CAPITOLO 2

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"Ma cosa...? Mio Dio, quanto sei odioso!" ribatté terrorizzata, non solo perché lui aveva riconosciuto con tale facilità gli stupidi sentimenti che lei aveva così disperatamente cercato di nascondere, ma anche perché non aveva avuto alcuno scrupolo nel rinfacciarglieli.

"Davvero? O sei soltanto delusa per il fatto che i tuoi bollenti piani che avevi costruito nella tua testa siano stati rovinati così velocemente?"

"Non ho la più pallida idea di cosa tu stia dicendo, te lo posso assicurare. Cos'è successo, Rayan? Hai perso qualche milione in borsa? Qualche affare importante? Mi sembra molto chiaro che oggi sia successo qualcosa che ti ha messo di pessimo umore, altrimenti non faresti certi discorsi. Se è così, mi dispiace. Ma, nonostante ciò, ti avverto che sto per versarti in faccia il mio spritz. Quindi, a meno che tu non voglia abbinare una camicia fradicia al tuo atteggiamento deplorevole, ti suggerisco di chiudere la bocca immediatamente... Anzi, non parlarmi mai più di certi argomenti. Possiamo limitarci al buongiorno e al arrivederci. E poi... Come diavolo ti permetti di parlarmi di... di... ménage? Non sei tu quello fidanzato con..."

"Maledizione! Quanto tempo sono stato via?"

Jordi si sedette e ringraziò con un cenno la cameriera che aveva portato il secchiello del ghiaccio e le flûte.

"Giurerei che sono stato via solo cinque minuti... E con tutto questo, voi due sembrate sul punto di prendervi a pugni. Mi sorprendi, topolino."

Nonostante il suo tono fosse ironico, il suo sguardo passava preoccupato dall'uno all'altra. Romy scosse il capo, incredula per quello che stava succedendo.

"Fidati, lascia stare... Non..."

"Stavo solo chiarendo un paio di questioni con la tua... ragazza," la interruppe Rayan. Jordi sollevò le sopracciglia e scoppiò a ridere.

"La mia cosa? Ragazza? Da dove diavolo ti è venuta questa idea?"

Cadde il silenzio. Romy lanciò un'occhiataccia a quello che avrebbe dovuto essere il suo miglior amico. Rayan si rilassò.

"Stai dicendo che non è tua?"

Romy digrignò i denti.

"Scusa?" disse lei.

"Sì, lei è mia."

"Voi due... potete finirla di parlare di me come se fossi un oggetto? Come se non fossi presente?" li interruppe.

Rayan la ignorò, fissando lo sguardo sul fratello. Jordi lo guardò di soppiatto. "Sì, Ray, lei mi appartiene. Come una sorella appartiene al fratello che si prende cura di lei, come ad un amico che ha il diritto di prendere a calci chi la minaccia o le fa del male in qualunque modo, come..."

"Ho capito," replicò il fratello, cupo.

"Muy bien, sono contento di averti chiarito il concetto," ribatté Jordi, afferrando la bottiglia.

Lei voltò la testa, incrociando gli occhi di Rayan, diventati di nuovo sereni.

"Contento? Vi siete chiariti una volta per tutte?" sibilò.

Lui abbozzò un sorriso, come se trovasse, dopo la spiegazione del fratello, quella faccenda particolarmente divertente.

"Sembra che io abbia capito male, gattina."

"E questa sarebbe una scusa?" ribatté lei.

Rayan si rabbuiò.

"Dammi il tempo necessario per trovare le parole giuste."

ROMY E IL SUO MAGNATEWhere stories live. Discover now