VI - Pramoterapeuta

20 2 0
                                    


– L'energia che emano. 

Ripeto guardandolo decisamente esterrefatta. Mi esce anche fuori un sorrisetto, perché la cosa mi sa veramente da presa in giro. 

Ma lui annuisce. 

– È una cosa seria Riley, non è un potere comune. 

– No, sì, certo. Si chiamano pramoterapeuti no?. 

Quei tizi che vanno in giro a mettere le mani addosso alla gente e gli fanno sentire calore per contrastare qualunque tipo di dolore il paziente senta: oh, beh, non so se fanno proprio questo, ma mi ha sempre fatto un po' sorridere come lavoro. 

– Ti prego di cominciare ad essere più seria, o ti infonderò tanta tranquillità che dormirai per tre giorni di fila.

– Tre giorni? Davvero? Una vacanza in pratica.

– Riley.

– Okay, okay. 

Alzo le mani in segno di resa ed abbasso lo sguardo, concentrandomi sui miei piedi scalzi. 

Lui prende un sospiro e resta a controllarmi, per poi schiarirsi la voce. 

– Ora comincerò ad allentare la presa, ti sentirai più libera di esprimere le tue emozioni.

Annuisco, e lentamente comincio a sentire una lieve agitazione pervadermi, che però riesco a controllare, perché ho già diverse risposte su che cosa mi succede attorno. Ma non abbastanza. 

– Dunque, fin'ora so che sono in un posto chiamato Base Zero e che questo è il centro di addestramento per i Guardiani... E che ho un qualche tipo di energia che emano. Posso anche sapere come ti chiami? Mi serve per continuare.

Lui sospira, sembra quasi spazientito. 

– Mi chiamo Amon, ma non capisco come questo possa--

– --Ho un qualche tipo di energia che emano, e, Amon, lasciatelo dire, io non credo di avere super poteri o cose di questo genere, ho venticinque anni, non credi che me ne sarei accorta prima in caso? Non per essere antipatica eh, ma non sono ciò che state cercando.

Amon mi guarda e sospira di nuovo, a quanto pare lo sto facendo innervosire parecchio. La cosa mi fa sorridere, perché è come mi sono sentita io fin quando non ha mollato la presa con la storia del controllo delle emozioni. 

– È per questo che sei qui: a volte capita di non liberare il proprio potere per diverso tempo, la Base Zero serve proprio per questo. Siamo noi Guardiani a reclutare perché solo noi sentiamo queste "tracce" di energia.

– E c'era proprio bisogno di rapirmi per spiegare tutto questo?

– Non ti abbiamo rapita.

Sembra quasi convincermi per un momento, la sua risposta sembra così ragionevole; fino a quando non sorride e con le mani disegna delle virgolette nell'aria.

– Ti abbiamo presa in prestito. 

Con tanto di spallucce dopo questa affermazione. Lo guardo di nuovo attonita, come se la cosa non avesse senso, ma lui si alza e distoglie lo sguardo da me. 

– Credo che il modo migliore per capire dove ti trovi e come funziona questo posto sia farti fare un tour della tua nuova-- 

Si ferma, guardando il mio sguardo perso.

– ...provvisoria, casa. 

Resto seduta dove sono. 

E mi sento pervasa da una curiosità che non mi lascia altra scelta. Insomma, lo so che tutto questo non dovrebbe avere senso, che dovrei essere spaventata, o arrabbiata, o perlomeno volere più spiegazioni: ma andiamo, insomma, siamo il paese più pacifico che esista, la base della nostra educazione è in parte data dalla fiducia che abbiamo gli uni verso gli altri. 

Io so, in qualche modo, che non mi stanno prendendo in giro. È una sensazione di pancia, ed ho deciso di ascoltarla, mi sento così tranquilla a seguire questa mia sensazione. 

... Oh, merda, ho capito.

– Lo stai facendo di nuovo!

Amon sorride, alzandosi ed aprendo la porta - che con mia grande sorpresa non era chiusa a chiave. Esce dalla stanza e lascia la porta aperta. 

La curiosità, però, non accenna a diminuire nonostante lui sia più distante - il potere quindi dovrebbe affievolirsi. Capisco, quindi, che lui non c'entra nulla con la mia fame di curiosità. Forse sarò un'egoista a non voler tornare a casa, non lo so. 

Fatto sta che scendo dal letto e mi fiondo fuori dalla porta. 

The HelplessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora