Parte Terza-Capitolo 10

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Si era addormentato tra le sue braccia e lei non aveva avuto il coraggio di sottrarsi a quell'abbraccio e rischiare di svegliarlo e poi amava troppo averlo così vicino, la testa di Giovanni sul suo seno nudo, perché non aveva avuto il tempo di rivestirsi, mentre il petto le si alza ed abbassa delicatamente ad ogni respiro facendo muovere dolcemente i capelli di lui, che gli ricadono sul viso. Lo osserva, quei lineamenti così delicati nel sonno e per un attimo un altro viso si sovrappone al suo. Chissà se anche Davide sembra un Angelo mentre dorme, sicuramente non lo è nell'anima, come invece quel ragazzo che stringe fra le braccia. Tutto il dolore che ha dovuto subire e la presenza costante e ingombrante di quel lato oscuro che è il suo gemello l'hanno fatto vacillare, ma lei lo sa cosa conserva nel suo cuore, l'ha visto l'amore che è in grado di donare agli altri e non ha dubitato neanche per un attimo. Trasale quando bussano con energia alla porta della camera, chiede di attendere perché è ancora mezza nuda e afferrata una maglietta e un paio di pantaloncini, si divincola con delicatezza dall'abbraccio di Giovanni, per andare a vedere chi ci sia oltre la porta.

"Dovrei parlare con lui."
Joele la scruta attento e Giulia sente un leggero disagio, sa di avere i capelli in disordine e probabilmente ancora i segni sul viso di quell'intenso momento passato. Lega i capelli con un elastico che porta al polso e sostiene il suo sguardo.

"Sta riposando, non ha chiuso occhio stanotte."

Tace sul fatto che pensi che c'entri anche Joele in tutto questo, non aveva certo dimenticato la discussione che aveva visto con i suoi occhi quella mattina e la tensione che ancora scorre fra di loro.

"Digli che l'ho cercato, quando si sveglia." fa per andarsene ma Giulia lo trattiene, poggiando le dita sul suo polso.

"Possiamo parlare?"

Al cenno di assenso di Joele si spostano in sala, sedendosi sul divano, ai lati opposti.
Giulia si passa nervosamente le mani sulle gambe, che ha rannicchiato vicino al corpo, creando più distanza fra loro.
Sa di averlo deluso e che quando sarà tutto finito sarà difficile ristabilire lo stesso rapporto di prima, ritrovare la stessa fiducia.

"So di non essermi comportata bene nei confronti tuoi e della squadra, ma non potevo fare altrimenti, io.."

"Ti prego Giulia, non mi sembra il momento adatto, avremo modo di parlarne, ora la priorità è riuscire a chiudere tutta questa storia il prima possibile. Dobbiamo tenervi al sicuro mentre cerchiamo di stanare Davide, ora sappiamo chi è e vedrai che prima o poi farà una mossa falsa e noi saremo lì pronti a coglierla."

"Devi sapere una cosa importante, Davide non era solo in quel rifugio."

Joele la scruta attento, non le aveva ancora chiesto nulla della sua prigionia, per non turbarla e ora capisce che potrebbe avere delle informazioni importanti per scovarlo.

"C'era un complice?"

Lei scuote la testa, attivando ancora di più la curiosità di Joele.

"Davide ha un figlio, Mattia, di sette anni. È stato lui a darmi una mano a fuggire. È piccolo ma comprende perfettamente quanto sia malvagio suo padre. Dobbiamo trovarlo, non può rimanere ancora a contatto con quel mostro, finirà per annullare la sua volontà."

"Ti devo chiedere di fare delle ricerche su di lui, nessuno di noi ha la tua competenza informatica e anche se il mio ruolo mi impone di escluderti da questa indagine, ora ho troppo bisogno delle tue capacità. Faremo i conti una volta che tutto questo sarà concluso."

Giulia sorride appena, è felice di potersi tenere occupata e di poter essere ancora utile.

"Devi saperlo, tutti quelli che sono coinvolti in questa storia e che potrebbero essere in pericolo sono stati messi sotto protezione, mi spiace dirtelo così, ma è giusto che tu lo sappia."

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