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Osservo il grande edificio che si erge davanti a me. Ecco la scuola che mi permetterà di realizzare il mio più grande sogno: diventare un eroe.

Quando mi è arrivata la lettera con i risultati dei test ero molto agitato. Ero sicuro di non essere stato ammesso e non avevo il coraggio di aprire la busta. Sorrido ai quei ricordi, che seppur recenti, mi sembrano così lontani. Ora quell'immagine di me con indosso la divisa della Yuei è reale, non è più solo la fantasia di un bambino.

Guardo l'edificio e immagino quante avventure e disavventure passerò tra quelle mura. Immagino il giorno in cui riceverò la mia licenza e aiutare le persone sarà il mio lavoro. Lascio che il sole di aprile mi riscaldi un po' e, infine, decido di entrare.

Chiedo ad un professore di passaggio dove si trovi la 1A, la classe in cui sono stato inserito, e mi dirigo verso l'aula percorrendo i lunghi corridoi della Yuei. Vedo alcuni ragazzi più grandi che si salutano e che si raccontano cosa hanno fatto durante il mese di marzo e immagino le amicizie che farò durante l'anno. Le vacanze sono appena finite e non ero mai stato entusiasta di ricominciare la scuola, ma questa volta non vedo l'ora di iniziare quest'esperienza.

Entro in classe e noto che ancora non è arrivato praticamente nessuno. Ci sono solo due ragazzi in classe: uno dai capelli neri e uno dai capelli blu. Poso il mio zaino in un banco vicino alla finestra e mi avvicino al ragazzo dai capelli scuri. Ha la testa poggiata su una mano e osserva l'aula. «Ciao» dico sorridente e lui mi osserva cercando di capire se sto parlando con lui. Senza accennare il minimo sorriso mi saluta con un cenno della mano e torna con lo sguardo davanti a sé.

Mi appoggio sul tavolo affianco e guardo il ragazzo. Noto che ci sono dei quaderni sul suo banco e inclino leggermente la testa per poter leggere il nome scritto sulle copertine. «Aizawa Shōta» dico e il ragazzo dai capelli scuri mi rivolge nuovamente lo sguardo senza dire una parola. «Piacere Shōta» affermo sorridendo e tendendogli la mano «Io mi chiamo Shirakumo».

Aizawa mi ignora e titubante torna con lo sguardo davanti a sé. Schiudo le labbra per provare a iniziare una conversazione ma il rumore della porta che si apre mi ferma. Entrano altri ragazzi e un professore e, senza dire nulla, torno al posto che mi sono scelto.

Passano le prime due ore e ci annunciano che, dopo la pausa pranzo, in palestra avrà luogo il nostro primo allenamento. Nel sentire quella notizia il mio entusiasmo sale e i secondi sembrano rallentare, rendendo il tempo mancante all'ora di pranzo infinito.

Mi sento picchiettare su una spalla e mi giro. Dietro di me c'è un ragazzo dai capelli di un biondo accesso che porta degli occhiali con le lenti arancioni. «Hai una penna da prestarmi?» mi chiede sorridente il ragazzo. Ricambiando il sorriso ne prendo una dal mio astuccio e gliela porgo. «Grazie» mormora afferrando la penna e torniamo entrambi a seguire la lezione.

Finalmente, dopo minuti interminabili, la campanella suona annunciando l'inizio della pausa pranzo. Il ragazzo di prima mi restituisce la penna e cominciamo a parlare. «Grazie» dice porgendomi la mano «Io mi chiamo Yamada Hizashi». Sorridendo mi presento anch'io «Shirakumo Oboro».

«Ti va di pranzare insieme? Magari ci conosciamo un po'» propone Yamada e annuisco sorridendo. Mentre usciamo dalla classe l'occhio mi cade sul banco di Aizawa e vedo il ragazzo seduto da solo che mangia un panino. «Va bene per te se provo ad invitare anche Aizawa?» chiedo a Yamada e lui mi guarda leggermente confuso «Chi?». «Il ragazzo dai capelli neri. Quello che sta mangiando il panino» dico e il biondo annuisce capendo di chi sto parlando.

Mi avvicino al ragazzo dai capelli scuri e sorridendo gli propongo di venire a mangiare in mensa com me e Yamada. Come quella mattina, non mi risponde. Rimane in silenzio e timidamente scuote la testa. «Sicuro?» chiedo cercando di convincerlo ma lui non mi risponde nuovamente. Sospiro leggermente e mi avvio verso l'uscita della classe dove mi aspetta Yamada. «Se vuoi venire, noi siamo in mensa» gli dico alzando il tono della voce per essere sicuro che mi senta.

Anche questa volta non ricevo una risposta e, io e Yamada ci avviamo. «Quel ragazzo è un po' strano» afferma Yamada e gli rivolgo lo sguardo. «Secondo me è solo molto timido» ribatto e il biondo alza le spalle. «Non saprei» risponde per poi passare ad un altro argomento.

Io...no...non...no...è impossibile...

Questo ricordo non ha senso...io non so da dove venga. Io sono solo Kurogiri...non sono Shirakumo!

Saremo eroi-MhaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora