Oiwa

63 9 55
                                    

SCOOP -Fantasma sposa Samurai codardo, poi uccide la sua belloccia-

Ecco, siamo arrivati ad Oiwa, una delle storie che, secondo mio parere, mi ha impressionato di più, non tanto per la storia in sé, ma per il fatto che... Be' è una storia vera: Oiwa è veramente esistita. Che poi i fatti raccontati nella leggenda siano veri o no, non so dirvelo, ma ciò che posso accertare con estrema cura è che qualunque persona giapponese, vecchio, adulto o bambino che sia, saprà raccontarvi minimamente la storia di questa donna. Una storia talmente tanto crudele e piena di sfighe di ogni tipo, da essere rimasta in sospeso fra mille pagine di libri e rappresentata in diversi teatri Kabuki (tipico teatro giapponese).

Ancora tutt'oggi l'opera viene messa in scena, ma c'è talmente tanto il timore che questo fantasma possa creare scompiglio, vendette e maledizioni, che prima di mettere in scena la vicenda, l'intera compagnia di attori si reca al santuario dedicato alla donna, costruito sulle rovine della sua casa, per chiederne il permesso. Molti sono stati i fatti inspiegabili successi durante le diverse recitazioni, un esempio? Scenografie che prendono fuoco, attori che avvertono un profondo giramento di testa, alcune persone hanno addirittura affermato di aver visto il fantasma sul palco oppure seduto tra gli spettatori (ma che queste persone fossero fatte di sakè oppure oppio in quel momento, non lo posso sapere). Fatto sta che lo spirito di Oiwa è ancora irrequieto e continui a guardare con sguardo accigliato chi cerca di fare il suo cosplay (travestimento).

Oiwa era una donna sfigata, lo dico subito così almeno ci togliamo ogni dubbio. Sposata con un samurai disturbato mentalmente e con una propensione a farsi figo quando valeva meno di una nocciolina. E condannata a essere disonorata da questo furfante, cercò (giustamente) di fuggire da quel grandissimo pezzo di escremento e tornare dalla sua famiglia.

Suo padre in particolare, sapeva di tutte le malefatte che il marito aveva fatto e che continuava a fare e, spinto dall'amore che provava per la figlia, cercò di portarla via da costui, ma il samurai non glielo permise e lo ammazzó per strada (ma che si bevevano a quell'epoca? Sapete per farsi fuori a vicenda con così pochi problemi...). Poi andò dalla moglie e le raccontò che un furfante aveva ucciso l'uomo e la scongiuró di rimanere con lui, promettendole di vendicare il padre morto.

Comodo eh? Sgozzare qualcuno allegramente e poi dare la colpa all'aria, ovviamente tutti ci aspetteremmo che Oiwa lo mandasse a recarsi in quei luoghi dove non batte il sole (non sto parlando dell'ombra), invece no! Gli dà un'altra occasione (Oiwa però... Così te la vai un po' a cercare). Poco dopo Oiwa diede alla luce un bambino, ma dopo il parto la sua salute si incrinò. Erano tempo duri per la coppia e non avevano denaro, così il samurai di nome Iyemon (sono stata così tanto presa ad insultarlo e affibbiargli nomignoli che mi sono dimenticata di dire il suo nome, chiedo umilmente scusa) cominciò ad averne abbastanza.

Accanto a loro abitava un medico molto prestigioso, pieno di soldi fin sopra le mutande, il quale possedeva una figlia graziosa. La tipica bambolina tutta truccata e graziosina, con un QI inferiore a quello di una mosca. Ovviamente il mutandone, seguendo gli stati di salute di Oiwa, propose a Iyemon di prendersi sua figlia, Oume, e di lasciar crepare male la povera moglie.

Ovviamente Iyemon accettò e il medico, per spianargli la strada, applicò uno speciale unguento sulla faccia di Oiwa, contenente un veleno potentissimo, che lasciò il volto della donna completamente sfigurato (hai capito sto grandissimo figlio di un cetriolo!). Iyemon rimase tremendamente disgustato dal volto della moglie e decise di mettere in atto il suo piano per sbarazzarsi della poveretta: impegnò qualsiasi bene della moglie, addirittura gli abiti del figlio, in modo da avere abbastanza soldi per sposare la mosca dal bell'aspetto, e incaricò un amico, Tsukuetsu (salute! Ah no scherzavo è il suo nome) di violentarla affinché avesse potuto accusarla di tradimento e gettarla in un angolo come un vecchio giocattolo.

L'amico complice allora mise in atto il suo piano: quella stessa notte, entrò nella stanza dei due coniugi, ma vedendo le condizioni della povera donna, si impietosí talmente tanto che le raccontò l'intero piano e le porse uno specchio per darle la possibilità di vedersi.

«Ma l'imortacci tua!» sbraitò Oiwa, lanciando lo specchio contro al muro.

Non fu una mossa più che altro furba, considerando che già sfigata com'era: sposata con un cretino, orfana del padre, madre di un figlio che non possedeva manco più i vestiti, malata e con la faccia sfigurata, lanciare lo specchio contro al muro e beccarsi altri sette anni di sfiga fetente, mi sembra una scelta davvero pessima da fare.

Ma Oiwa era disperata e, afferrato un coltello, si colpì al collo, morendo dissanguata e maledicendo il nome del marito fino al suo ultimo respiro. Tutto ciò davanti al tizio con il nome che assomiglia a uno starnuto, di cui mi rifiuto di citare ancora, dato che è troppo difficile da scrivere (e perché sono pigra).

Dopo aver visto Oiwa esalare il suo ultimo respiro, lo starnuto andò da Iyemon, che appresa la notizia, si mise a ballare dalla gioia (escremento fino in fondo costui...).

Iyemon ordinò ad un servo di ripulire il cadavere, dicendogli che Oiwa aveva deciso di suicidarsi per pazzia. Ma il servo, Kohei, visto il sorrisetto stampato sul volto del  samurai, si insospettì parecchio. Prima però che potesse fiatare e raccontare qualcosa in giro, Iyemon lo uccise e inchiodò il suo corpo, assieme a quello della moglie, su una porta che gettò poi in un lago (ma i laghi servivano come cimiteri e per uccidere o mi sbaglio? No perché un maledetto lago compare in ogni sacrosanta storia... Ray, Kaede, perdonatemi).

Ora, non venite a farmi domande del tipo:

«Ma se questi erano senza soldi, come fanno a possedere un servo?»

perché non lo so. Ammetto di essermelo chiesto anch'io, ma non l'ho ancora capito. Purtroppo il mio scibile non si estende così tanto. Forse era uno schiavo, quindi senza paga, ma non posso accertare nulla, è solo un'ipotesi.

Fatto ciò, Iyemon finalmente fu libero di sposare la mosca Oume, ma non sapeva che il mondo e le maledizioni di Oiwa dovevano ancora abbattersi su di lui. La notte prima delle nozze infatti, non riuscì a prendere sonno e, quando si voltò sull'altro fianco, si ritrovò il volto sfigurato di Oiwa che lo scrutava. Sull'orlo di una crisi di nervi e di paura, Iyemon afferrò la spada e colpì il fantasma, ma quando l'unico neurone che possedeva riprese il controllo di se stesso, comprese che quella che aveva colpito non fosse Oiwa, bensì Oume. Terrorizzato, cominciò a piangere il nome della ragazza, ma lei giaceva a terra, senza vita. Iyemon allora uscì di casa chiamando aiuto, ma si ritrovò il fantasma di Kohei a sbarrargli la strada. Dunque Iyemon, ormai arrivato alla pazzia, lo colpì con la spada, ma quando ritornò di nuovo in sé, capì che quello che aveva colpito fosse il medico, nonché il suo futuro suocero.

Inorridito Iyemon fuggì nella notte, ma Oiwa continuò a perseguitarlo, apparendogli in sogno, da dietro gli angoli e persino nella lampada che stringeva in mano per illuminare il cammino. Sì rifugiò in una capanna sperduta fra i boschi, ma il fantasma continuò a perseguitarlo. Iyemon precipitò nella follia, incapace di distinguere la realtà dalla sua paura.

E il figlioletto senza vestiti? Be' che ve lo dico a fare: annegato in un lago dallo stesso padre.

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.


Storie per (non) fifoniWhere stories live. Discover now