Capitolo 29

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Lucius

Da quella gita in campeggio sono passate varie settimane ed è da allora che io e Luna non ci siamo più rivolti la parola. Come suo solito è sparita molte volte durante le giornate e io non sono andato alla sua ricerca neanche una volta, mantenendo la parola data anche se una volta mi sono seriamente preoccupato; ricordo quel giorno come se fosse ieri.

Eravamo ritornati da pochi giorni dall'escursione e Luna per essere lasciata in pace con i suoi pensieri, sparì com'era sua abitudine in quella notte. Io non badai molto alla cosa e mi sdraiai in quello scomodo letto di cui ormai mi ero abituato e cercai di assopirmi. Dopo vari giri e rigiri sul letto, riuscì nel mio intento e finalmente caddi tra le braccia di Morfeo. Però la fortuna sembrava non essere dalla mia parte, dopo neanche cinque ore, io mi svegliai di soprassalto: stavo sudando e il mio cuore palpitava a mille. Non capivo il significato di quei sintomi di nervosismo, poiché avevo dormito un sonno senza sogni, pertanto era del tutto impossibile che quella mia reazione fosse dovuta a causa di incubi.

Una volta che mi fui rassegnato all'idea di trovare una valida spiegazione a quei sintomi, presi il telefono e accesi il display per controllare l'orario: erano le 3:00 del mattino.

C'era ancora una remota possibilità di addormentarmi, ma prima di ritornare nel mondo dei sogni decisi di controllare Luna. Mi voltai verso il suo letto e con mia sorpresa lo ritrovai vuoto: le lenzuola e le coperte erano intatte, segni che non fosse più ritornata in camera da quando era uscita. È vero che era solita sparire, ma mai prima di adesso, da quando siamo tornati dal campeggio, non era ritornata in camera per dormire e il fatto che adesso non fosse in quel letto a dormire, mi preoccupava un pò.

Dissi addio alla mia ultima possibilità di assopirmi e cacciai via le coperte dal mio corpo per poi scendere dal letto, mettermi delle scarpe e uscire alla sua ricerca.

Per una volta potevo anche spezzare quella promessa, lei sarebbe potuta essere in pericolo. Non m'importava se poi mi avrebbe riempito di insulti, se poi mi avrebbe odiato ancor di più, se così avrei deluso le aspettative sui miei atteggiamenti, se poi non mi sarei comportato come mi sarebbe stato consono. Se qualcuno, prima che venissi in questo collegio, mi avesse detto che mi sarei preoccupato per qualcuno che per di più non sopportava le mie premure, probabilmente gli avrei riso in faccia, poiché questo non era un atteggiamento degno di me.

Stavo correndo verso la radura, sperando che lei si trovasse lì. La luna splendeva alta nel cielo fornendomi una visuale migliore in quell'oscurità anche se non ne avevo bisogno.

Quando giunsi alla mia destinazione, mi fermai cercando di riprendere fiato e una volta che mi ero tranquillizzato, alzai lo sguardo per cercare quella minuta figura tanto odiosa.

Girai per un pò i miei occhi che a un certo punto si fermarono. Per un momento sentii un peso sciogliersi dal petto, la preoccupazione svanire, poiché lei era sana e salva.

Ma questo mio sollievo era destinato a non durare a lungo. Stavo per dirigermi verso di lei, ma poi vidi un lupo dall'aria feroce che si avvicinava, ringhiando contro Luna. Volevo reagire per mettere in fuga quella bestia, ma sentivo di essere bloccato e ciò non era causato dalla paura, ne sono più che certo, mi sarebbe bastato un solo sguardo per cacciare via quell'animale. Ma la mia immobilità non era l'unica cosa ad essere strana in questa situazione; gli animali sentono la mia presenza da un chilometro di distanza, pertanto mi stanno lontani, consapevoli di chi io sia, poiché li avverte il loro istinto; però stranamente quel lupo non avvertiva la mia presenza, nonostante fosse a pochi metri da me. Cosa stava succedendo? La bestia anche se fosse stato un infermo si sarebbe accorto di me, allora cosa c'era che non andava? mi sembrava di essere uno spettro che vedeva tutto, ma di cui nessuno si accorgeva.

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