Il «Nido del Miscuglio»

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Keira e Arina uscirono insieme dalla casa della gilda dirigendosi verso il «Nido del Miscuglio», il dispensario di Tabatha.
L'ardesia che componeva la strada era umida e i piccoli fili d'erba che riuscivano a crescere tra i sassi brillavano di un bel verde smeraldo.

"Ha piovuto." Pensò Keira.

L'odore era inconfondibile e l'aria fresca e rinnovata.
Qualche minuto più avanti, uscendo dalla via principale, si trovava il dispensario di Tabatha: un ammasso informe di legna e pietre tanto insolito quanto rinomato e con un camino sempre fumante.
Davanti all'ingresso si era formato del fango che riempì le suole degli stivali di Keira.

"C'era da aspettarselo!" Disse e poi aggiunse "Arina vieni, forza!"
La lupa rimase composta fuori dalla porta e lontana a sufficienza dalla pozza.
"Non vuoi sporcarti le zampe, non è così? E va bene, aspettami fuori." Alzò gli occhi sorridendo ed entrò da sola.

La luce era soffusa in quella piccola stanza, quasi come se venisse oppressa dalle polveri che aleggiavano e dagli odori che di spazio in spazio cambiavano. Ai lati le pareti erano occupate da lunghi scaffali su cui sfilavano boccette e ampolle di varie ampiezze e colori. Sotto agli scaffali mille cassetti e cassettini etichettati con cura: radici rosse, interiora di cervo, pietre e creta, foglie secche, fiori velenosi, scaglie di drago, bacche blu e molto altro.
Avanti sulla destra si apriva una seconda porta; da lì uscì Tabatha troppo indaffarata ed estremamente concentrata sul suo intruglio per badare al nuovo arrivato. Keira si avvicinò al tavolo dietro a cui la donna si era sistemata per sminuzzare e pestare alcuni semi.
Si schiarì la voce.

"Oh cara! Non ti avevo proprio vista entrare! Di cosa hai bisogno? No, aspetta! Lo so, me ne sono ricordata anche questa volta. Vado subito a prenderlo!" Così era Tabatha.
Keira rimase, come al solito, con le parole in bocca e, in attesa del ritorno della donna, si mise ad osservare le piante che crescevano all'interno della casa e che sembravano sostenerla dall'interno. Un albero si destreggiava tra gli scaffali salendo su fino al soffitto mentre le sue radici rendevano il pavimento pericolosamente irregolare, una pianta di edera verde si arrampicava al suo tronco percorrendo qualche ramo e buona parte della parete parallela all'ingresso e dall'alto penzolavano strane alghe screziate di rosa e azzurro insieme a classici mazzi di spezie essiccate.
Tabatha tornò goffamente da Keira e le porse un'ampollina di vetro contenente l'antidoto di cui aveva bisogno.

"Ti sei ridotta all'ultimo come sempre vedo! Devi prestare più attenzione Keira o diventerai..."

"Si, si lo so bene Tabatha. Ti ringrazio per avermelo ricordato." La interruppe bruscamente.

"Diventare cosa?" Una voce curiosa si fece spazio nel discorso.

"Oh eccoti! Keira, lui è Miwin, mio nipote. Gli sto insegnando il mestiere." Il ragazzino entrò nel Nido del Miscuglio chiudendosi la porta alle spalle.

"Quindi?" Chiese lui impaziente.

"Non penso che sia una storia adatta a..."

"Shh, silenzio Keira! Gliela racconto io!" Tabatha la interruppe e cominciò a raccontare entusiasta.
"Hai visto la sorella di Keira fuori dalla porta? Beh sì è un lupo e tutto a causa della sua Moneta del Destino. La sua paura più grande infatti erano i vampiri e la storia già la sai, ma Keira invece ha una storia del tutto diversa perché Grim, il loro padre, non voleva rischiare di perdere un'altra figlia e decise di provare un rituale magico unito ad alcune miscele di veleno di vampiro proprio su Keira per renderla immune. Se avesse funzionato avrebbero potuto usare questa scoperta su tutti noi per proteggerci, ma non è così semplice e infatti eccoci qua."

"Nonna sei andata troppo veloce! Non ho capito cosa è successo dopo!" Si lamentò Miwin.

"Dopo è successo che il rituale non ha funzionato e che ora sono costretta ad usare sempre questo antidoto per respingere il veleno che mi è stato iniettato." Keira prese in mano il discorso e concluse rapidamente per non ricordare troppo.

"Scusami cara, forse non avrei dovuto..."

"Non fa niente Tabatha, è la mia storia e non posso cambiarla."

"È per questo che alcuni qui nel villaggio hanno paura di te? È per i capelli bianchi?" Chiese cauto il ragazzino.

"Non c'è niente di male nei capelli bianchi!" Intervenne Tabatha sistemandosi meglio il cappello che portava sopra ai lunghi capelli bianchi e crespi.

Keira e Miwin notarono per la prima volta la tartaruga viva che Tabatha teneva nella conca che il tessuto del cappello creava sulla sua testa. Rimasero a fissarla straniti e poi ripresero a parlare.

"Sì, è anche per i capelli bianchi, ma non solo. Quelli che hanno paura conoscono la mia storia e temono che io mi possa trasformare in un vampiro da un momento all'altro."

"Cosa che accadrà se non ti sbrighi a bere il mio antidoto!"

"Cosa ci hai messo dentro nonna?" Chiese lui.
Keira intanto stappò l'ampolla.

"Per contrastare un veleno così forte c'è bisogno di ingredienti altrettanto forti e non è stato facile trovare le combinazioni e le dosi giuste; ma, passato qualche tempo dal rituale, ho trovato un miscuglio stabile e adatto e ormai è da più di un anno che ne preparo per Keira.
Conosco tutto a memoria. Servono ben cinque fiori di aquilegia viola e tre steli di limodoro con i suoi fiori lilla e le sue foglie appuntite che vanno sminuzzate insieme alle parti verdi della pianta. I fiori e le parti viola sono le più importanti e vanno bollite in acqua di fiume, per questo l'antidoto ha questo colore violaceo. Al liquido che si ricava poi si aggiungono alcune gocce di radice rossa e quando la pozione diventa nera allora si passa al fegato di cervo, non ne serve molto. Una volta che tutto si è mescolato si travasa la parte liquida nell'ampollina e si fa raffreddare finché non torna viola. Non credere che ti sveli anche le formule magiche, è ancora troppo presto per farti usare il libro."

Keira in un sorso bevve l'antidoto strizzando gli occhi e d'improvviso si contrasse cominciando a respirare molto profondamente. La testa le girava, non si abituava mai a quella maledetta pozione. Si sentiva pesante e iniziò ad accaldarsi e a sudare. Pian piano alcune ciocche dei suoi capelli si tinsero di un viola acceso e quando riaprì gli occhi i dolori si fermarono.
Miwin rimase paralizzato e si spaventò un po' alla vista del volto di Keira: sottilissimi capillari viola le erano comparsi vicino agli occhi castani che ora avevano alcune striature violette, ma la sua pelle era meno pallida e di nuovo più umana.

"È tutto a posto ora, Miwin. Non avere paura." Lo rassicurò Keira e lui le sorrise.

"Beh la prossima volta ti conviene venire da me prima se vuoi soffrire di meno mentre fa effetto l'antidoto!"

"E va bene Tabatha, ci starò più attenta. Ti ringrazio molto!
Ah, un'altra cosa! Per caso è passato di qui Rony? È sparito oggi..." Chiese Keira.

"Parli di Ronnygal? No, in effetti non è ancora passato a ritirare le sue bacche quotidiane. A meno che non abbia smesso di comprarle da me." Tabatha alzò le spalle e poi le chiese se voleva lasciare un biglietto per lui nel caso fosse passato. Keira scrisse due righe al suo amico e poi lasciò il Nido del Miscuglio.

"Nonna, davvero Keira diventa un vampiro se non prende l'antidoto?"

"Mio caro Miwin... Non solo diventerebbe un vampiro, ma la sua anima resterebbe dannata e intrappolata per sempre a causa dei suoi continui tentativi di respingere la trasformazione. Il suo è un Destino buio, ma lei non lo vuole comprendere..."

Keira e il VampiroHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin