Appena il moro tornò solo, i pensieri ricaddero su Wendy, come se il suo cervello non ne avesse abbastanza. Era possibile che si fosse innamorato dell'idea che si era fatto di lei? Era possibile che lei non lo amasse per il medesimo motivo? Sospirò e fece un lungo sorso sedendosi sullo sgabello. Era così patetico, alla fine l'unica ragazza di cui si era innamorato aveva preferito la sua amica-strega-arpia-vipera che la umiliava. Che la condizionata. O forse no? Forse era lei realmente così e si era sbagliato? Sospirò pesantemente. Era stanco di pensare, di scervellarsi. Osservò il bicchiere davanti a lui e lo bevve tutto d'un fiato. Fece immediatamente segno al barista di versargliene un altro, ancora ed ancora. Come se ormai fosse in un loop infinito.

«Amico, già sto facendo uno strappo alla regola per te. Non posso dartene ancora», disse il ragazzo dietro al bancone. Ma la sua voce arrivò ovattata alle orecchie di Dean. Riuscì a comprenderlo solo perché negò con il capo.

«Cazzo», biascicò ormai ubriaco. Scese con fatica dallo sgabello. Doveva trovare Daniel ed andarsene, osservò la pista in cerca di quella figura familiare, ma le luci, e l'alcool che circolava nelle vene, non erano d'aiuto. S'infilò tra la folla in cerca di quell'idiota di suo fratello maggiore, cercava di farsi strada spintonando. Ad un tratto si sentì arpionare per un braccio. «Danny!», si voltò pensando fosse lui, ma si ritrovò dinanzi una ragazza con un vestito decisamente troppo corto ed aderente che lasciava poco all'immaginazione. La squadrò da capo a piedi, «Ma tu non sei Danny». Sembrava davvero stupito.

«Chi?» la ragazza sembrò confusa, «Balliamo». Lo trascinò al centro della pista ed iniziò a muoversi con movimenti lenti e sensuali. Si spalmava su di lui, mentre il corvino sembrava solo molto confuso.

«Hai visto Daniel?» le chiese fermandola.

«Ti chiami Daniel?», lui negò con il capo e le si avvicinò.

«Sto cercando Daniel, mio fratell-», la ragazza lo abbracciò sopra le spalle e lo baciò. Sgranò gli occhi, gli parve di vedere una luce bianca che durò pochi secondi, con la coda dell'occhio. Cos'era? Si sentì tirare indietro da una mano sulla spalla, che lo staccò da quel bacio indesiderato.

«Mi volto un attimo!» urlò il maggiore per farsi sentire, «Al bancone mi hanno detto che ti sei ubriacato! Sei impazzito?!»

Le iridi azzurre incontrarono quelle smeraldo, così familiari, così apprensive ed irose. «Mi viene da vomitare», riuscì a dire per poi correre in bagno.

§

La tensione a tavola si tagliava con il coltello. Christopher si era semplicemente seduto senza degnare i suoi genitori di uno sguardo, mentre Price li aveva salutati educatamente e si era accomodato al fianco del biondino. Mentre Charles gli aveva rivolto un semplice cenno con il capo, Melanie lo aveva salutato con un enorme sorriso. Ma, dopo i convenevoli, la stanza era sprofondata nel silenzio. Si poteva udire soltanto il rumore delle stoviglie. Quando la donna porse al teppista una porzione molto più abbondante delle altre, sbiancò. Ed adesso? Poteva davvero rifiutare tutto quel cibo? Il solo guardare il piatto gli faceva venire la nausea.

«Vuoi fare cambio con il mio?» gli sussurrò il suo ragazzo, il che lo fece sussultare. Si limitò a sollevare lo sguardo su di lui ed annuire.

«Christopher!» lo rimbeccò la madre mentre scambiava i piatti.

«Signora, l'ho chiesto io. Non sono abituato a mangiare così tanto». Se lo sentiva, lo sguardo di Ellen addosso. Era persistente ed era in grado di farlo sentire fuoriposto, come se quella tensione non fosse abbastanza.

Chris sembrò accorgersene, gli poggiò la sua mano calda sulla coscia, sotto al tavolo. Con la coda dell'occhio lo intravide, un sorrisino nascosto dalla mano che teneva la forchetta mentre si mordeva il labbro inferiore. Voleva baciarlo.

E il tempo scivola viaWhere stories live. Discover now