I - Wake up

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Piccola premessa: Ciao a tutti! Mi piacerebbe avere un feedback su come sta proseguendo la storia, considerate che si entra nell'effettivo della storia dal capitolo IV, ma i capitoli prima penso siano necessari per capire un po' l'ambientazione. Fatemi sapere che ne pensate, e buona lettura <3 

Sto bevendo una tazza bella piena di acqua, è mattino, sono le 5 e 23.

Il sole non è ancora sorto, sto guardando la situazione fuori dalla finestra del mio piccolo appartamento di 25 metri quadri. Vivo qui con mio fratello più piccolo James, e mio padre Paul.

L'acqua è fresca, limpida, mi ricorda quanto importante sia idratarmi, mentre la finestra chiusa davanti a me, invece, mi ricorda quanto l'aria fuori sia calda e quanto oggi debba stare attenta.

Siamo nel pieno dell'estate ed il calore che c'è in casa mi punzecchia la pelle, dei rigoli di sudore partono dalla fronte e cominciano a scendere.

Ma ho solo qualche ora prima di rinchiudermi di nuovo in casa, mio padre è già fuori a cercare qualche lavoretto saltuario, e mio fratello dovrà dormire fino al mio ritorno.

Per forza, non abbiamo altre alternative. Ci sarebbe l'ipotesi baby sitter, certo, ma quella costa troppo per chiunque.

Mi porterò con me un piccolo baby monitor e tornerò in casa se James dovesse svegliarsi.

O faccio così, oppure oggi non riusciamo a mangiare.

Ho lo stretto necessario addosso, prendo lo zaino ed esco fuori di casa il più silenziosamente possibile.

Prendo l'ascensore per non dover sudare tutta me stessa facendo sei rampe di scale, ed in un attimo sono giù.

Tantissime persone sono già scese per strada, tutte mi fanno un cenno o mi sorridono, e io faccio lo stesso. L'aria calda mi pervade il corpo e mi fa ricominciare a sudare, i capelli sono già inumiditi, la pelle torna a pizzicarmi.

Vado velocemente nel luogo in cui sono sicura di poter racimolare almeno un po' di frutta.

E' a circa tre chilometri da dove sono adesso, una macchina elettrica piena di persone mi sfreccia accanto, un'altra si ferma a poca distanza. Dal finestrino sbuca il viso di questo ragazzo, che con le dita conta "2".

– Due posti.

Davanti a me vedo un'anziana signora, due ragazzi ed una ragazza col pancione. I ragazzi si fanno indietro per far passare la signora e la ragazza, ed io faccio lo stesso.

A poca distanza vedo un'altra macchina, stavolta sono più vicina. Si ferma allo stop ma quando incrocia il mio sguardo fa uno cenno triste scuotendo la testa. Niente posti, macchina piena.

Non ho fortuna oggi. Le macchine normalmente si fermano proprio sotto la mia palazzina, poi c'è un altro posto segnalato proprio per questo. Si chiamano pit stop e servono proprio come car sharing per andare in cerca di cibo.

Perché fondamentalmente è questo che facciamo, dalla mattina alla sera. O meglio, prima che il sole sorga.

Inutile dire che mi incammino e vedo tanti altri come me patire il caldo al mio stesso modo. C'è chi si è ingegnato con ventagli, ventilatorini e quant'altro, ma questo conta poco. Io perdo solamente tempo a sventolarmi in faccia ventagli, quindi opto per soffrire ma almeno guadagnando tempo. All'interno del mio zaino c'è un coltellino ed il necessario per custodire in maniera quanto più fresca il bottino che - spero - di ottenere oggi.

– Hey Riley!

– Hey Riley!

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