capitolo 17<3

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aveva le vene dei polsi e del collo che stavano per esplodere.
era incazzato.
si vedeva da un miglio.
stavo andando verso di lui,
ma era già di fronte ad hardin.
aveva la mano attorno al suo collo.
stava stringendo.
lo avevo intuito dall'espressione di hardin.
gli fece sbattere la testa alla porta.
javon: vedo che non ti siano bastate alla festa.
hardin: ma...TU!
javon: io.
hardin: lasciami. ora.
javon fece un sorrisetto.
okay, non lo avrebbe lasciato.
stavo iniziando ad avere paura, la faccia di hardin era diventata estremamente rossa. credo che javon stava stringendo troppo.
si girò verso di me.
javon: vai in auto.
non esitai, andai in auto.
anche se non smisi di guardare una sola mossa.
javon lo piantò con la testa a terra, mettendo un piede su essa. un po' mi venne da ridere nel vedere quella scena.
gli sussurò qualcosa all'orecchio.
una notifica dal cellulare mi fece distrarre, era bianca.
«MADO COSA TI DEVO RACCONTARE,DOVE SEI?»
ah, quindi era viva. non la vedevo, ne sentivo dalla festa.
risposi al messaggio, fin quando non sentii lo sportello sbattere.
mi girai ed era javon, con un espressione completamente diversa da quella che aveva cinque minuti fa. guardai dietro di lui e vidi hardin ancora steso a terra, solo.
t/n: javon..
javon: quindi questa è casa sua.
beh, era vero.
ma non sapeva che hardin oramai era il mio fratellastro.
ora avevo il terrore di dirglielo.
ma dovevo.
assolutamente.
t/n: si.
girò lo sguardo e mise in moto.
t/n: però non è come pensi.
aveva una sola mano che stringeva il manubrio.
javon: cosa dovrei pensare t/n?
t/n: posso spiegarti.
girò lo sguardo su di me.
javon: davvero? spiegarmi? ho visto abbastanza.
t/n: javon, guarda la strada perfavore.
javon: t/n,non ti fidi di me?
guardai le vene in rilievo che aveva.
non risposi.
javon: mi vuoi dire che cazzo ci facevi a casa sua?
t/n: è il mio fratellastro.
frenò di botto.
stavo per cadere dal sedile.
lui mi prese, ma non disse una parola.
t/n: javon, lo so. l'ho scoperto letteralmente stamattina, non sapev-
javon: fratellastro.
t/n: javon.
voltai con le mani il suo volto verso di me.
t/n: jav,questa è la nostra serata. vogliamo parlare  ancora di questo o-
non mi fece neanche finire la frase che le sue labbra toccarono le mie.
mi resi conto che quello fu stato il nostro primo bacio. era stato inaspettato.
nessuno dei due si staccò.
fin quando non lo feci io per prendere fiato.
gli sorrisi, lui ricambiò.
t/n: beh, quindi dove mi porti?
javon: vuoi già saperlo?
t/n: mhh, aspetto dai.

****
javon: siamo arrivati nana.
t/n: ma la smetti?
javon: mai.
scendemmo dall'auto e javon venne dietro di me.
t/n: che stai facendo?
javon: shh.
mi coprii gli occhi con le mani.
t/n: javon?..
javon: non ti faccio cadere tranquilla.
feci una lieve risata.
stavamo salendo delle scale, inutile dire che stavo per cadere due o tre volte per quei stupidi tacchi, menomale che c'era javon.
javon: okay ora puoi vedere.
mi tolse le mani dal volto.
eravamo sulla cima di un palazzo, c'era un telo, con due drink, qualcosa da mangiare e delle candele attorno. era tutto così perfetto.
t/n: javon.. è opera tua?
javon: probabile.
t/n: oh mio dio, e quando hai avuto il tempo di farlo?
javon: perché così tante domande? andiamo dai.
mi prese la mano e mi portò verso il telo.

****
t/n: mado sono sazia.
javon: hai mangiato a stendo due tramezzini.
t/n: e ti sembra pocooo?
scoppiammo entrambi a ridere, per poi stenderci.
t/n: che belle le stelle.
javon: già.
girai lo sguardo ma lui non stava guardando le stelle, stava guardando me.
t/n: ma non le stai guardando.
javon: come? sto guardando la stella più bella.
gli diedi una piccola spinta alla spalla.
t/n: pateticooo.
sorrise.
il suo sorriso era la cosa più bella di questo mondo.
javon: guarda, sembrano le nostre iniziali.
t/n: dove?
mi prese la mano e me le indicò.
t/n: oddio, vero.
dissi girando lo sguardo con un sorriso a 32 denti.
eravamo solo io e lui, su un fottuto telo a guardare le stelle. era così semplice e perfetto.
eravamo così vicini.
questa volta presi io l'iniziativa di baciarlo.
lui mi strinse a se.
javon: volevo il nostro primo bacio qui, ma in macchina non ho resistito.
non dissi nulla, sorrisi e lo ribaciai.
t/n: javon è tutto perfetto, non so cosa dire, davvero.
javon: non dire nulla, mi basti tu, qui. con me.
passammo il resto della serata abbracciati, sotto le stelle.
quel giorno me lo sarei ricordata per tutta la vita.

lui mi stava accarezzando il viso, fin quando non sentimmo dei rumori.
t/n: cos'è?
javon: cazzo, cazzo. andiamo.
mi prese dal braccio, ci nascondemmo dietro ad una pianta, un nascondiglio migliore ce lo meritavamo però.
t/n: javon che succede?
javon: è la sicurezza, sicuro.
girai la testa e vidi una luce, era la luce di una torcia, oh cazzo.
t/n: jav-
mi bloccò la bocca con una mano.
javon: shh.
sicurezza: EHY! VOI DUE!
oh merda.
scoppiamo entrambi a ridere e iniziammo a correre verso l'uscita, mano nella mano scendemmo le scale per poi arrivare all'auto.
t/n: madonna javon, quindi inteoria non potevamo stare lì sopra?
dissi con il fiatione.
javon: inteoria.
t/n: sei pazzo.
javon: ovvio, pazzo di te.
t/n: quando la finirai? hahah
javon: dai, ora andiamo ti accompagno a casa.
t/n: jav, mi devi accompagnare all'indirizzo che ti ho mandato.
il suo sorriso svanì.
javon: stai scherzando? cioè dormi lì?
t/n: si.
javon: non credo.
t/n: cosa non credi?
javon: dormi con me.

Ai ajuns la finalul capitolelor publicate.

⏰ Ultima actualizare: May 09, 2022 ⏰

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