Parte Terza-Capitolo 16

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Sbadigliando, con un occhio che ancora fatica ad aprirsi e stropicciando il viso per cercare di dare un senso a quella mattina, sorseggia il secondo caffè, perché il primo non ha sortito l'effetto desiderato. Ha lasciato Giovanni che ancora dormiva ed è andata in perlustrazione della piccola cucina che affianca la loro stanza. Per la prima volta le sembra di avere un minimo di intimità e può fingere che siano nel loro appartamento, lontano da tutti e da tutto. Il silenzio che regna intorno a lei in quel momento le riempie l'anima, lo assapora, perché la sua mente ha smesso di elaborare pensieri in sequenza regalandole un attimo di calma. In quell'assenza di rumore sente solo il battito del cuore nelle orecchie ed il calore arrivare al viso, mentre l'immagine che elabora il suo cervello la riempie di piccoli brividi. È qualche giorno che non ha l'umore giusto e il tempo per pensare a loro due, per lasciare che quello che le riempie il cuore e che non ne vuole sapere di abbandonarla, possa prendere il sopravvento su tutto il resto. Ha vacillato, pensando di non essere abbastanza forte per tutto quello che sta accadendo e per un attimo ha pensato di mollare tutto e questo pensiero le mette rabbia. Come è arrivata a dubitare che quella fosse la scelta giusta? Che poi non era stata neanche una scelta, ma il semplice defluire delle sue emozioni che l'avevano portata li e lei le aveva seguite. Come le riesce facile amare Giovanni, le basta guardarlo o pensare a lui per sentire quell'incrollabile certezza che sia il suo destino, da sempre. Sorride, è certa che la vita le abbia voluto fare il regalo di permettere di amarlo e di essere amata da lui, anche se spesso ha temuto di non esserne capace, o di non esserne all'altezza. E invece tutta quella pienezza di emozioni che sente pensando a lui le ricorda quanto il loro amarsi sia forte e superi tutte le difficoltà, le montagne russe che stanno vivendo, l'iperbole di quel l'assurdità che li avvolge. Chiude un attimo gli occhi e si lascia riempire da quel mare di sensazioni, sentendo il formicolio salire alle braccia e lungo le gambe.

"Come sta la bella addormentata, stamattina?" sorride sentendo la sua voce che le accarezza l'orecchio e le regala brividi lungo la schiena. Le avvolge le spalle con le braccia, tuffando il viso sul collo e aspirando il suo profumo, sentendo scendere nella pancia quel pizzicore che gli fa crescere il desiderio.

"Addormentata e sola."

"Sei tu che mi hai abbandonato, perché non torni a letto?"

Giulia riapre gli occhi e guarda fuori dalla finestra, sta albeggiando e nonostante l'insonnia che l'ha costretta ad alzarsi quasi nel cuore della notte, sente che non sarebbe una cattiva idea ritornare a dormire e farsi cullare dalle sue braccia.
Rabbrividisce, perché un pensiero si è insinuato nel suo cervello, spezzando quel momento sereno.

"Non credo riuscirei più a dormire, alle volte mi sembra che non torneremo mai alla normalità, mi spaventa tutto questo."

Lui la fa girare verso di sé, sedendo sullo sgabello accanto al suo e portando le sue gambe in grembo, carezzandole.

"Succederà, te lo prometto."

Guardare il suo viso consapevole e illuminato appena dalla luce che entra di taglio nella stanza, ravvivando i suoi occhi, la fa sentire così fragile, spaventata da quella sua testarda convinzione, perché non riesce ad avere la stessa certezza.

"Non vedo l'ora che succeda, alle volte mi fermo a immaginare come potrebbe essere e sento un dolore allo sterno, come se fosse un bel sogno che non si realizzerà mai."

Giovanni fa scorrere le dita lungo il suo mento, percorrendo le linee della sua guancia fino all'orecchio, prendendo a tormentare alcune ciocche di capelli.

"Ok, non posso farti promesse, ma ti assicuro che farò tutto quanto in mio potere per concludere questa cosa il prima possibile. Voglio che tu mi faccia una promessa."

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