Capitolo 20 - Morte di una stella

934 42 3
                                    

📌 Come muoiono le stelle
Le stelle più piccole collassano fino a diventare dense nane bianche.
Quelle più grandi scoppiano dando luogo a supernove.

- - -

Appena metto piede in casa la prima cosa che faccio è gettare le buste di cibo sul piano della cucina. E' ormai tutto rovinato, niente di quello che contengono può essere peggiorato dal mio gesto infuriato. 

Cerco di raccogliere le idee, ma la rabbia che provo è ancora troppa: stringo il piano di pietra così forte da rendere bianche le mie nocche. Le articolazioni delle dita fanno male, ma quel misero dolore non è nulla paragonato a quello che provo dentro. 

Quando trovo il coraggio di rientrare nel salone, Charles è seduto sul divano. Fissa il vuoto senza battere ciglio, non si volta a guardarmi nemmeno quando mi siedo al suo fianco. 

"Io credo di doverti più di una spiegazione." Inspiro profondamente e poi mi sfogo. "Ti è mai capitato di sentirti intrappolato in una vita che non senti tua? Il sapere precisamente che ogni minima decisione che prenderai in un giorno non avrà alcuna influenza sul tuo futuro? Perchè tanto ci sarà qualcuno che ti porterà comunque da un'altra parte. Anche se non vuoi. Perchè quando hai lottato non è servito a nulla, e allora tanto vale lasciarsi trascinare dalla corrente, sperando che prima o poi, per pura fortuna, incroci un destino che desideri davvero. Ecco questa è stata la mia vita, fino a qualche mese fa."

Lui sta per interrompermi, ma so esattamente dove vuole andare a parare.

"Lo so, in una famiglia benestante e una vita agiata non avrei alcun diritto di lamentarmi. Lo so. Non voglio giustificarmi dicendo cose banali tipo 'i soldi non fanno la felicità'. Ma come è possibile sentirsi soli in una stanza piena di gente, ci si può anche sentire tristi circondati da ricchezza." 

Mi rannicchio nell'angolo del divano, il più lontano possibile da Charles. 

"Albèrt è stato il mio primo e unico ragazzo. Me lo sono ritrovato a casa per cena insieme alla sua famiglia. Ricordo ancora di averli accompagnati alla porta per educazione, sperando di non rivedere mai più questo ragazzo anonimo e borioso. Neanche il tempo di pensarlo e mia madre stava già organizzando il secondo incontro. Te l'ho detto, era inutile lottare. Per loro ero già all'altare al suo fianco."

I matrimoni combinati non appartengono solo a culture arretrate o periodi storici lontani.

"Avevamo 17 anni, Charles. Lui iniziava già a seguire il padre nella sua attività e negli investimenti, a me era stato concesso di finire quantomeno gli studi. Amici di un certo rango sociale, passatempi solo di un certo livello, non potevo vivere alla luce del sole neanche la mia passione per la fotografia. Nemmeno Albèrt l'ha mai sopportata. Non sono riuscita a dirgli mai di no a nulla, figurarsi ad una proposta di matrimonio sulla Tour Eiffel, il giorno del nostro anniversario. Ho tentato la fuga la sera prima delle nozze, ma mia madre mi ha vista. In chiesa però non ce l'ho più fatta, mi mancava l'aria, stavo impazzendo. Sono scappata, ho preso il primo treno in partenza e mi sono ritrovata a Nizza, aiutata da un'amica conosciuta sul treno."

Al pensiero di Susanne e alla nostra discussione sento una stretta allo stomaco.

"Ho lasciato tutto dietro di me, ogni cosa e ogni persona. E dio, ringrazio ogni giorno il coraggio che mi ha permesso di farlo. Ma provo anche tanta vergogna, ed è stata proprio quella ad impedirmi di raccontarti prima tutto questo."

Spero davvero che possa perdonarmi. Anche se la vedo difficile, visto il suo mutismo prolungato.

"Ti prego, dimmi qualcosa Charles. Insultami, criticami, qualsiasi cos..."

"Ehi, calma. Calma." Sposta il suo sguardo su di me, finalmente mettendomi bene a fuoco. "Devi darmi un attimo per metabolizzare tutta questa storia, non è una cosa da poco."

Lo sento molto meno arrabbiato di quanto mi aspettassi, e questo mi rincuora un poco.

"Mi sarei aspettato tante motivazioni, ma la tua vita sembra la trama di un film."

"E' troppo?" 

Nonostante non sia più sconvolto come prima, ho il terrore che mi risponda di sì. Non lo biasimerei. 

"No. Credo di no. Mi hai solo colto di sorpresa." Si gratta nervoso la nuca. "Mi spiace che tu non ti sia fidata abbastanza da raccontarmi tutto, questo probabilmente è ciò che mi ferisce di più."

"Non l'ho fatto perchè credevo che mi avresti allontanata. E io non l'avrei sopportato... Charles io..." 

Il ragazzo di fronte a me fissa il suo sguardo nel mio, ipnotizzandomi. Cerco di mordermi la lingua per impedirmi di continuare, ma è tutto vano.

"Io credo di essermi innamorata di te."

Come una cometa // Charles LeclercWhere stories live. Discover now