Chiuse gli occhi ricordando quegli attimi orribile.
«Li sta usando e nessuno può aiutarli»

«Si, ti capisco. Non ho fatto nessun sogno, ma capisco come ti senti. Audley non ci ha ancora scritto niente»

Jenny alzò gli occhi al cielo.

«Non lo farà» disse ferma sulle sue idee.

«Non era una trappola»

«Vedremo col tempo»

•••

Scarlett si trovava al supermercato.
Era da tanto tempo che non andava in un posto così normale.

Si trovava nel reparto delle torte. Ne avrebbe mangiata volentieri una. Ma sua madre non voleva farla quindi sarebbe stata costretta a prepararla lei.

Margaret, accanto a lei, continuava a sbuffare.

«Ma perché non posso? Perché? Dai, Scarlett! Dai, dai, dai!»

Scarlett, come ad imitare la sorella, sbuffò e la guardò male.

«Se vuoi andarci vai e non stare qui ad infastidirmi»

Dall'altra parte della strada c'era un negozio di gioccatoli, Margaret voleva entrarci, ma Scarlett non aveva intenzione di stare in mezzo ai gioccatoli, voleva la sua torta.

Mentre controllava i gusti sua sorella continuò.
«Sei proprio insopportabile, una stronza»
Poi girò le spalle e andò via.

«Ma chi ti insegna queste parole? Poi faremo due chiacchiere »

'sicuro che sono stati i suoi compagni. Ah, i compagni di classe rovinano tutto'

Sospirò. Almeno non c'era più nessuno ad infastidirla.

Dopo aver preso la torta al cioccolato ed aver aspettato che sua madre e suo padre finissero di prendere quello che serviva, uscirono e andarono in macchina.

Margaret accanto a lei, continuava a guardarla male e a borbottare.

Scarlett non riusciva a capire che diceva, ma le dava un fastidio inimmaginabile.

«Non sei una bambina, se volevi andare in quel dannato negozio potevi andarci sola!»

«Scarlett ma cosa-» disse sua madre, anche suo padre lanciò un'occhiata confusa ad entrambe.

«Tu fai sempre quello che vuoi, ogni cosa che vuoi la ottieni, ma quando sono io a chiederti un favore ecco che fai la stronza, vaffanculo»

«Margaret!» Sua madre la guardò male.

«Ma di che diavolo stai parlando? Era dall'altra parte della strada, se sei una fifona a camminare da sola non dare la colpa a me!»

«E invece si, è sempre colpa tua!»

La voce acuta di sua sorella si era alzata e Scarlett trattenne a stento un urlo di rabbia.
Improvvisamente furono lanciate in avanti contro i sedili dei loro genitori e poi sbattute di nuovo indietro.
Suo padre aveva appena fatto una brusca frenata.

Scarlett lo guardò preoccupato poi notò la luce rossa.
Davanti a sé c'era un enorme palma che stava bruciando. Fiamme alte e rosse.
Non riusciva a crederci.

•••

«Scarlett! Scarlett è inutile che scappi, dobbiamo parlare»

La voce di suo padre la fermò. Si girò e fissò entrambi i suoi genitori. Margaret era andata in camera. Dopo l'albero bruciato non aveva parlato più.

Negli occhi dei loro genitori leggeva confusione e preoccupazione.

«Sei stata tu?» chiese cautamente sua madre.

«L'albero, scusa se te lo chiedo, ma sei stata tu?» chiese di nuovo.

«Non lo so» Rispose.

Si disse che era vero, che non avevo voluto bruciare nessun albero. Ma non poteva ignorare le fiamme. Quelle fiamme le conosceva. E non poteva essere stata una coincidenza.

«Eri arrabbiata e poi-» Sua madre si fermò, guardandola.

«Non lo so. Io non volevo, davvero, non volevo» Continuava a sussurrare.

«Ma all'accademia allora cosa hai imparato?» chiese suo padre spazientito.

La madre gli lanciò un'occhiataccia.

«Dico davvero è stata lì mesi e mesi, ma che hai imparato?»

Le faceva male quel tono, quello sguardo. Le facevano male.

Non disse nulla, girò le spalle e scappò in camera sua. Si sentiva strana e aveva paura. Aveva paura di quello che sentiva perché non riusciva a controllarlo.

Come aveva potuto bruciare un albero? Non sapeva neanche che fosse lì. E se invece dell'albero avesse bruciato la loro macchina? Sua sorella? I suoi genitori?

Ricordò quello che Nicolas le disse. Di quando aveva ucciso per sbaglio quella ragazza e di come nessuno era riuscita a salvarla perché quando Nicolas aveva spento le fiamme, lei era già morta.

Sentiva una morsa allo stomaco. Chiuse la porta a chiave e si sedette sul suo letto, abbracciandosi le ginocchia e cercando di calmarsi.

The Sons Of Elements - L'ombraWhere stories live. Discover now