Oggi Incontrerò L'Amore Della Mia Vita

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!! Istruzioni!!
La storia contiene spoiler se non siete arrivati almeno al capitolo 6 del terzo libro.

Contesto what if:
Alexa cresce con suo padre come punta di diamante dell'esperimento. I continui allenamenti e la solitudine la portano ad avere un controllo totale del suo talento.

Fun fact: questa è la bozza più simile alla trama originale della storia. Inizialmente i rapporti tra i personaggi e il contesto erano molto più somiglianti a quello che leggerete che alla versione definitiva che trovate sul profilo.

Oggi incontrerò l'amore della mia vita.
È l'unica cosa che riesco a pensare da quando mi sono alzata. O forse anche prima, perfino nei sogni, continuavo a rimuginarci su.
Quante volte ieri sera ho chiuso gli occhi nella speranza di percepire il giorno arrivare in un istante, aspettando di sentire la notte scivolare lenta sulla mia pelle.
Ho spento la sveglia minuti prima che il trillo fastidioso partisse, precipitandomi giù dal letto insieme a gran parte delle lenzuola.
Sarà tutto perfetto.
Io non sbaglio mai.
In realtà ho una percentuale di errore di appena 0,02%, ma ci sono cose che vanno oltre le probabilità, eventi che sento nelle ossa.
Non ho previsto che oggi lo incontrerò, io so che è così.
Dopo averli pettinati per mezz'ora, sistemo i capelli con le mani tremanti, facendo scivolare le ciocche tra le mie dita. Ne lego alcune in una treccia come faccio ogni mattina, ma se di solito sono rapida e sicura, adesso mi sembra di farlo per la prima volta.
Mentre sono seduta davanti al lavandino, l'aria fredda della stanza mi pizzica le spalle nude, il resto del corpo appena coperto dall'intimo sportivo. Mi basta un solo sguardo allo specchio per far riaffiorare quei frammenti del futuro che mi torturano la notte. In un attimo le mie guance si tingono di rosso e la pelle d'oca sparisce per far posto a un calore fin troppo familiare.
Sono una stupida.
Ho passato troppo tempo con lui nella mia testa.
Ma potevo fare altrimenti?
Le voci non fanno altro che parlarmene, imitano il suono delle sue parole e della sua risata.
Ogni volta che abbasso la guardia mi spingono tra le sue braccia, illudendomi di essere nel presente.
Ma il presente non è il mio campo, eppure non posso raggiungere il futuro senza.
Alcune volte sento il sussurro di voci in minoranza che mi avvertono, che mi assicurano che lui sarà la mia rovina.
E non è da me ignorare certi segnali, ma non ci sono scenari che possano provarlo.
In ogni visione lui è al mio fianco, in ogni sfaccettatura del futuro lui mi ama.
Non credo al destino, il mio talento è la prova che nessuna scelta è predeterminata: le visioni mutano e si susseguono rapidamente, con gli anni ho imparato che io non posso vedere le scelte decisive degli altri, non con largo anticipo, ma posso calcolare le conseguenze di tutte le loro decisioni.
Ma questo...
Mi basta guardarmi allo specchio per qualche secondo per vedere l'effetto di quelle visioni.
Questa è la cosa più simile al destino che ci possa essere.

Mi infilo i vestiti che avevo già posato sulla sedia ieri sera.
La stoffa leggera delle maniche accarezza la mia pelle, e anche se il collo e i polsi sono stretti nell'abbraccio del tessuto, non c'è nessun capo d'abbigliamento che mi faccia sentire più libera.
La gonna mi sfiora le ginocchia lasciando in vista le mie gambe fasciate dalle calze, solo quando giro su me stessa la stoffa si solleva, risalendo appena.
Un lieve bussare alla porta interrompe le mie pose allo specchio, e le mani che prima non la smettevano di lambire la seta adesso si precipitano sulla maniglia. Mio padre aspetta sempre che sia io ad aprirgli prima di entrare, è una piccola vittoria che ho ottenuto a undici anni.

-Quanta eleganza questa mattina- dice una volta attraversata la soglia, e i suoi occhi, azzurri come i miei, scattano curiosi da un lato all'altro interrogandosi sulla mia scelta.
Mi ha regalato lui questo completo, in occasione del mio centesimo record, due anni fa.
Era così fiero di me.
-Mi ricordi tua madre, sei bella come lei-
Senza riuscire a controllarlo distolgo lo sguardo e il mio viso si rabbuia, detesto parlare di lei.
Mio padre è riuscito a fermarla prima che potesse portarmi via da qui mentre ero ancora neonata. Non so nulla di lei tranne il fatto che non credeva che questo fosse il posto giusto per me, che io dovessi essere speciale.
Non credeva che avessi un talento e continuava a chiamarlo maledizione, ha implorato mio padre di liberarmene. Ma è ciò che sono, la mia vera natura.
Chi sarei senza?

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