Si cresce

195 9 2
                                    

Quella sera d'inizio estate la pioggia non era la tipica pioggerellina estiva, piacevole e rinfrescante. Quella sera il cielo era disperato e le sue lacrime inondavano le strade di Godric's Hollow. Le piante si afflosciavano sotto il peso delle gocce ai loro occhi così grandi. E così come le piante anche gli abitanti erano sopraffatti dal senso di vuoto e tristezza che si può provare solo in una giornata piovosa come quella.

Al contrario di tutti gli altri, io non mi sentivo affatto vuoto, anzi, non ricordavo di essermi sentito più completo di così. Gellert sapeva annullare il vuoto che provavo. Con lui non ero Silente. Non ero il primo della classe. Non ero il bravo ragazzo che tutti pensavano ch'io fossi. Non ero il riflesso delle aspettative altrui, ero solo...Al.
E amavo sentirmi così.

Quando eravamo insieme, esistevano solo noi, come in un mondo a parte. Il tempo, passava in secondo piano. E poi tutto ad un tratto, la realtà ci ripiombava addosso. Quella volta capitò sotto forma di Ariana. Appena sentimmo bussare mi resi conto di quanto tempo doveva essere passato.

<<Avanti>>non avevo bisogno di chiedere chi fosse, la riconobbi dal modo in cui bussava. Ero bravo a riconoscere le persone che amavo dalle piccole cose, i passi, il profumo, e il modo di bussare. Il modo in cui bussava Ari, era delicato, leggerissimo, come se si sentisse a disagio, o di troppo in qualsiasi situazione. Al contrario di Abeforth, che bussava frettolosamente, tre volte, Ariana bussava due volte ad intervallo di pochi secondi.

La porta si spalancò e la figura esile di mia sorella mi si presentò davanti. I suoi occhi erano luminosi ma come sempre circondati da delle occhiaie. La trattavamo come una bambina, eppure la magia consumava i suoi anni più in fretta.

<<Gellert, rimane a cena?>>lo chiese più a lui che a me. Lui sembrò pensarci, credo che non volesse disturbare.
<<Piove a dirotto fuori, ti prenderai il raffreddore>> continuò Ariana cercando di convincerlo. <<Ho cucinato io>> mancava solo che si mettesse in ginocchio. A lui piaceva farsi desiderare. Lo guardai, per leggere nei suoi occhi la sua risposta, prima che la pronunciasse ad alta voce. Con Ari ci riuscivo, capivo cosa pensava prima  che lo dicesse, ma con Gellert era diverso. Si voltò anche lui, forse per leggere nel mio sguardo cosa io volessi al difuori di mia sorella. Il rapporto che avevamo si basava sulla sincerità, se non l'avessi voluto per cena, l'avrei detto, e lui mi avrebbe capito. Ma io volevo che restasse a cena. Volevo che rimanesse perché senza di lui, non ero Al.

<<D'accordo, ma se mia zia si arrabbia, sarà tutta colpa sua signorina Silente>> disse Gellert ridendo. Era strano sentire qualcuno rivolgersi a mia sorella chiamandola in quel modo, ma Gellert era un gentiluomo.
<<Chiamamami Ariana, perfavore>> Lui annuì. Si alzò e mi tese la mano per aiutarmi ad alzarmi.

Scendemmo, la pentola era sul fuoco ma la tavola era ancora sparecchiata, ideammo una specie di catena di montaggio: Io prendevo i piatti, li passavo a Gellert e lui li passava ad Ariana. Facemmo così anche per bicchieri, tovaglioli e posate, e la tavola fu pronta in pochissimo tempo. Non avevamo usato la stoviglieria che usavamo solitamente con gli ospiti, con Gellert non ce n'era bisogno. Arrivò anche Abeforth, che si scusò per il ritardo, poi si sedette, nell'ultimo posto libero, quello accanto a Gellert.

Cenammo sereni, senza dire una parola, Ariana sapeva cucinare abastanza bene, glielo aveva insegnato Bathilda, diceva che il suo "problema" non le avrebbe dovuto impedire di crescere come una normale ragazza. Ai nostri occhi era rimasta una bambina ma stava crescendo. Bathilda lo aveva capito prima di noi.
<<I Wright, danno una festa domani, alla loro villa. Hanno invitato tutto il villaggio.>> Ariana ruppe il silenzio. Una festa? Non avevo mai partecipato ad una festa al difuori di Hogwarts.

<<Ho raggiunto l'età giusta per parteciparvi, mi piacerebbe molto, se mi deste il permesso di andarci>> Aveva invitato Gellert per metterci in difficoltà, proibendole una cosa che desiderava davanti ad un ospite. Furba.

Grindeldore: I Tuoi Occhi Nello SpecchioWhere stories live. Discover now