✒️Al di là dello scudo✒️ {Twisted Wonderland}

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- Twisted Wonderland -

Se confrontata con l'aria pungente di pieno dicembre all'esterno la temperatura nella zona tropicale dell'orto botanico era estremamente più accogliente, tanto da portare l'unica anima lì dentro a togliersi il giacchetto. Si potrebbe paragonare ad un'ombra, la figura minuta che si nascondeva ai piedi degli alberi, dal viottolo in pietrisco era quasi impossibile vederla. Da quanto tempo fosse lì era difficile dirlo, senza il cellulare con sé, ma dalle spalle curve e il naso affossato nel libro aperto sulle gambe si direbbe che alla ragazza non toccasse minimamente. Anzi... ringraziava che quel libro letto infinite volte non avesse mai perso il suo fascino, che l'assorbisse completamente. Di luoghi in cui rifugiarsi il campus era pieno, ma Zhavia credeva che quello in particolare avesse una qualche sorta di proprietà terapeutica sulla sua persona, quasi quanto la piccola rimessa sgangherata di casa sua. Non esisteva paragone tra la grandezza e maestosità di quella cupola trasparente e il luogo ristretto ricavato da vecchie tavole marce, ma la sensazione di pace era pressoché identica, e tanto bastava alla ragazza per identificarlo come un luogo sicuro. L'effetto era a dir poco istantaneo, bastava restarci per meno di pochi minuti per tornare allo status quo, sebbene finisse per trascorrere lì più tempo del dovuto.

Intanto, le pagine si susseguivano le une alle altre senza che potesse accorgersene, neanche la vista del sole calante era riuscita a suggerirle che, forse, era arrivato il momento di tornare nella propria stanza. Infatti lo fissò per un attimo tra le fessure delle dita con grande noncuranza e riabbassò la testa come se nulla fosse, nella speranza che quelle scene continuassero ad intrattenerla, allontanando così quelle che, a solo pensarci, risvegliavano il formicolio allo zigomo e il bruciore alla gola. Il dolore fisico non era mai stato un problema e Zhavia non aveva alcuna vergogna nell'affermare che, ormai, ci aveva fatto l'abitudine. Era tutto il resto che, fermo a stagnare come sulla superficie di uno specchio d'acqua, era insostenibile. Se si lancia una pietra su quella patina, al contatto si dissipa e solo per poi tornare a riformasi, e così faceva anche la rabbia: la accantonava per un po' per poi vederla riaffiorare ancora. Tornare a casa, si rimproverò pesantemente, non era stata una buona idea e ancor di più lasciarsi abbindolare dal desiderio di Alma di averla lì, nell'occasione di festa. Il pretesto che spingeva la madre a restare lì, nella casa dell'orco, era introvabile... l'overblot non era stato un segnale sufficiente per convincere quella povera donna ad abbandonare una vita che, ormai, le regalava nient'altro che dolore? Invero, esisteva una cosa di cui si vergognava, qualcosa che non avrebbe mai detto ad alta voce, ma che era ben consapevole di pensare: lì, al college, era felice. Un solo pugno... l'ennesimo pugno era stato sufficiente a spazzare via tutta la forza acculata negli anni come fosse stata preda di un tifone, ricadutale addosso di colpo.

Non è neanche mio padre, cosa gli devo?

La gola ancora bruciava. Mai si sarebbe sognata di rimangiarsi quelle parole, a lungo covate e mai venute al mondo. Neanche le lacrime della sorella o lo sguardo perso della madre erano stati in grado di farla tornare suoi propri passi. Anzi, erano proprio loro che l'avevano spinta alla fuga.

Ormai chiaro che il libro e il giardino avessero perso il loro effetto rasserenante, Zhavia chiuse il libro con uno scatto del polso, nel cuore la voglia di scaraventarlo tra i cespugli. Infine lo strinse al petto, come se con quel gesto avesse potuto trarre maggior beneficio da quel vecchio tomo. Scacciando alcuni ciuffi d'erba dai pantaloncini neri, portò il volume sotto il braccio e camminando verso l'entrate si rintanò nella giacca mentre le sue piccole farfalle robotiche tornarono a stringersi intorno a lei. Calandosi il cappuccio della felpa sul viso, percorse a grandi falcate la strada fino alla sala degli specchi e corse dritta verso quello di Ignihyde. Per via del fermo invernale, il campus così come i dormitori erano a dir poco deserti e la ragazza ringraziò il cielo per non essersi imbattuta in nessuno, men che meno in uno dei propri compagni rimasti lì. Attraversato lo specchio, intravide una coppia di ragazzi che confabulavano tra loro ad un tavolo della lounge che quasi la attraversò di corsa. Al riparo nella sua stanza, si chiuse la porta alle spalle e piano si trascinò verso il bordo del letto, dove recuperò il cellulare. Comparvero all'istante un paio di chiamate da parte di sua madre e svariati messaggi di Alma, di certo preoccupata. Le rispose per evitare che il tormento la divorasse ancora di più, si limitò solo a dirle che era tornata nel dormitorio e che stava bene. Oltre a quelli, ne comparvero altri due, in una chat poco più sotto:

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⏰ Son güncelleme: Apr 29, 2022 ⏰

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