Thirteenth

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Spalanco le labbra mentre i miei occhi si spostano dalla televisione accesa al corpo di Jason, sdraiato sul divano con le mani sollevate e incrociate dietro la testa.

Ha addosso solo un paio di jeans, mentre i muscoli del suo petto sono allo scoperto, mentre il suo petto è nascosto... dal corpicino di Katty.

Boccheggio l'aria a fatica quando realizzo che mia figlia dorme a pancia in giù sui suoi pettorali, giganteschi in confronto alla testolina di Katty.

Il mio cuore inizia a battere all'impazzata, dimenticandomi di tutto ciò che è successo prima di mettere piede in questa casa, mentre approfitto del fatto che Jason coninua a guardare la televisione senza accorgersi della mia presenza.

Aggrotto la fronte e inclino la testa quando noto quello che sta seguendo in TV, trattenendo un sorriso divertito e stupito allo stesso tempo quando 'Masha e l'orso' appare sulla grande schermata.

Porto la mano davanti alla bocca al pensiero che lui creda davvero che una bambina così piccola si diverta a guardare cartoni animati.
Non ha la minima idea di cosa significhi fare il padre, ma vederlo con nostra figlia sul petto a guardare un cartone animato mi fa venire i brividi.

«Eri da lui?»

Il sorriso mi muore sulle labbra quando la sua voce rauca echeggia nella mia testa, facendomi capire che sa che sono qui e che lo sto fissando in silenzio.
Continua a guardare verso la televisione senza degnarmi di uno sguardo, ma non sembra arrabbiato.

Non sembra incavolato ma la sua domanda mi fa ritornare in mente l'incontro con Joseph e all'improvviso un profondo senso di colpa inizia a impossessarsi di me.

Deglutisco rumorosamente e scuoto la testa per scacciare dai pensieri l'immagine di Joseph che bacia il mio collo, mentre inizio a camminare a passo lento verso il divano.

«Si.»-sussurro, ma abbastanza forte da farmi sentire da lui, che ora si gira nella mia direzione, incrociando i miei occhi con le sue pupille scurissime, senza distoglierle e continuando a guardarmi dal basso mentre prendo posto al lato del suo corpo.

Mi siedo vicino al suo petto, voltandogli le spalle e poggiando i gomiti sulle sue ginocchia, mentre sento il suo sguardo omicida sulle spalle.

Chiudo gli occhi con forza e sospiro per l'ennesima volta oggi, decidendo all'improvviso di liberarmi di un peso che mi sta facendo venire la nausea:

«Non siamo davvero fidanzati.» - abbasso la testa e inzio a pizzicare il palmo di una mano con l'altra, pronta a subire qualsiasi insulto da parte sua, mentre una parte di me spero che non sia così bastardo da usare questa cosa contro di me davanti al giudice.

«Lo so.»

Alzo la testa di scatto e incrocio i suoi occhi neri di nuovo, mentre il sangue smette di scorrere nelle mie vene quando mi accorgo che è serio, ma non faccio in tempo a chiedergli come faccia a saperlo che muove di nuovo le labbra per parlare, questa volta con una voce più fredda di poco fa:

«Altrimenti non saresti mai uscita da questa casa.»

Sussulto alle sue parole, anche se non è affatto minaccioso. Lo dice con una smorfia così ovvia che il mio cuore inizia a battere all'impazzata, al solo pensiero che non gli avrebbe fatto piacere vedermi uscire con Joseph.

Aspetto in silenzio che ritiri indietro quello che ha appena detto, ma rimane in silenzio a fissare i miei occhi senza muovere ciglio.

Credevo che non volesse che Katty uscisse dalla villa, non la sottoscritta. Credevo non gli importasse di sapere dove esco e con chi, dato che non ha mai detto nulla ogni volta che ho varcato la soglia di quella porta da sola.

EX 4 || || Ema OQU Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora