Fuori controllo

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Gellert's pov

<<Ma certo, ho visto che si dirigeva verso questa parte, non mi sfuggirà questa volta>> Sentii Albus irrigidirsi immediatamente, lo sentii tremare leggermente. Non avevo idea di chi fosse la persona alla quale apparteneva la voce ma solo il fatto che aveva quell'effetto su Albus mi fece venire voglia di uscire e...
<<...Oliver...>> sussurrò
Quel nome bastò a farmi incazzare ancora di più e senza pensare a niente, uscii dal capannone lasciando un Albus pietrificato all'interno.

<<Hey stronzetto, cerchi qualcuno?>> estrassi la bacchetta e appena mi videro Oliver e il suo amico fecero lo stesso.
<<Dovevo immaginarlo, NON VI STACCATE MAI VOI DUE VERO, ESCI, ESCI FIGLIO DI PUTTANA>>
Sentii qualcosa, dentro di me prendere fuoco.
<<Prova a ripeterlo>> dissi con tutta la rabbia che mi possedeva in quel momento.

<<Non ti azzardare a toccare mia madre! stupeficium>> non mi ero accorto neanche che fosse uscito dal capanno. L'espressione di prima era scomparsa, ora, il volto di Albus era determinato, determinato a terminare quella storia definitivamente.

<<Allora, che facevate di bello da soli voi due nel capanno?>> l'aria di sfida nel suo sguardo mi fece ribollire dentro. Fosse per me l'avrei ucciso. Ma Albus era sempre stato quello più diplomatico tra i due.
<<Bevevamo di nascosto>>
<<Strano, sembra proprio che vi siate appena divorati a vicenda, froci>> disse disgustato.
Non guardai verso Albus, sarebbe stato troppo ovvio ma non sapevo cosa dire, per una volta nella mia vita ero a corto di parole, poteva costarmi la reputazione e molto di più.

<<Fate schifo, la famiglia Silente sarà dannata in eterno ma non permetterò che questa stirpe continui, crucio>> Sapevo prima che lasciasse l'incantesimo quello che avrebbe fatto. Vidi gli occhi di Oliver e istintivamente mi lanciai davanti ad Albus. Presi l'incantesimo al posto suo e sorrisi mentre sentivo tutti i muscoli allungarsi fino al limite, sorrisi mente sentivo le ossa spezzarsi e tutto il mio corpo brucire come se stessi ardendo vivo. Sorrisi perché almeno ero io e non lui e mi spaventai di quanto Albus fosse diventato in poco tempo così importante. Mi accasciai a terra.

Fu allora che lo vidi, l'odio negli occhi di Albus. Non furono molte le occasioni in cui vidi quella scintilla nei suoi occhi.

<<Confundo!>> Oliver si distrasse abbastanza da far si che la maledizione si spezzasse.
<<Ardemonio>> Sentii urlare poi e un grosso serpente di fuoco uscì dalla sua bacchetta inseguendo i due ragazzi.
Quando furono abbastanza lontani, mi si getto accanto.

<<Gel Gel! Cazzo cazzo, apri gli occhi!>>
Non mi ero neanche accorto di averli chiusi. Lo accontentai perché era quello che amavo fare. Se mi avesse implorato di portarlo in braccio a casa, lo avrei fatto, anche con le ossa spezzate.

Il suo viso si illuminò e mi strinse tra le sue braccia. E allora non pensai più al dolore. Solo il pensiero di quel momento anni dopo mi avrebbe aiutato, ma non lo rivelai mai a nessuno.

<<Sono vivo, sto bene, è tutto ok, tutto ok>> lo strinsi con ancora più forza, ignorando il dolore che sentivo.

<<Credi che lo diranno in giro?>>chiesi cercando di alzarmi, gemendo leggermente. Vedendo la sua faccia confusa, indicai me e poi lui.
<<Riguardo a noi?>> mentirei se dicessi che non ero preoccupato, normalmente non mi interessa il pensiero della gente, ma se il pensiero della gente implica la pena di morte allora la cosa diventa di notevole importanza.

Era un'assurdità pazzesca, i maghi si sono sempre sentiti superiori ai babbani, non sono di certa stato il primo a pensarla così. Eppure ci ostiniamo a prendere spunto da loro. La politica, le leggi. È questa era una di quelle cose, la pena per stare con la persona che ami. Perché si, mentirei se non affermassi qui e ora che ero follemente innamorato di Albus Silente. Mi faceva letteralmente uscire di testa ed era una cosa che non sopportavo eppure non potevo fare nulla per impedire quella bizzarra attrazione verso di lui. Avevo intenzione di cambiare questo tipo di cose, avevo giurato a me stesso e silenziosamente anche a lui che avrei cambiato la situazione. Perché lo amavo. Perché avevo costantemente paura che ci scoprissero. Perché odio avere paura.

Lui non disse niente, ma vidi il terrore esplodere nelle sue iridi azzurre.

Dopo una manciata di secondi aggiunse
<<Non hanno prove, giusto?>> Lo disse per confortarmi, ma in quel momento pensai che quello da confortare fosse lui.

Mi alzai a forza, ignorando il dolore lancinante che minacciava di buttarmi a terra e mi strinsi a lui. Gli circondai le spalle con un braccio e zoppicando tornammo a casa.

Non parlammo molto durante il tragitto, eravamo entrambi scossi dal quell'incontro, e mentre Albus sembrava, passo dopo passo, essere sempre più indifferente, io sentivo un incredibile potere omicida crescere dentro di me.

Avrei ucciso Oliver Blossom, e mi sarei divertito nel farlo, pensai.

Perché lui mi faceva sentire in pericolo, e odiavo sentirmi così. Ma la verità è che se anche mi costa ammetterlo, il motivo principale era che non sopportavo che qualcuno riuscisse ad avere un tale effetto su Albus, odiavo vederlo così. Era tutta colpa sua e avrebbe pagato per questo.

Durante tutta la notte, non feci altro che ripensare a quel momento, come in loop. Non chiusi occhio e alle 4 del mattino uscii di casa.

Non sapevo dove stavo andando, camminavo senza una metà precisa. Mi ritrovai davanti a casa di Albus.

<<Stai zitta stronza, smettila di dimenarti mostro!>>

E allora vidi Oliver che teneva Ariana ferma dalle braccia, non riusciva a parlare, colpa di qualche fattura, e tentava di liberarsi inutilmente.

Sentii la rabbia montarmi dentro e un'incredibile fonte di energia risalirmi dallo stomaco e possedere tutto il mio corpo e, all'improvviso Oliver venne scaraventato dall'altra parte del vicolo.

Corsi subito da Ariana, tremava.
<<Non sono stata io! Posso parlare, è morto, è morto! L...l'abbiamo ucciso. I....io>> cazzo, l'avevo ucciso e neanche me n'ero reso conto, non pensavo di possedere tutto questo potere, avevo appena eseguito una difficile fattura senza parole né bacchetta.

<<Ari, calmati, calma, non hai fatto niente è tutto finito è morto>> la presi di peso e poi suonai il campanello.

N.A
Capitolo molto corto, ma era indispensabile per capire il punto di vista di Gellert.

Grindeldore: I Tuoi Occhi Nello SpecchioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora