Parte Terza-Capitolo 16

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Giulia scuote la testa con decisione, intuisce cosa gli voglia chiedere e scaccia il pensiero con fermezza, fuggendo dalla sua realtà.

"Non ci provare neanche a chiedermi di andare avanti senza di te, ti odio già, solo per averlo pensato."

Le sue mani le afferrano il viso, costringendola a fissare i suoi occhi e perdendosi dentro, perché è consapevole di non aver mai visto niente di più bello e profondo in vita sua.

"Non ci penso neanche a lasciarti sola, scordatelo. Voglio solo che mi prometti che ti prenderai cura di Mattia, qualsiasi cosa succeda."

Giovanni ha colpito il suo punto sensibile, facendola capitolare all'istante. Da quando aveva incrociato la sua strada, aveva sentito con una forza che veniva da un passato lontano che quel bambino avrebbe fatto parte della sua vita e non solo perché era legato a Giovanni. L'aveva sentito perché erano così simili che si era riconosciuta nei suoi occhi smarriti, di chi non comprende perché chi ti dovrebbe amare senza riserve possa essere la causa del tuo dolore più grande. Anche lui l'aveva riconosciuta senza neanche il bisogno di fare domande, aveva capito che anche lei fosse vittima dello stesso dolore, dello stesso destino.

"Non hai bisogno di chiederlo, sono disposta a perdere tutto per lui e per te."
Giovanni la stringe a sé, perché quella piccola ragazza che gli ha rubato il cuore è capace di amare senza porsi domande e lui l'aveva capito da subito, innamorandosi sin da quei primi sguardi, leggendo ciò che nascondeva il suo cuore, ferito ma indomito.

"Torniamo a letto, ti prego."

Lei sorride sulle sue labbra.

"Mi stai chiedendo di andare a dormire?"

"Non ho nessuna intenzione di dormire, ora."

Alcune ore dopo, Joele bussa alla loro porta, mentre già vestiti si preparano a uscire dal loro rifugio, che li aveva coccolati fino ad allora.

"Ti ho riportato i tuoi vestiti. Stavolta è stato tutto controllato minuziosamente, non c'è nessun pericolo."

"Avete trovato la cimice?"

"Si, c'era un localizzatore all'interno della fodera di una giacca, è così che ci ha tenuto sotto controllo."

Giulia si sente sollevata, anche se il pensiero di essere stata lei il tramite di quel contatto con Pietro la fa infuriare. Resta il mistero del motivo per cui, sapendo dove fossero, non ha provato a tendere loro una trappola, cosa si nasconde in quella mente perversa? Giulia teme realmente che il suo intento sia attirare Giovanni nel suo covo per finire quello che ha iniziato, vuole che sia lui ad andare spontaneamente nelle sue braccia, ma lei lo impedirà, con tutte le sue forze.

"Grazie, ora mi sento più sollevata." sta per congedarsi quando coglie un leggero imbarazzo di Joele e non se ne spiega il motivo, rimane lì fermo, grattandosi il collo e quasi le viene da sorridere, non avendolo mai visto così titubante. Nonostante la rabbia che ancora prova è sempre il suo capo, quello con cui ha condiviso missioni pericolose e che le ha insegnato a non temere il male, per quanto possibile, cercando sempre di portare a termine il loro compito, facendo prevalere il bene e la giustizia. In fondo ha sempre dedicato la sua vita agli altri, in un certo senso, anche se ha annullato la propria.

"C'è dell'altro?"

"No... È che Miriam avrebbe piacere che pranzaste con noi.. Ma se non avete voglia non fa nulla..."

Miriam...Joele, come è successo che lui accostasse i loro nomi in una richiesta del genere? Eppure qualcosa è cambiato nel suo sguardo, qualcosa che non riesce a spiegarsi.

"Va bene, tra una mezz'ora siamo di là."

Le sembra di veder illuminare il suo volto, probabilmente si è sbagliata ed è solo il riflesso della sua mente. Ritorna in camera ancora più confusa e Giovanni se ne accorge, scrutando il suo viso.

"Qualcosa non va?"

Scuote la testa e gli sorride, ma il tentativo non lo convince.

"Hanno trovato il localizzatore in uno dei miei vestiti e Joele ci ha invitato a pranzo, con Miriam, di là da loro."

"Quale delle due cose non ti sembra buona?"

Si è avvicinato sedendo accanto a lei, cercando il suo sguardo.

"Pensi che sia un tentativo per farsi perdonare? Pensa davvero che basti solo questo?"

"Non credo sia così ingenuo, forse è un modo per passare un po' di tempo con te, per farsi conoscere oltre quel rapporto che avete sempre avuto."

"Poteva farlo prima, abbiamo lavorato per cinque anni sempre a stretto contatto, eppure non ha mai cercato di andare oltre al rapporto professionale,un bel rapporto non lo metto in dubbio, ma c'è stato sempre un muro fra noi e lui."

Giovanni le carezza il viso, cercando le parole giuste per provare a entrare attraverso quel muro che ha sollevato nei confronti di suo padre, per non esserne ulteriormente ferita.

"Credo che abbia avuto paura di non essere all'altezza. In fondo nel suo lavoro sa di essere uno dei più bravi e si muove con sicurezza e ha pensato di poter gestire in quel modo anche il rapporto con te. Nel campo dei sentimenti è spaventato, come un bambino che muove i primi passi. Ha solo bisogno di tempo, come ne hai tu, per abituarsi a questa nuova condizione."

"Non penso di riuscire a dargli questa opportunità, ormai è troppo tardi."

Giovanni la stringe fra le braccia senza dire nulla, sa che ha bisogno di tempo per digerire quella consapevolezza, per cercare un nuovo equilibrio in quel rapporto con quel padre che nella sua testa ha tanto amato e che ora fa a pugni con la presa di coscienza di averlo avuto così vicino, senza saperlo.
Seduta al tavolo della cucina, il mento appoggiato sulla mano, gli occhi di Giulia si spostano da Joele a Miriam cercando di cogliere dei segnali che sono fin troppo evidenti fra di loro; quell'elettricita' che si avverte, il modo cosi inconsapevole in cui la mano di lui sfiora il fianco di Miriam e lo sguardo di lei che segue i suoi movimenti, per poi cambiare direzione non appena si rende conto che anche lui la stia osservando.

"Il tuo radar si è attivato, lo sento." Giovanni non ha potuto fare a meno di notare come la sua attenzione fosse stata catturata totalmente da quei due, mentre cucinavano insieme.

"Sono così carini, non riesco a crederci." gli ha sussurrato piano vicino all'orecchio, in modo che non potessero sentirla, perché le fa così strano questo cambio di rotta di Joele, che si sia veramente reso conto che esistono persone in grado di darti amore senza nessun tipo di interesse? Spera che non sia solo un'allucinazione, ma il sorriso di Miriam sembra confermare che quello che ha percepito sia reale.
A fine pranzo, mentre i due uomini si appartano in sala per parlare di chissà che progetti segreti, Giulia ne approfitta per avvicinarsi a Miriam, mentre è intenta a prepare il caffè.

"È successo qualcosa che io non so?" ha deciso di affrontarla senza giri di parole, perché deve soddisfare quella curiosità che la tormenta.

"Mi ha confessato che sei sua figlia. Mi spiace per l'altro giorno, non potevo immaginare, forse avresti meritato di scoprirlo in un altro modo."

"Non preoccuparti, anzi grazie per la tua discrezione. Avrebbe dovuto dirmelo lui, non so se riuscirò a perdonarlo per questo."

La mano di Miriam le sfiora il viso, mentre le sorride con dolcezza.

"È cambiato, questa cosa con te l'ha cambiato. Forse ora è più fragile, meno lucido in questa missione, ma sicuramente più umano. Sai, ho sempre pensato che il ruolo da super uomo che non ha bisogno di nulla e nessuno non gli si addicesse. Ha sempre tenuto tutti lontano perché è convinto che se non ha punti deboli può essere impeccabile nel suo lavoro e forse per qualche anno è stato così, ma a che prezzo? Tu sei il suo punto debole, hai creato quella crepa nel muro di apparente freddezza che l'ha disorientato. Trovo che questa versione di Joele mi piaccia molto di più, tu che dici?"

Sorride anche Giulia," Piace di più anche a me." prende la mano di Miriam, stringendola con la sua, "Anche se vorrei ancora spaccargli la faccia con molto piacere."

Scoppiano a ridere, guardandosi con complicità. Perché anche se in modo differente entrambe sono legate a quell'uomo e in fondo, anche se faticano ad ammetterlo, entrambe ormai non possono più farne a meno.

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