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Cammino immerso nei miei pensieri mentre osservo la strada lucida a causa della pioggia. Un profumo di terra bagnata mi arriva alla narici e ispiro profondamente per assaporare meglio quell'odore. Noto in lontananza un ragazzo che corre con in mano un ombrello chiuso e mi avvicino a lui. «Aizawa» dico riconoscendolo e creo una nuvola sopra la sua testa per ripararlo dalla pioggia.

«Grazie» mormora smettendo di correre. La sua divisa è completamente bagnata e dal suo viso e dai suoi capelli cadono piccole gocce d'acqua piovana. Il mio sguardo cade poi sull'ombrello chiuso che tiene in mano e noto che è rotto. Aizawa mi osserva e capisce cosa sto guardando. «Una raffica di vento» dice, dandomi la risposta che cercavo. «Capita» rispondo sorridendo e il ragazzo rivolge lo sguardo verso la strada. «Ti va di uscire dopo scuola?» chiedo voltandomi verso Aizawa. «No, grazie» risponde con il suo solito spento.

«Allora» dico, pensando ad una domanda da fare al ragazzo affianco a me. Non trovando nessuna domanda sospiro e osservo la pioggia che cade incessante intorno a noi. «A te piace la pioggia?» chiedo senza pensare.

Ricevo da parte di Aizawa un leggero mormorio. Passo un paio di secondi cercando di capire se fosse un si o un no. Non riuscendo a decifrare la sua risposta mi volto verso di lui. «Io amo quando il cielo è limpido. Questo non vuol dire chi io odi la pioggia, ma»
mi soffermo un paio di secondi a scegliere le parole. «Io non mi stanco mai di vedere un cielo azzurro» mormoro.

Aizawa mi guarda per poi tornare con lo sguardo rivolto verso la strada. Arriviamo alla Yuei tra mille domande da parte mia, ma zero risposte. Ogni tanto mi riserva un mormorio spento che non riesco a decifrare. Comincio a dubitare del fatto che riuscirò a stringere amicizia con lui.

I miei pensieri vengono interrotti bruscamente dalla voce squillante di Yamada che urla il mio nome. Mi volto e vedo il biondo raggiungerci sotto la tettoia per mettersi al riparo dalla pioggia. «Ciao ragazzi!» esclama Hizashi, riferendosi a me e ad Aizawa. «Come va?» chiede il biondo chiudendo l'ombrello e scompigliandosi i capelli bagnati con una mano. Piccole gocce volano addosso a me e ad Aizawa.

Il corvino mormorando un veloce saluto, si allontana e lo osservo mentre entra nell'edificio. «Io ci ho provato ad essere amichevole» dice Yamada e gli rivolgo un sorriso. «Sarà difficile fare amicizia con Aizawa» dico e il biondo mi osserva. «Non capisco tutta questa voglia di fare amicizia con quello lì» ribatte sbuffando. «Non lo so» rispondo per poi avviarmi insieme a lui verso la nostra aula.

«Oggi sceglierete i vostri nomi da eroi» dice il professore e l'entusiasmo inonda me e i miei compagni. Io so già come voglio chiamarmi. È da quando è nato il mio sogno di diventare un eroe, che cerco il nome giusto e un po' di tempo fa l'ho trovato. Il nome con cui voglio farmi conoscere.
Qual'era il nome? Non me lo ricordo...

«Io non ho fantasia» sento mormorare Aizawa e, io e Yamada, cominciamo a pensare ad un nome adatto per il corvino. «Erasure? Come il tuo quirk» propongo, ma il biondo scarta la proposta prima che Aizawa possa esprimere la sua opinione. «Eraser?» chiedo e gli occhi di Yamada si illuminano. «Ho deciso! Ti chiamerai Eraserhead!» esclama e si alza in piedi, aspettando un input da parte del corvino.

«Mh...» mormora Aizawa «Si, va bene». Yamada esulta abbassando il tono della voce e io rimango un po' stupito dalla facilità con cui Aizawa ha accettato il nome. «Pensateci!» esclama il biondo. «Eraserhead...l'unico che può cancellare i quirk» dice puntando gli occhi davanti a sé, come se avesse un pubblico davanti.

«Dai!» esclamo tirando per il braccio Aizawa «Veloce, che prendono tutti i posti!». Anche oggi ho dovuto "costringerlo" a venire, ma il corvino si lascia trascinare senza troppi lamenti e, finalmente, riusciamo a prendere da mangiare e a sederci.

«Allora?» chiedo, sperando che qualcuno trovi un argomento interessante di cui parlare. «Anche oggi non ho capito niente di matematica» borbotta Yamada, strappandomi un sorriso. «Tu, Aizawa? Come stai messo con matematica?» chiedo, ma come la maggior parte delle volte, non ricevo una risposta. Il corvino non mi rivolge neanche lo sguardo e un senso di sconforto mi invade. Perché è così difficile?

La campanella che annuncia la fine delle lezioni suona e, tra i mille pensieri che si scatenano dentro la mia testa, preparo lo zaino ed esco. Al cancello scorgo la figura solitaria di Aizawa e mi fermo a riflettere. Forse dovrei lasciarlo stare. Non posso costringerlo ad essere mio amico.

Le mie gambe mi portano inconsciamente dal corvino e mi ritrovo davanti a lui. Aizawa mi osserva e le parole escono dalla mia bocca senza controllo. «Ti ho fatto qualcosa?» chiedo. Il ragazzo mi osserva leggermente stupito e per un paio di secondi credo che, per l'ennesima volta, la mia domanda non avrà risposta.

Mi volto per andarmene e in quel momento una voce chiara e leggermente spenta mi raggiunge. «No» risponde con una leggera gentilezza Aizawa e mi volto verso di lui. «Non so perché tu voglia diventare mio amico, ma...posso assicurarti che non sono una persona particolarmente divertente» continua il corvino per poi ammutolirsi.

«Io non ti ho mai chiesto di essere divertente. Voglio essere tuo amico, non amico di una tua maschera» ribatto dolcemente e per la prima volta vedo un leggero sorriso formarsi sulle sue labbra. «Allora a domani...Oboro» dice per poi avviarsi verso casa sua. «A domani, Shōta» lo saluto, sentendo dentro di me nascere una felicità immensa.

...qual'era il mio nome da eroe?

Non me lo ricordo...

...

Saremo eroi-MhaWhere stories live. Discover now