolverati che si crepano lentamente con l'incedere dei minuti.

Riccardo odia il lunedì e non per la scuola o perché tutte le cose brutte sistematicamente cominciano di lunedì, ma perché è il giorno (calpestato e sbagliato) in cui si rende conto che sta finendo esattamente com'era iniziata - con lui che gira a destra, Alessandro a sinistra: tu da che parte vai?

No. Tu da che parte stai - Riccardo ha sempre pensato di stare dalla propria, scopre oggi che forse ha cominciato a tradirsi da solo: che si è perso per strada e okay, perdersi non è facile, ma ritrovarsi? Così, si rende conto che non gliene frega proprio un cazzo, che sia lunedì e che Alessandro probabilmente non lo voglia vedere, quando si presenta sotto casa sua.

E non gliene frega nemmeno un cazzo di Gaia Gozzi, che di base è un ostacolo totalmente inaspettato tra lui e l'appartamento di Alessandro: non lo elabora subito, quanto sia allucinante che la cantante italo-brasiliana uscisse da casa di Alessandro, non ci riesce - significa farsi venire un dubbio che non sa di poter reggere sulle proprie spalle, significa fermarsi e mettersi a urlare (ora lo capisco cos'hai provato, Ale). Si rende conto di aver spento il cervello, che di per sé non è nemmeno troppo una novità, mentre lo dice. Mi dispiace per te, Gaia, mi dispiace per davvero.

Ma ci prendiamo quello che vogliamo anche quando pensiamo di non meritarlo fino in fondo - e Riccardo, che ha salito le scale due gradini alla volta, per poi suonare il campanello di casa di Alessandro, lo sa: che forse non si meriterà mai un decimo dell'amore che potrebbe ricevere da lui ma lo vuole, lo vuole disperatamente.

«Cosa ci fai qui?» sussurra Alessandro, appoggiato alla porta. «Pensavo fosse...».

«Non pensavo aspettassi qualcuno».

Nudo con i brividi || BlamoodDonde viven las historias. Descúbrelo ahora