Epilogo

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«No.»- il mio tono freddo fa alzare gli occhi al cielo all'uomo di fronte a me, mentre incrocio le braccia al petto e alzo il mento in segno di sfida.

«Ci ho messo tanto a guadagnarmi la tua fiducia, figliola, non voglio rovinare tutto ora.» - Mark si arrende, scuotendo la testa dall'altra parte della scrivania, per poi voltarmi le spalle e allontanarsi dal mio ufficio prima che possa rispondergli.

'Non l'hai ancora guadagnata.'-vorrei dirgli senza pensarci due volte, ma una parte di me teme davvero di perdere di nuovo il padre che ho cercato per così tanti anni, nonostante l'odio dei suoi confronti non si è ancora placato.

Non lo chiamerò mai padre, ma non gli toglierò la possibilità di chiamarmi figlia.

Ma anche se volessi evitarlo non potrei, dato che ora lavora all'ufficio affianco al mio, per colpa di quel lurido stronzo che ha corrotto tutta quella che ora so essere la mia famiglia, compresa mia sorella.

Non parlo a Maddie dal giorno dell'udienza, anche se ogni mattina fa capolino nel mio appartamento per salutare sua nipote.

«Ti chiedo solo di prendere in considerazione di dargli una seconda chance.»

Mi accorgo che Mark è alla soglia della porta del mio ufficio solo quando la sua voce mi riporta alla realtà, facendomi alzare la testa dai documenti di carta sparsi sulla scrivania, mentre lo sento continuare, questa volta annoiata dal suo costante insistere:

«Infondo sarai sua moglie.»

Sospiro pesantemente e gli lancio un'occhiataccia per costringerlo ad andare via, ma non prima di ricordargli come sono andate realmente le cose:

«Non per mia scelta.»

Lo ammonisco da lontano per fargli capire che se mi trovo in questa situazione è anche colpa sua e del suo lasciarsi convincere da Jason a testimoniare contro di me.

Sa benissimo che ancora non mi abituo all'idea di vederlo come un padre, ma ogni volta che interviene per dirmi di perdonare Jason è come se facesse un passo indietro e si allontanasse da me.

E in questo momento sarei pronta a rinfacciargli tutto quello che mi ha fatto se continuasse a difendere Jason.

«Ah, a proposito...»

Alzo di nuovo gli occhi dal tavolo quando prova a richiamare la mia attenzione, ma questa volta sbuffo sonoramente e alzo gli occhi al soffitto, mentre conclude con una finta innocenza stampata sul viso:

«In questo momento il tuo futuro marito è nel suo ufficio... Con la nuova modella dell'azienda.»

La mia espressione passa da scocciata a seria in un batter d'occhio, ma non faccio in tempo a incrociare i suoi occhi per capire se è serio o è una delle sue provocazioni, che scappa via dalla mia vista e mi lascia sola entro queste quattro mura di vetro.

Serro la mascella e stringo la cartella di documenti tra le dita senza nemmeno rendermene conto, ma non passano due secondi che mi alzo dalla scrivania in fretta, raccogliendo i fogli dal tavolo mentre maledico mentalmente quell'idiota.

Non avrei dovuto accettare di lavorare nella sua azienda. Sarei dovuta rimanere nel mio appartamento e stare con mia figlia, invece di chiedere a mia suocera di badare a Katty come al solito.

Sospiro pesantemente quando da lontano guardo attraverso le pareti di vetro dell'ufficio di Jason e mi rendo conto che Mark non mentiva, al che porto l'interno della guanvia tra i denti e aumento il passo nella sua direzione.

Non ho lasciato quel bastardo sfiorarmi o anche solo darmi della 'moglie' da quando ho accettato la sua proposta, e sorprendentemente nemmeno lui mi ha costretta a dormire sul suo stesso letto, ma dopo che mi ha minacciata a sposarlo non ho intenzione di lasciargli vivere la sua vita che la sua mente malata e da puttaniere vuole.

Infatti non ci penso due volte prima di spalancare la porta con forza e attirare la loro attenzione, mentre sposto più volte gli occhi da quella che sarà la nuova modella dell'azienda a Jason.

Premo le labbra con forza quando incrocio lo sguardo dello stronzo di fronte a me, mentre le mie guance iniziano a surriscaldarsi lentamente.

La mia smorfia passa da arrabbiata a seria in un attimo quando mi accorgo che i loro occhi sono su di me, lei che mi guarda con un'espressione stupita e Jason che mi fissa con una smorfia confusa e perplessa allo stesso tempo.

Deglutisco rumorosamente e mi schaffeggio mentalmente quando mi rendo conto di aver esagerato, dato che mi sembra un normale colloquio di lavoro.

Deglutisco di nuovo quando Jason raddrizza le spalle larghe, socchiudendo gli occhi e portando la schiena indietro per poggiarsi allo schienale della sedia, mentre alza un angolo della bocca e riprende a guardare la sua nuova dipendente con una faccia piena di malizia.

«Ho portato il resoconto delle ultime due settimane.» - mi schiarisco la voce  e cerco di apparire il più fredda possibile quando capisco cosa passa per la testa a quest'uomo.

«Puoi tornare più tardi, ora sono impegnato.»

Mi fermo alla soglia della porta quando la sua voce roca arriva alle mie orecchie, al che alzo il mento nella sua direzione, portando la lingua tra i denti per non rispondergli male, ma non gli do la soddisfazione di avere la meglio e m'incammino nella sua direzione a passo lento.

Mi muovo lentamente senza smettere di guardarlo in segno di sfida, mentre i suoi occhi si muovono lungo il mio corpo, fissandomi dalla testa ai piedi quasi divertito, ma il suo sorriso si perde lentamente e assume una smorfia seria quando mi avvicino alla sua sedia dall'altra parte della scrivania.

«È urgente, amore.»-assotiglio la voce in modo ironico, imitando la sua vecchia amichetta bionda che non sento nominare dall'ultima volta che ho visto in tribunale, anche se Mark mi ha chiaramente fatto capire che non ha preso bene la notizia di essere stata usata da Jason per creare tutta quella situazione.

Lo guardo dall'alto e lascio cadere sul suo tavolo la cartella piena, per poi piegarmi alla sua altezza e annullare ogni distanza tra noi due, incollando le labbra alla sua bocca carnosa in un bacio a stampo così rapido che non gli do il tempo di reagire e mi alzo di nuovo alla mia altezza, fingendo una smorfia serena anche se il suo sapore su di me mi fa tremate le labbra.

Passo la lingua sul labbro inferiore e gli volto rapidamente le spalle senza avere il coraggio di guardarlo negli occhi, mentre realizzo pian piano quello che ho appena fatto, sentendo le guance emanare sempre più calore.

Inizio a camminare lontano da lui e dalla modella a passo felpato, ma rallento il passo quando la sua voce acuta echeggia in ufficio:

«Chi è lei?»

Appena la sua domanda arriva alle mie orecchie, serro la mascella, chiedendomi cosa le importa di sapere chi sono.
Forse non è così innocente come è sembrato quando sono entrata, e al solo pensiero che un'altra 'Sharon' è entrata nella mia vita mi sale un nervoso che non riesco a trattenermi:

«Sua moglie!» - mi volto rapidamente nella sua direzione prima di chiudere la porta alle spalle, alzando il tono della voce, ma non tanto da superare quella di Jason, che risponde all'unisono con un sorriso divertito stampato in volto:

«Una delle mie ex.»




️❤️❤️❤️❤️❤️Fine ❤️❤️❤️❤️❤️❤️

🥺🥺🥺🥺🥺🥺🥺🥺🥺🥺🥺🥺🥺🥺🥺🥺🥺🥺🥺🥺🥺🥺🥺🥺🥺🥺🥺🥺

Grazie, a tutte voi🥰🥰

In attesa di Ex 5

EX 5 USCIRÀ LA PRIMA SETTIMANA DI LUGLIO!!!

❤️❤️

EX 4 || || Ema OQU Место, где живут истории. Откройте их для себя