Guardò verso l'alto per osservare la pioggia fitta e copiosa. Scorreva veloce tra le fronde degli alberi, bagnava rami, nidi d'uccelli e insetti mimetizzati tra le foglie e le cortecce. Nessun suono della natura si pronunciava a cantare melodie di fine estate, tranne lo scrosciare violento di acqua trasparente, soporifera e pungente. Samaele piangeva assieme al cielo, la sua vita era appesa a un filo sottile. I ricordi erano tornati a riempirgli la testa di immagini orribili, di sangue e di spari. Era stata tutta una menzogna: avevano preferito incolparlo per rendere libera l'anima di Eva dal peso insopportabile di avere una prole malata, maledetta dal giorno in cui le loro anime si erano formate nel suo ventre.

Dopotutto, anche lei cercava una vita felice con la persona che amava di più al mondo, ma la pazzia e i sensi di colpa l'avevano resa fragile.

«Perché, mamma, perché!» urlò fino a graffiarsi le corde vocali. Chiuse gli occhi per proteggere le delicate iridi dallo scrosciare perpetuo, come se anche le nuvole volessero rassicurarlo in un mondo in cui nessuno lo amava.

Gridò e pianse, spaventando gli animali del bosco. Una rana si tuffò di tutta fretta nello stagno, uno scoiattolo e un gufo si nascosero nelle loro tane per non sentire le grida di un angelo caduto. Era come assistere allo struggimento di un cervo, ferito dai colpi mortali di un fucile. La bocca spalancata faceva intravedere fili di saliva simili a sottili tele di ragno, le mani intrecciate nelle ciocche umide erano la raffigurazione di un cordoglio straziante. Il cuore si era stancato di battere e chiedersi quanto ancora doveva soffrire per avere una speranza in più, aspettava solo il momento di riposare per sempre.

Brividi di freddo gli percorsero la spina dorsale fino ad arrivare alle braccia. Minuscole protuberanze di pelle si intravedevano sotto la camicia diventata trasparente per l'umidità della pioggia. Si guardò i dorsi delle mani graffiate, coaguli di sangue su vecchie ferite di violenze e ingiustizie. Tutto sembrava una menzogna, un'illusione di un sogno durato troppo a lungo. Non riusciva più a svegliarsi, subiva e scappava come un topo in una fogna. Forse era quella la vendetta di Michele, la vita gli strappava sadica ogni organo vitale. Gli stringeva il cuore fino a farlo sanguinare dall'interno, le vene si spezzavano, creando ematomi e diramazioni simili a fulmini sotto l'epidermide. Lo stava uccidendo con crudele lentezza, una tortura peggiore di qualsiasi altra sevizia.

Un fruscio apatico e ritmato si propagò fino ai suoi timpani, un'ombra scura prese possesso del suo corpo, fino a nascondergli i flebili raggi, occlusi dalle nuvole grigie. Delle caviglie sottili si presentarono ai suoi occhi, abbassati per osservare il suolo e non dover affrontare la realtà. Scarpe sporche di fango e un vestito ceruleo si impressero nell'oscurità delle pupille. Alzò di scatto il viso e ogni goccia d'acqua si fermò, il tempo smise di ticchettare e il dolore si quietò fino a diventare solo un ronzio sordo nelle orecchie.

«Samaele», sussurrò Matilde, sorpresa di vederlo in mezzo al bosco. Dopo la visita di Marie Sophie, era tornata per i suoi passi verso la propria dimora, ma in lontananza aveva udito delle urla strazianti e il terrore di trovare una scena macabra di cacciatori in preda all'euforia di un animale in agonia era sempre più reale nella mente. La curiosità, però, era troppo forte e si era incamminata verso il canto macabro del dolore. Durante il tragitto, si era domandata come stesse Samaele e se fosse tornato a casa dalla sua famiglia. Non avrebbe mai immaginato di trovarlo in quel luogo sperduto da Dio, dalla fitta vegetazione e dalla pioggia scrosciante.

«Alla fine ci incontriamo sempre qui, come se questo posto lo conoscessimo solo noi. Cosa c'è qui che ci attrae come calamite?» domandò il ragazzo inginocchiato al suolo, sporco di terra, erba e foglie morte.

Matilde non fiatò, non aveva nessuna risposta, si sentiva impreparata ad ascoltare emozioni talmente forti da confonderle ogni schema di gioco. Aveva scoperto una verità scomoda riguardo suo padre e forse avrebbe trovato altre risposte da Samaele stesso. Dopotutto c'era anche lui quel fatidico giorno.

Anime dimenticate.Where stories live. Discover now