Capitolo 13

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Entrai dentro casa di Davis e lo vidi seduto sopra il divano a vedere la televisione. Stavano trasmettendo una partita di calcio e ovviamente non poteva perdersela.
"Davis sono tornata" urlai mentre mi chiudevo la porta alle spalle.
"Menomale." rispose freddo, continuando a vedere la televisione e non degnandomi neanche di uno sguardo.
"Ludovico?" domandai, non vedendolo insieme a lui.
"È di sopra, sta dormendo."
Mi avvicinai per guardarlo in faccia, gli porsi un sorriso ma lui continuò a fare il sostenuto.
"Che hai Davis?" domandai spazientita per quel suo modo di comportarsi.
"Sei stata bene con quello?" domandò alzandosi con la schiena dal divano e mettendosi dritto con una postura molto rigida.
"Senti Davis tu sei solo un mio amico, l'unica cosa che ci unisce sono le notti passare a scoparci. Non sei il mio fidanzato e non lo sarai forse mai." gli dissi, alzando leggermente la voce ormai stanca di quel suo atteggiamento geloso e ossessivo.
"Tu non capisci Beatrice, non capisci mai." disse abbassando lo sguardo con aria delusa.
"Cosa c'è da capire Davis? Cosa mi nascondi?" domandai cercando di essere il più dolce possibile e di non alzargli la voce contro.
"Niente Bea, non posso parlarne ora. Ma sappi che mi dispiace per tutto." continuò stringendosi tra le mani la testa.
"Per cosa ti dispiace? Parlami Davis, ti prego." mi avvicinai a lui e presi in mano la sua mano per stringerla forte alla mia.
"Bea, a me dispiace, io davvero non volevo perché non ne sapevo nulla, ho agito d'istinto, scusami davvero." continua a parlare rattristandosi sempre di più.
"Dimmelo Davis, ti prego, ho il diritto di sapere tutto." dissi con un tono autoritario.
"So chi è stato a fare tutto quel disastro a casa tua. Lo conosco, è un mio caro collega. Ho mosso i primi passi nella moda grazie a lui. Sapevo della sua perversione ma non mi sarei mai immaginato che arrivasse fino a questo punto. Non lo sentivo da tanto, ma quando è tornato ha deciso di fare un incontro a casa sua, dove siamo andati l'altra sera." disse stringendosi ancora di più le mani in mezzo ai capelli.
"Poi la mia manager quando mi ha chiamato voleva sapere tutto di te, ma non sapevo che lei è la sua amante, una delle tante. Evidentemente lui, le aveva ordinato di scoprire qualcosa su di te, ed io come uno sciocco non ci ho pensato e le ho detto tutto." continuò.
"Perché non me l'hai detto prima?" domandai.
"Perché Ludovico me l'ha vietato, lui sapeva tutto, lui conosceva tutto. Lui è suo fratello, voleva fare in modo di trascinarti in quel mondo per farti sua.
Ludovico conosce Paolo, anche io lo conosco, è un modello molto importante nel nostro giro, ha collaborato con noi per molti anni, ma poi ha litigato con Ludovico a causa di una donna."
Per un momento rimasi scioccata, non sapevo più di chi fidarmi, era Ludovico che si stava prendendo gioco di me oppure Paolo? E lui, Valerio perché aveva scelto me?
"Senti Davis, Paolo mi ha raccontato tutto, io già sapevo di lui, si chiama Valerio giusto?" domandai pur sapendo già la risposta.
"Si, Valerio, è lui il fratello di Ludovico." disse guardandomi negli occhi.
"Ma allora perché avvisare anche Ludovico di stare lontano da me? Se è suo fratello?" domandai.
"Perché Valerio e Ludovico si erano messi d'accordo. Volevano trascinarti nel loro mondo, farti propria, ma poi è arrivato Paolo e la faccenda gli è sfuggita di mano." continuò lui.
"Paolo è un soggetto difficile da tenere a bada, lo è sempre stato fin dai tempi in cui collaborava con noi quattro. Eravamo molti uniti, io, Ludovico, Paolo e Valerio, ma poi Ludovico e Paolo litigarono, come ti ho già detto e ognuno è andato per la sua strada, Ludovico è partito per girare i suoi film, Valerio anche ma per ragioni che non ci ha mai detto, io rimasi qui e anche Paolo fece lo stesso, ma da quel giorno nessuno dei due cercò più l'altro. Io continuai a lavorare per l'azienda di Valerio, mentre lui se ne creò una tutta propria con il suo amico Alex." disse spalancando gli occhi non appena vide Ludovico scendere le scale e venire da noi.
Aveva un espressione dura e con passo pesante si avvicinò.
"Le hai raccontato tutto?" domandò Ludovico a Davis.
"Si, dovevo farlo, non può restare all'oscuro di tutto, è una brava ragazza non se lo merita, lei non vuole quel mondo Ludovico." disse Davis con un tono alterato.
"Lei lo avrebbe voluto, doveva essere mia Davis, mia e di Valerio. Tu sai com'è lui, quando vuole una cosa non lo ferma nessuno eccetto.." la sua frase rimase in sospeso.
"Eccetto?" dissi interrogativa mostrando una certa insistenza.
"Eccetto Paolo" disse Davis.
"Si eccetto lui, eccetto Paolo. Non smetterà mai di influenzarlo, è lui che lo ha fatto diventare così com'è, così perverso tanto da volerne sempre di più." disse Ludovico.
Si stava creando una situazione più grande di quella che pensavo fosse, Paolo era il veleno e la cura allo stesso tempo, un uomo capace di scaturire l'odio e al contempo l'amore, un uomo forte, autoritario.
"Paolo è di più di quello che tu pensi, Paolo era una grande amico di Valerio, fino a quando non si portò via la mia donna, l'unica donna che amavo, la distrusse, la annientò, la sua perversione era estrema e lei non riuscì a reggere tanto che scappò ed io non glielo perdonai mai. La cercai in giro per il mondo mentre giravo i miei film, ma di lei nessuna traccia. Io e Valerio non sopportammo questa situazione e il nostro gruppo si ruppe, ognuno andò per la sua strada." disse Ludovico avvicinandosi a me e sedendosi.
Sapevo che Paolo era perverso, ma non a tal punto da far scappare una donna, quella stessa donna che a quanto pare aveva deciso di seguirlo.
Era successo qualcosa, qualcosa che sicuramente nè Ludovico nè Davis sapevano, le risposte avrei potuto riceverle solamente da Paolo.
Ora dovevo solo aspettare che lui tornasse a prendermi.

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