Fourteenth

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Non ho il coraggio di guardarmi allo specchio da quando sono tornata a casa di Jason.

Devo ammettere che non credevo il biondo mi stesse così bene, ma sono così diversa che mi sembra di essere un'altra persona ogni volta che guardo il mio riflesso allo specchio.

Continuo a scuotere il biberon per mischiare bene il latte in polvere, mentre sposto il seggiolone avanti e indietro davanti al divano, approfittando del fatto che la casa è vuota per passare del tempo in un posto che non è la mia camera da letto.

Porto una ciocca di capelli dietro l'orecchio, lasciandomi scappare una risata al ricordo di Jason che guardava Masha e l'orso con nostra figlia addosso.

Porto il labbro inferiore tra i denti e increspo le labbra per evitare di sorridere come una scema, raddrizzando le spalle all'improvviso quando sento il rumore di un paio di tacchi echeggiare in corridoio, facendomi capire che la madre di Jason è già a casa.

Faccio finta di nulla e continuo a muovere la mano in gesti ripetuti, mentre cerco di assumere un'espressione seria e mi preparo a giustificare la mia tinta alla mia ex suocera, ma quando alzo la testa e incrocio gli occhi di Sharon la mia mano si ferma in aria all'istante.

Stringo con forza il biberon in mano e sento il sangue ribollire nelle mie vene per la rabbia, come se non fosse normale la sua presenza in questa casa.

Per un attimo mi ero dimenticata del fatto che il mio ex è fidanzato con una stronza che non sa nemmeno cosa sia il pudore.

Infatti la guardo dal basso mentre si avvicina al divano, senza distogliere gli occhi dalla sua figura alta e snella, mentre i suoi si muovono più volte dalle mie pupille ai miei capelli, quasi sorpresa e infastidita allo stesso tempo.

Lei e Jason hanno molto in comune, e non mi sorprende il fatto che stanno ancora insieme. Hanno sempre quel broncio fastidioso in viso che sembra siano arrabbiati con il mondo intero.

In questo caso è ovvio che Sharon ce l'abbia con me. La mia presenza intorno a Jason non le piace affatto, e conoscendola mi fa strano che non abbia fatto nulla per farmi pentire di essere qui, anche se ogni volta che fa compagnia a Jason, nella sua stanza  le sue urla di piacere sembrano essere solo un modo per ricordarmi di stare alla larga da lui.

Come se mi importasse di quello che fa quel bastardo nella sua stanza.

«Fidati. Così fai più schifo di prima.»

Mordo l'interno della guancia con forza quando decide finalmente di aprire la bocca, così rossa che scommetto abbia passato il rossetto almeno dieci volte oggi.

Alzo un sopracciglio quando il suo sguardo passa dai miei capelli di nuovo ai miei occhi, ma decido di non cadere nelle sue provocazioni.

Risponderle ora significherebbe darle l'attenzione che non merita di avere da parte mia.

Riprendo a scuotere il latte, dandole le spalle con la guancia ancora tra i denti, come se mi potesse aiutare a placare la voglia di mandarla a quel paese in questo momento.

Spero davvero che faccia lo stesso e mi volti le spalle per andarsene dall'altra parte della villa, anzi, dall'altra parte del mondo, magari a chiudersi nella camera del suo amato e aspettarlo lì, invece di continuare a provocarmi, e so bene che è questo che vuole.

«Pensi che così Jason tornerà di nuovo da te?» - questa volta le sue parole vengono fuori in un sussurro malizioso e pieno di derisione, mentre  poggia le mani sullo schienale del divano dietro le mie spalle.

La sua vicinanza mi fa provare una voglia pazzesca di girarmi e tirarla per i capelli.

Non sono cambiata per Jason! Sono cambiata perché ho delle amiche pazze che non vogliono sapere di quello che voglio o non voglio fare!

EX 4 || || Ema OQU Where stories live. Discover now