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Reika non aveva mai conosciuto i suoi nonni.

Tutto ciò che sapeva di loro erano parole, brevi racconti narrati dalla madre ogni qualvolta lei o uno dei suoi fratelli sollevasse l'argomento.

E questo perché loro erano gli unici ad azzardarsi, di tanto in tanto, a ricordarne l'esistenza; tuttavia, quando queste rare occasioni si presentavano bussando alla loro porta, non lo facevano mai sole. Ad accompagnarle fedele sottobraccio, ecco che l'espressione stizzita sul volto del padre mostrava la propria presenza tetra. La verità era che per l'uomo persino i loro nomi erano una sorta di taboo impronunciabile, quasi come la formula di un incantesimo maledetto.

«Portano sfortuna.» Le disse una volta.

Ed in effetti, Reika non aveva il minimo dubbio che se suo padre avesse potuto scegliere tra l'ascoltare uno dei suoi figli nominarli o farsi leggere a voce alta un libro per riti satanici, non avrebbe esitato ad ammettere di preferire la seconda opzione; non che sua madre facesse in alcun modo eccezione, anzi.

Ricordava perfettamente la festa che la donna convinse il marito ad organizzare cinque anni prima, in occasione della morte della madre Jie.

Inoltre, ora che ci pensava, nascosto in qualche scatolone vi era sicuramente anche il breve filmino che Ren aveva girato di loro due ubriachi fradici, mentre ballavano sulle note di "Ding-Dong! The Witch Is Dead" del Mago di Oz.

Questo perché sebbene da un lato sua madre Xialing si fosse sempre mostrata fiera coi propri figli delle sue origini cinesi, avvicinandoli sin da bambini il più possibile a quella che almeno per metà, era la loro cultura, dall'altro cercava di stare ben attenta ed evitava di lasciarsi sfuggire qualsiasi informazione, se non strettamente necessaria, riguardante la propria famiglia.

Ed ovviamente in particolare, riguardo i suoi genitori; o meglio, coloro che un tempo considerava tali.

Stando a quei minuscoli frammenti di puzzle che Reika negli anni era riuscita a mettere insieme, sua madre venne ripudiata a diciassette anni nell'istante in cui confessò loro di essere rimasta incinta. Secondo sua nonna Jie, aveva disonorato la famiglia al punto di non meritare più di farne parte, e di conseguenza quel giorno stesso la cacciò.

Persino nove mesi dopo, quando con ancora la speranza di riappacificarsi Xialing la invitò in ospedale per conoscere Ren e lei appena nati, Jie rifiutò.

Così come aveva diseredato la figlia, fece lo stesso coi nipoti.

Tuttavia, di certo a quel tempo la donna non avrebbe mai immaginato che, ironia della sorte, sarebbe stata proprio Reika, la nipote diseredata, ad ereditare il suo stesso quirk.

Ma forse era proprio quello il problema.

Forse, nonostante gli anni sua nonna continuava ad agitarsi nella tomba.

Forse il suo spirito non trovava pace a causa dell'ira.

Forse era lei la causa di tutte le disgrazie capitate.

Forse, l'aver incontrato tra i migliaia di abitanti di Musutafu proprio Bakugou in quel momento, non era altro che l'ennesimo tassello nel piano di vendetta di quell'arpia.

O forse suo padre aveva semplicemente ragione: portavano davvero sfortuna.

«Non ho tempo per te ora, T.N.T. Vado di fretta.»

Aiutandosi con le mani, Reika si diede uno slancio abbastanza forte da consentirle di abbandonare il gelido asfalto e tornare in posizione eretta. Svelta raccolse borsa e cellulare, percependo lo sguardo incandescente di Bakugou bruciarle la pelle mentre zitto osservava ogni suo singolo movimento.

7 𝑽𝒐𝒍𝒕𝒆 𝑴𝒐𝒓𝒕𝒂 » 𝐾. 𝐵𝑎𝑘𝑢𝑔𝑜𝑢Where stories live. Discover now