Capitolo 2: Incontro

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"Hikau non avere timore non mi succederà nulla... coff coff"

La verità però era unaltra: la Lucario era davvero a un passo dalla morte e Hikau lo sapeva, non riusciva a non piangere, a non disperarsi, ben presto sarebbe rimasto solo e non sapeva come sarebbe andato avanti.

Il Nome della mamma di Hikau era: Evelyne e mori il giorno successivo sotto le lacrime straziate del figlio.

Hikau si risvegliò e si guardò attorno, era disteso in un letto di paglia in una stanza calca grazie al fuoco di un camino, pensò immediatamente al sogno che aveva fatto, finendo per lacrimare leggermente. Ma in questo momento, il problema era un altro, una sorte di preoccupazione iniziò a varcare il pensiero del Lucario, una legge del codice morale della sua specie.

Non fece in tempo a finire di parlare che un Pokemon che ricordava una volpe, fece ritorno a casa.

"Ti sei svegliato vedo, per un momento ho temuto nel peggio...eri davvero ridotto male."

La voce era femminile, si trattava di una Braixen, era stata lei a trovare Hikau e a salvarlo. Il Lucario sgranò gli occhi e cercò in tutti i modi di alzarsi. Quello era davvero un grave problema, non poteva rimaner lì.

Non poteva mettere a rischio qualcun altro per la sua stupida debolezza.

"M-Mi dispiace ma devo proprio andare"

"Ma non puoi muoverti in quelle condizioni!"

"Se...Se mi trovano con te, tu perderai la tua libertà e questo non lo voglio...non voglio che altri Pokemon soffrano per la mia debolezza!"

La Braixen era abbastanza confusa, almeno questo era quello che lasciava trasparire.

"Ma di chi stai parlando?"

"Scusami devo proprio andare..."

Hikau cercò di alzarsi ma cadde nuovamente sul comodo letto di paglia.

"Te lho detto, sei ancora troppo debole e mi devi dire a cosa di riferivi sul fatto che vuoi proteggere la mia incolumità"

"Tu non lo conosci il codice dei Lucario?"

La Pokemon volte fece di no con la testa, anzi per lei era anche abbastanza strano che un Lucario fosse sceso dal suo villaggio in quelle condizioni. Tutti erano a conoscenza del villaggio dell'aura, questo è il nome di quel particolare villaggio.

"Sono...sceso dalla montagna per trovare bacche per curarmi da solo"

"Effettivamente ora che ci penso, ha un senso non avevi ferite riconducibili a una caduta...qualcuno ti ha ridotto in quelle condizioni?"

Hikau annuì, lui sapeva che non avrebbe dovuto spiattellare così il manuale dei Pokemon Lotta-Acciaio ma doveva proteggere quella Pokemon fuoco a tutti i costi.

"Come ti chiami?"

"Hikau...tu?"

La risposta della Braixen lo spiazzò.

"Il mio nome è Evelyne"

Era una semplice coincidenza no? Segno del destino? Infondo solo gli stupidi potevano credere al destino, quindi si! Era una semplice coincidenza.

O almeno questo è quello che pensava Hikau.

"C-Capisco comunque...la parte brutta della regola dei Lucario deve ancora arrivare se un Lucario viene sorpreso a farsi curare da una Pokemon normale, quest'ultima viene..."

"Viene?"

"T-Torturata"

La Braixen rimase apparentemente sorpresa, non poteva fermare Hikau, lui non lo voleva, voleva proteggere la sua incolumità. Era tutto segno di un delirio che la sua mente stava formando, non era neanche completamente lucido.

"Il Lucario riuscì a rimettersi in piedi"

"Grazie...comunque"

Hikau ringraziò la giovane Braixen che lo aveva aiutato ed uscì di casa, andando a cercare le bacche. Non fu una ricerca difficile, riuscì a recuperare gran parte della forza fisica. Sul braccio rimaneva ancora la cicatrice dalla precedente tortura.

Ogni tanto mentre camminava, pensava alla Braixen che lo aveva salvato, doveva ammetterlo, era davvero bella ma purtroppo unaltra regola del villaggio gli impediva di innamorarsi di Pokemon ad di fuori del villaggio. I Lucario potevano stare solo con altre Lucario, molte venivano sfruttate doppiamente per dare alla luce più cuccioli e a loro andava bene così. Solo poche femmine potevano permettersi un unico compagno da amare per tutta la vita.

Molte volte, le Lucario scarseggiavano e i maschi erano costretti a procreare anche con membri femminili della famiglia pur di impedire il crollo della popolazione. Nessuno era a conoscenza di quelle regole che superavano ogni sano limite, i Pokemon non conoscevano la vera natura del popolato dei Pokemon aura.

Riuscì a trovare parecchie bacche e, dopo essersi ripreso del tutto, tornò al villaggio nonostante la sua grande voglia di fuggire e di isolarsi dal mondo. Il problema è chegli altri Pokemon lotta-acciaio non gradirono il ritardo del compagno, lo consideravano un disonore.

"Era impossibile fare ancora più schifo ma, impossibile ma vero, tu ci sei riuscito, congratulazioni"

Lo sbeffeggiò Anubis, in un misto tra il ridacchiare e il ringhiare, sapeva che era colpa sua se lex amico ci avesse messo così tanto per curarsi. Hikau rimase in silenzio, sapeva che palare avrebbe solo peggiorato ancora di più le cose, per cui non fece altro che subire unaltra punizione per quel disonore. Altra punizione = altra violenza, era scontato no? Purtroppo quel popolo viveva così, per far crescere grandi guerrieri o per condannare gli scarti, in questo caso la seconda.

Fu ridotto nuovamente uno straccio e non sapeva più dove andare, suo padre lo aveva osservato da lontano mentre lo stavano picchiando, si avvicinò e fece una cosa che spezzò definitivamente il cuore di Hikau.

gli sputò in faccia senza alcuna esitazione.

per poi girarsi e andarsene via. Un gesto che spaccò una delle poche cose rimaste salde della sua vita. Il resto del popolo scoppiò a ridere in evidente stato di godimento, Hikau era stato definitivamente negato dal padre. Il ragazzo non riusciva a crederci, continuava a sperare che quello non fosse altro che un incubo ma dovette accettare la realtà.

Mai nessun Lucario era stato negato dal proprio padre ma esisteva una regola anche per quella precisa azione:

Se un Lucario viene ripudiato dalla propria figura famigliare, esso può decidere tra due cose: La morte indolore o la morte in fuga.

Era letteralmente condannato, quello era il punto più brutto a cui potesse arrivare ma, nel profondo del cuore, era contento di andarsene, di morire, magari di raggiungere la propria madre nella speranza che non lo odiasse anche lei.

La Storia del Lucario RipudiatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora