24 - Senso di colpa

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"Facile vincere così, è vincere facile grazie" urla col viso tutto rosso e i riccioli scuri che gli incorniciano la faccia.
"No adesso non dire che mi piace vincere facile Christian perché non ci sto" replica scocciata Carola.
"Ma è ovvio, se facciamo una gara hip hop e break non vinco facile io?"
Lei annuisce.
"E allora!" le grida diventando ancora più rosso in volto.
"Christian però calmati, c'è modo e modo si discutere" intervengo perché mi sta salendo la rabbia dal profondo del petto e mi formicolano le mani.
Mi fulmina con gli occhi "Ma sembra che parlo arabo, cosa c'è dietro difficile da capire?"
"Christian ti ho detto calmati, stai pisciando fuori dal vaso e rischi dì passare dalla parte del torto, sempre ammesso che tu un po' si ragione ce l'abbia."
"A livello di ingiustizia penso che sia la stessa cosa, mi dispiace io sostengo questo" il viso della piccola Carola si rabbuia ancor di più e cerca sostegno in me, che sono seduta un po' più lontana sulle gradinate della sala relax, dietro a Serena e Alice.
"Invece di scannarci cerchiamo si trovare una soluzione che sia equa per tutti" dice con le mani giunte, in segno si rassegnazione.
"La soluzione è che se la maggioranza dei ballerini sono d'accordo con me, si va a parlare con la produzione"
"Ora mi state facendo passare come una strega, non è che l'ho fatta io la proposta.."
"Eh ma al posto tuo io" interviene arrabbiato, e temo che stia per uscirgli il fumo dalle orecchie quasi "io avrei detto al mio maestro no, perché non è equo."

Mi viene da ridere e mi lascio sfuggire una risatina.
"Che hai da ridere tu adesso?" alza la voce voltandosi con le mani tra i capelli, verso di me.
"Innanzi tutto smetti di alzare la voce" gli rispondo peggio dì quello che vorrei, e lo lascio spiazzato, e probabilmente non solo lui ma proprio tutti quanti nella stanza. "Christian non tutti hanno il tuo stesso carattere e magari lei non voleva fare la parte della polemica, finché non si è ritrovata a dover uscire per una cosa ingiusta."
"Sì, morale della favola dovevo parlare prima e ora sono pure falsa.."
"Ma chi ha detto questo" il moro si porta le mani sul viso, e cammina avanti e indietro nervosamente.
"No, Caro, nessuno ha detto questo." rispondo a lei.
Nel frattempo Chri si è allontanato e si è messo faccia al muro.
"Però Christian non parlarmi così perché per me è pesante già la situazione, sto cercando di parlare tranquillamente e odio i litigi"
"Però scusami, se ti dico la stessa cosa dieci volte e tu non riesci a capire.. come faccio a non alzare la voce"
"Esattamente come tutti noi, basta. Parliamo da persone civili e basta." mi intrometto nuovamente, mi trapassa da parte a parte coi suoi occhi verdi e sento dentro di me che qualcosa tra noi si è definitivamente spezzato dopo questa cosa.

Ma schierarmi dalla parte dì Carola era la cosa che mi sembrava più giusta, a prescindere dall'equità o non equità della gara, ho odiato i modi con cui le si è rivolto.
Non lo avevo mai visto così, e forse questa situazione me lo farà davvero rivalutare come persona, come amico.





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"Grazie per esserci sempre, so quanto ti sia costato andare contro di lui, quindi grazie davvero." piange sommessamente sulla mia spalla, mente mi stringe in un abbraccio.
"Non mi costa mai mettermi dalla parte di chi è indifeso e far notare i modi sbagliati ad un amico. Per te poi, mai e poi mai, Carolina" sussurro stringendola e sollevandola da terra, facendola roteare intorno a me.
Ridiamo insieme.
Le voglio davvero troppo bene.

"Poi mi spieghi quando hai voglia che sta succedendo nella tua testolina" mi tira due pacchette sulla testa e sorride, il viso ancora bagnato dalle lacrime, allontanandosi verso il bagno della nostra camera.
Scuoto il capo con un mezzo sorrisetto stampato in faccia, come se ci fosse qualcosa da spiegare. Manco io so cosa mi passa per il cervello, figurati saperlo spiegare a parole a qualcun altro.



****


Le settimane successive sono piuttosto pesanti perché le gare di tecnica, soprattutto dal punto dì vista emotivo - per l'atmosfera che si crea in casetta ogni volta - sono state molto intense da affrontare.
In più ci mettiamo il serale, con le prime maglie che iniziano ad essere assegnate e la convinzione che la mia, invece, rimarrà per sempre in quel mobiletto in plastica avvolta accuratamente dalla sua bustina dorata.
È entrato pure un nuovo ballerino dì classico, Michele, un professionista già plasmalo praticamente. Assurdo, meraviglioso in poche parole, un fuoriclasse. La Celentano aveva bisogno dì quest'asso nella manica in più, come se già non avesse tra i favoriti nella sua squadra.

Alice è entrata nel team Peparini insieme a me, Dario - i due superstiti - e infine John Erik, altro acquisto bomba dell'ultimo minuto.
Ho veramente paura che Veronica decida di portare lui, a discapito mio, al serale.
Okay che non facciamo proprio lo stesso stile, ma lui è veramente impeccabile e non fa mai cose già viste o simili tra loro. Mi spaventa veramente.
Ne ho parlato con Dario e lui ha provato a rassicurarmi, un po' ci è riuscito, perché so che lui non regala complimenti ed è anche brutalmente onesto se serve. Lo stimo molto come ballerino, e anche come persona penso sia molto maturo per avere solo diciotto anni.
Vorrei avere anche solo un quarto del suo talento, mi basterebbe.

Christian scende a fare la sua esibizione, e mi accorgo che nella realtà non sono nella fabbrica di pensieri di Camilla, ma nello studio del pomeridiano di Amici di Maria De Filippi.
Lo guardo e mi sembra di non vedere la stessa persona che conoscevo fino a qualche settimana fa, lo vedo spento, giù. Questa puntata ne è l'ennesima conferma, dopo aver eseguito la coreografia che la Cele gli aveva assegnato tempo fa su "Svalutation", scoppia in un pianto liberatorio, nervoso, ansioso, distrutto.
Vedo nei suoi occhi una fragilità che non avevo mai colto, non così tanto, lo vedo proprio disperato. Anche nelle risposte che dà, per quanto fuori luogo e a tratti arroganti, sento che sono dettate da una grande sofferenza interiore e la necessità dì sfogarsi che stava ignorando da troppo.

Mi dispiace non esserci stata, mi dispiace che sia dovuto accadere in puntata, e il fatto che verrà visto da tutti a casa. In televisione.
Avevo promesso a Matti che ci sarei stata per Chri, ma non l'ho mantenuta questa promessa.
Sento il senso di colpa che si impossessa di me, che mi cresce scalpitante nel petto, fino a farmi salire in modo in gola e le lacrime agli occhi.

"Cami" la manina di Alice mi tocca un ginocchio facendomi uscire dalla trance "c'è pausa, Cami" mi ripete con la sua vocetta adorabile, quasi a chiedermi di accompagnarla un attimo a prendere una boccata d'aria.
Vorrei alzarmi ed andare da Christian, che sta seduto in disparte al suo banco adesso, ma qualcosa mi frena e non riesco a raggiungerlo.
Meccanicamente mi alzo e seguo la figura snella e minuta di Alice fuori dallo studio.




N.d.A
Buondì, spero abbiate passato un buon ponte del 25 aprile (se non avete lavorato come me)!
Forse non è il capitolo che vi aspettavate dopo quasi una settimana di assenza, però se vi va di farmi sapere come pensate che possa andare avanti la storia mi farebbe piacere.. vi sto confondendo troppo?

Il tempo di un ballo - Christian StefanelliDonde viven las historias. Descúbrelo ahora