Conclusione/Introduzione

17 0 0
                                    

Il motivo principale di "Elia I" era quello di voler raccontare la storia di una mia delusione amorosa.

Semplicemente, volevo sfogarmi (in primis con me), ma sperando di farmi notare un'ultima volta da lei, per una questione di chiarimento.

Quella storia aveva un inizio e si stava avviando verso la fine, era lineare dopotutto. Mi è stato utile perché scrivere ciò che mi era successo mi ha dato una prospettiva meno confusa su tutti gli accadimenti e mi ha aiutato a superarli.

Però mi ha portato anche dei danni; scrivere una storia che riguarda una "relazione" passata mentre mi stavo frequentando con un'altra ragazza non è stata una buona mossa. Ero ancora scottato, dopotutto.

Infatti poi non è andata per nulla bene, perché non ero per nulla lucido (ciò non mi deresponsabilizza, anzi) e quindi prendevo tutto alla leggera mentre lei stava male per colpa mia.

Poi, durante la stesura, una persona mi stava accusando di star facendo qualcosa di orribile, tanto che lo paragonò ad un atto di revenge porn, causandomi dei complessi mentali incredibili, però poi avevo capito che aveva sparato una stronzata assurda e mi ero intossicato per nulla.

Insomma, non era andato tutto liscio.

Nei mesi a venire, mi stavo rendendo conto che avevo solo tolto la maschera a tutto un mio mondo fatti di problemi, idiosincrasie, ansia, paura e rabbia.

Il periodo che va da ottobre a dicembre, sotto molti punti di vista, è stato devastante, perché stavo affrontando tutte le conseguenze di questa "scoperta"; infatti io non ho molti ricordi di quel periodo, se non che stavo sia psicologicamente, ma anche fisicamente male (da questo periodo iniziavo a non dormire bene). Solo poco prima delle vacanze di Natale c'è stato qualche miglioramento, prima della caduta finale. Sono due eventi molto simili, ma che mi hanno dato la spinta verso l'alto; avevo scoperto che una amica aveva una cotta per me, ma invece di tagliare totalmente i legami (come suggerisce la "norma"), decisi di chiamarla e parlammo proprio di questa situazione, cercando di capirla, da ambedue le parti. Alla fine l'abbiamo risolta ed ora siamo amici.

L'altro lo considero un miracolo; mi stavo sentendo con una ragazza che avevo conosciuto su Tinder. Dopo neanche due giorni ci vedemmo, ma non con la classica uscita, bensì la mattina a Napoli, prima dei corsi. Le cose stavano andando bene, ma io avevo la testa ancora altrove, non stavo bene, così la fiamma si spegne e decidiamo di rompere. Io avevo paura di causare gli stessi danni che avevo fatto in precedenza, ma così non è stato, ed anche qui, siamo amici.

Durante questo periodo avevo anche fatto amicizia con altre persone, non è stato terribile da questo punto di vista, solo che non ero in me, quindi qualche sprazzo di luce c'è stato in mezzo al buio.

La svolta inizia ad avvenire con una nuova psicologa. Spesso le dico che andare da lei è come prendere dei pugni in faccia, che però mi fanno capire dove sbaglio, dove c'è il problema, cosa posso fare, e ciò mi ha permesso di maturare (almeno un po').

Tutti i temi che io ho esposto qui non sono altro che il frutto di un percorso in cui ho posto solo le basi.

Sono questioni che non sono risolte, perché non c'è una vera e propria soluzione, perché tutto cambia, e se una cosa mi va bene oggi, non è detto che mi vada bene domani.

Ciò porta a conseguenze enormi per me, perché significa mettere in continuo dubbio tutto ciò a cui ho creduto ed è un processo potenzialmente infinito.

Mi ero costruito una specie di barriera con lo stoicismo, l'elogio della razionalità, ma quella barriera era diventato un guscio che mi escludeva dall'esterno. Non tenevo conto dell'altra parte di me, quella emotiva, quella sociale.

Non basta leggere Seneca per affrontare il dolore della solitudine.

Ancora adesso è un momento complesso per me, perché sto continuando a fare i conti con ciò che mi tiene legato al passato, con ciò che devo vivere nel presente e ciò che mi tira verso il futuro, condita da quel pizzico di ansia che fa da contorno.

Il mio rapporto stesso con lei cambia in continuazione, passando dal metterla da parte, per arrivare al combatterla come se fosse la battaglia della vita, sapendo che la soluzione (forse) è nel mezzo, perché alcune volte ho ancora difficoltà ad accettare di avere attacchi di panico.

Qui, ogni momento è slegato, ripetitivo, confuso, ma soprattutto circolare o addirittura "intercircolare" (non esiste come parola), dove un punto di un cerchio è collegato ad un punto di un altro cerchio, in relazione continua.

Ho dovuto lasciare fuori molti miei pensieri non solo perché mi avrebbero portato via più energie, ma mi avrebbero richiuso ancora di più al loro interno, quindi ogni cosa a suo tempo.

Insomma, non ho voluto spremermi più del dovuto, dopotutto è solo l'inizio.

Non è tanto, ma meglio di niente, almeno per me.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 22, 2022 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

EIia II: "Slam Dunk"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora