29 - Contrasto

En başından başla
                                    

Mi rialzo stancamente cominciando a prepararmi per una notte che immagino già insonne, non credo di poter smettere di pensare al fatto che Can sia l'albatros. Mi giro a guardare il grande poster sulla parete di fronte al mio letto, i meravigliosi albatros in volo che sono la prima cosa che vedo ogni mattina quando apro gli occhi. Alla poca luce che arriva dai lampioni in strada riesco a vedere la maestosità, la forza di questi animali così come ora mi rendo conto di aver colto, sin dalla prima volta in cui l'ho incontrato, il carisma e il fascino di Can Divit. Sospiro lasciandomi cadere di peso sul letto.
Can è l'albatros. Can è l'albatros.
Prendo un cuscino e lo stringo forte tra le braccia ripensando al bacio che ci siamo scambiati stasera sugli scogli. E' stato meraviglioso sentirmi stretta di nuovo tra le sue braccia forti e poter assaporare le sue labbra riconoscendole come quelle del mio albatros, sento il cuore accelerare al solo pensiero.

Un momento bellissimo e romantico è stato rovinato dal mio comportamento, dai miei rimorsi, dai miei sensi di colpa per quel che ho fatto per conto di suo fratello Emre.

Rimango ore a pensare a lui, a tutte le volte in cui ho parlato con Can dell'albatros, le sciocchezze che devo aver detto senza sapere che era lui il misterioso uomo con la barba che stavo cercando.

Il mattino mi trova ancora lì, con il cuscino stretto al petto e mille dubbi nel cuore, mi sento imprigionata in una situazione senza via di scampo dalle mie stesse azioni, dalle bugie e dai sotterfugi.

Raggiungo l'agenzia quasi spaventata all'idea di rivederlo così, incerta su quale sia il modo migliore di comportarmi, varco le porte dell'agenzia e Can e la prima persona che mi trovo davanti. E' indolentemente appoggiato al bancone della reception, sembra aspettarmi ed infatti non appena entro nella hall del palazzo mi viene incontro. Il viso serio, alza gli occhiali da sole sopra la fronte chiedendomi in modo brusco: "Dov'è l'anello?".
Sono presa alla sprovvista, guardo le mie mani, l'anello di rubino di sua nonna è al suo posto all'anulare della mia mano destra mentre quello dello mano sinistra è vuoto. L'usanza vuole che una volta ufficializzato con il kiz isteme l'unione tra i giovani l'anello di fidanzamento sia portato a sinistra e ogni altro anello donato dal fidanzato passi alla mano destra. Stamattina non ho avuto cuore di mettere l'anello del fidanzamento ufficiale, non sapevo come fosse meglio comportarsi di fronte ai ragazzi dell'agenzia.

"Lo hai con te?". La voce gelida di Can mi riporta alla realtà, annuisco tirando fuori dalla tasca anteriore della borsa la scatolina con l'anello che mi ha donato la sera prima. Can lo prende e lo infila all'anulare della mano sinistra e, senza aggiungere una parola, mi prende la mano con decisione trascinandomi dietro di sè verso le scale che portano all'agenzia.

"Can?". Arranco per stare dietro al suo passo svelto. "Cosa stai facendo?"
"Can, cosa significa?".
Continua a camminare deciso senza degnarmi di uno sguardo o di una sola parola. Raggiungiamo il grande open space dell'agenzia seguiti dallo sguardo stupito dei dipendenti che incontriamo durante il tragitto.

La sua voce forte richiama l'attenzione di tutti i presenti. "Arkadaş, amici. Posso avere un attimo la vostra attenzione?". Tutti i ragazzi dell'agenzia si raccolgono intorno a noi, vedo arrivare un trafelato Cey Cey e la Sig.ra Deren con un'espressione quasi scioccata quando ci scorge insieme mano nella mano.

"Arkadaş, amici, voglio comunicare a tutti che ieri sera ho chiesto ufficialmente la mano di Sanem, siamo fidanzati e ben presto sarà celebrato il nostro matrimonio."

Sento esclamazioni di sorpresa e bisbigli tra chi trova singolare la nostra unione e la velocità con la quale la situazione si è evoluta tra noi.

Lo sguardo affilato di Deren si posa prima sulle nostre mani unite e poi su di me, è chiaro che non è affatto felice della lieta notizia e anche Emre non ne sembra affatto contento, così come non lo è sembrato la sera prima in casa mia. Forse Can non riesce a vederlo, ma io sono ben consapevole che non approva la nostra unione.

Un applauso accoglie l'annuncio di Can, Guliz mi abbraccia con entusiasmo congratulandosi mentre Cey Cey assesta pacche nervose sulla mia spalla mentre bofonchia qualcosa come: " Lo sapevo, lo sentivo che c'era qualcosa tra voi. Io di certe cose me ne intendo".

"Grazie, ora tornate tutti al lavoro". Can alza la mano in un gesto di saluto generale e mi trascina ancora una volta con sé, verso il suo ufficio questa volta.

Chiude la porta dietro di noi e mi conduce verso la grande vetrata che affaccia sulla strada sottostante. Prende la mia mano, quella con l'anello di fidanzamento, la alza davanti a noi e poi sibila quasi fosse una minaccia. "Questo anello deve rimanere qui, al tuo dito, hai capito? Sei una ragazza fidanzata ed è giusto che chiunque lo sappia, magari serve anche a  rammentarlo a te stessa".

Strattono via la mano dalla sua presa e mi allontano di un passo. "Che cosa significa? Perché hai fatto quell'annuncio e perchè mi parli in questo modo ora?"

Sembra arrabbiato, un disappunto che cerca di mascherare ma che traspare chiaramente dalla rigità del suo corpo e dallo sguardo fosco con cui mi guarda in questo momento. "Perché tutti sappiano, e perché tu ti renda conto, che ora la situazione è questa. Devi rinunciare al tuo bel Osman perché ora sei la MIA fidanzata. Tamam? Va bene?".

Sono scioccata dalle sue parole e dall'ira repressa che sento nella sua voce, potrebbe sembrare gelosia la sua se non sapessi bene che non si tratta d' altro che senso di possesso. Nessuno può pensare di toccare tutto ciò che è del grande Can Divit.

Mi sento ardere dalla rabbia anche io ora. Non sono un oggetto di proprietà di questo o quello, sono una persona e non mi piace che mi si diano ordini.

"Sei stato chiarissimo Can Divit, non ti preoccupare, so bene qual'è il mio ruolo in questa farsa. Cercherò di non farti vergognare davanti al tuo staff, a tua madre e alla tua cara ex fidanzata. Stai tranquillo".

Mi sposto di lato e lo supero senza degnarlo di uno sguardo. Sono arrabbiata e offesa dal suo atteggiamento. Prendo il notebook dalla mia scrivania e comunico a Cey Cey che per oggi lavorerò in archivio, non ho nessuna voglia di incontrare Can nè di rispondere alle domande curiose di Guliz e del resto dei ragazzi in agenzia.

Can Divit non mi conosce, ma ben presto gli mostrerò chi è la vera Sanem Aydin mi dico mentre scendo le scale per raggiungere il mio posto preferito in agenzia.


Pensi di conoscermima non mi conosci.
Tu pensi di avermi
.
Ma tu non mi puoi controllare
.
Tu mi guardi e c'è solo una cosa che puoi vedere
.
Quindi ascoltami
.
Ascoltami
.
Tu mi spingi indietro

Io ti rispingo.
Più forte, più forte.
Tu mi urli contro
Io ti urlo contro.
Più forte, forte

Sono pericolosa, ti avviso
.
Ma non hai paura di me.
E non riesco a convincerti.
Non mi conosci
pensi di ottenermi.
Ma non mi hai
tu pensi di volermi.
Ma tu non sai in cosa stai entrando
.
C'è dentro molto più di me di quello che pensi di vedere
.
Quindi ascoltami
.
Solo ascoltarmi
.
Tu mi spingi indietro
Io ti rispingo.
Più forte, più forte.
Tu mi urli contro
Io ti urlo contro.
Più forte,cforte.
Sono pericolosa, ti avviso
.
Ma non hai paura di me
.
E non riesco a convincerti.
Non mi conosci.

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