Capitolo 36

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Luna

Ormai ho perso il conto del tempo che passa, se qualcuno mi chiedesse se è giorno o notte, io non saprei cosa rispondere; qui le ore scorrono interminabili una dopo l'altra senza che l'ambiente circostante muti anche solo per un secondo. Ogni secondo, ogni minuto e ogni ora è uguale a quella precedente; adesso potrebbe essere benissimo notte o anche giorno. Ma la cosa peggiore di tutta questa situazione è la noia che avvolge il tuo corpo, è come se addosso a te ci fosse un indumento pesante molti chili, più sei annoiato e più senti un peso sulle spalle.

Dopo che Alexander è passato a darmi il pasto, nessun altro si è fatto vivo, apparte le guardie che stanno fuori e controllano la situazione.

Non so per quanto ancora resisterò ancora in un tale stato. È una tortura vera e propria lo scorrere del tempo e se questi tizi hanno intenzione di farmi impazzire, beh! Devo dire che stanno usando un'ottima tattica.

Dopo un pò sento dei rumori che provengono da fuori, ma non ci faccio molto caso, sarà il solito scambio di turno tra guardie, ma poi lo sento e subito nelle mie vene scorre rabbia.

"...puoi andare, devo parlare con l'angelo."

"Come vuole lei, principe."

Stringo le mani in due pugni. Quasi quasi rimpiango la solitudine e la noia di poco fa, anzi qualunque cosa sarebbe meglio di avere un confronto con Lucius, dopo ciò che è successo nelle ultime ore.

"Luna." Mi chiama e appena mi giro i miei occhi cadono nelle sue iridi di ghiaccio che non fanno altro che alimentare la mia ira. Lei è dall'altra parte delle sbarre.

"Cosa vuoi?!" Sbotto irritata. Non merita alcun trattamento di favore da parte mia, è colpa sua se adesso sono rinchiusa in una cella.

"Volevo parlarti." Dice quasi come se la situazione tra di noi non fosse variata da quando lui mi ha rapita.

"Io non ho nulla da dirti." E mi giro di spalle per allontanarmi per quanto mi è possibile da lui.

Sento dietro di me un verso di frustrazione da parte sua, poi sento un lucchetto che viene aperto e subito dopo chiuso, infine con dei passi ascolto la sua voce adirata.

"Angelo! Quando io ti parlo, mostra rispetto! Io sono un principe e tu un misero angelo perduto!"

Una volta che mi raggiunge, mi afferma il polso con forza, costringendomi a voltarmi nella sua direzione.

"Io non mostro rispetto per i vigliacchi e non m'importa se sei un principe o un barbone." Sibilo a denti stretti.

La sua presa sul mio polso aumenta, facendomi quasi male, ma io non gli darò mai la soddisfazione di mostragli smorfie di dolore da parte mia, pertanto sopporto in silenzio.

"Sei un arrogante principe viziato." Dico a pochi centimetri da lui.

Lucius di colpo lascia la presa sul mio polso che noto essere diventato rosso. Lui appare scioccato da questa mia dichiarazione, ma subito ritorna in sé.

"Non hai paura di me?" Chiede con improvvisa calma. Io mi metto a ridere e poi rispondo:

"Certo che no! Perché dovrei averne?"

Lui comincia a girarmi intorno come a valutarmi.

"Sì, dovresti. Il tuo istinto dovrebbe far sì che tu mi tema, credo che tu abbia notato che gli umani mi rispettavano e temevano, nonostante non sapessero chi fossi, stessa cosa vale per gli animali, ma con te per una strana ragione la cosa sembra differente."

Adesso che me lo fa notare, è vero, ho visto animali e persone che lo temevano senza una vera ragione, la stessa Susan aveva un atteggiamento titubante nei suoi confronti.

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