Chapter 16

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*Nota autrice*
TW: questo capitolo tratta argomenti che si riferiscono al suicidio, se siete sensibili a riguardo vi consiglio di saltarlo.
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Hyunjin's pov
Quasi non respiravo da quanto stavo piangendo ma non c'era tempo di realizzare cosa stava succedendo.

Corsi fuori di casa il più velocemente possibile e andai verso quella di Felix, non sapevo se stesse lì ma ci provai, sperandoci davvero con tutto il cuore.

Suonai. Ripetutamente. Inutilmente.

Non avevo idea di dove andare e ormai sarebbe potuto essere troppo tardi, non riuscivo neanche ad immaginarmi una cosa del genere, continuavo a piangere e a pensare, avevo un mal di stomaco assurdo e mi veniva da rimettere ma dovevo restare un minimo lucido per riflettere su dove potesse essere.

Improvvisamente mi ricordai una cosa: amava andare a vedere il tramonto nel tetto dell'edificio più alto della città, nel quale riusciva ad entrare perché era amico con il portiere.

Corsi lì, continuando a piangere e singhiozzare, sarei potuto svenire da un momento all'altro, il cuore mi batteva velocissimo nel petto.

Andai lì e chiesi a quel ragazzo se Felix poco prima fosse entrato lì, ricevendo una risposta affermativa e sbrigandomi poi a chiamare l'ascensore prima che potesse farmi delle domande, soprattutto riguardanti come ero ridotto.

Premetti sul tasto almeno 20 volte, con le scale ci avrei messo un'eternità e non c'era più tempo.

Una volta arrivato entrai e digitai sui numeri l'ultimo piano, imprecando per la lentezza dell'ascensore.

Quando si aprirono le porte uscii, dirigendomi verso l'uscita che faceva accedere al tetto.

Vidi Felix seduto sul bordo, in modo troppo sporto, mentre piangeva e guardava giù, probabilmente se fossi arrivato anche solo due minuti dopo, sarebbe stato troppo tardi.

Usai tutte le mie forze rimaste per smettere di singhiozzare e, il più velocemente e silenziosamente possibile, mi avvicinai a lui, sedendomici accanto e abbracciandolo.

Inizialmente sussultò, dato che sicuramente non se l'aspettava, poi iniziò a piangere ancora più forte ricambiando l'abbraccio.

«T-Ti prego l-lasciami andare.» disse, io gli asciugai con i pollici le lacrime «N-Non avresti d-dovuto f-fermarmi.» aggiunse.

«Smettila di dire queste cose.»

«P-Perché dovrei? C-Che senso ha continuare a v-vivere così?»

«Ti rendi conto di quello che stavi per fare?» dissi con la voce rotta, cercando un tutti i modi di non ricominciare a piangere davanti a lui, aveva bisogno di conforto e se mi fossi messo a piangere sarebbe stato ancora più male.

«D-Di quello che sto per fare, v-vorrai d-dire.» mi corresse.

«Smettila Felix, allontaniamoci dal bordo e poi torniamo a casa.»

«N-No. Perché ti preoccupi così t-tanto? Ormai mi odi, n-no?»

«Non era vero quello che ti ho detto l'altro giorno, come potrei odiarti?» dissi, incredulo del fatto che aveva creduto davvero alle mie parole.

«Smettila, m-mi stai dicendo così s-solo per farmi cambiare idea, p-poi tornerà tutto come prima. E-E lo sai b-benissimo.» Detto ciò, sciolse l'abbraccio. «M-Mi d-dispiace.» aggiunse, riportando il suo sguardo verso giù.

Prima che potesse fare qualsiasi cosa, mi misi dietro di lui e lo presi per i fianchi portandolo indietro, facendolo allontanare dal bordo e tenendolo stretto tra le mie braccia, impedendogli di fare qualsiasi movimento.

Provò a dimenarsi ma fallì nel suo intento.

Poi semplicemente si fermò, rannicchiandosi tra le mie braccia. «S-Scusami, m-mi dispiace c-così tanto.» si scusò, ancora.

«Basta piangere e basta chiedermi scusa, okay? L'importante è che non succeda più una cosa del genere e che, se dovesse succedere, ne parli immediatamente con qualcuno.»

Alle mie parole annuì ed io continuai a parlare «Torniamo a casa adesso?»

«S-Si per favore.»

Mi alzai prendendolo in braccio ed uscimmo da quell'edificio, dirigendoci verso casa mia.

———

Gli prestai una mia felpa per dormire e mi stesi accanto a lui nel mio letto, abbracciandolo; «Non volevo farti stare male, ti avevo detto che non me la sentivo di continuare perché pensavo che saresti stato male ad aspettare tutto quel tempo senza poterci vedere o sentire e ho pensato che chiudendo i rapporti sarebbe migliorato tutto...» gli spiegai.

«Sono stato male ma così è stato anche peggio. Però non è colpa tua, non potevi saperlo.»

Gli accarezza i dolcemente la schiena e rimanemmo per un po' in silenzio, poi all'improvviso disse: «Finirò rinchiuso in una clinica vero?»

Sospirai. «Non so come funziona in questi casi, però per il tuo bene questa cosa successa stasera non può rimanere tra di noi, se vorrai lo dirai agli altri ragazzi ma soprattutto, dovremo prenotare delle sedute da-» mi interruppe:
«Che mi trasferirà in una clinica, quindi, in breve, sì.»

Non risposi, sapevo che probabilmente aveva ragione ma non dissi nulla, iniziando a fargli le coccole.

Poco dopo si addormentò ed io, attento a non svegliarlo, gli lasciai dei bacini sulle lentiggini, poi sussurrai: «Ti amo anche io piccolo, e non ho mai smesso.» riferendomi alla lettera che mi aveva scritto.

Non riuscii a dormire quella notte, svegliandomi quando sentii Felix tirarsi su di scatto, sedendosi e scoppiando a piangere mentre tremava.

«Piccolo no no no è tutto okay» lo strinsi a me cullandolo tra le mie braccia, «Ci sono io qua, non piangere, va tutto bene» aggiunsi, e piano piano si calmò, continuando però a tremare.

«Ti va di raccontarmi che è successo?» gli chiesi, tenendo ancora il suo corpo stretto tra le mie braccia.

«È s-stato solo un i-incubo, non preoccuparti e grazie.»

Improvvisamente la voglia di baciarlo mi invase, ma avevo paura di rovinare tutto, se non la prendesse bene? Magari vuole del tempo. O forse non vuole più avere rapporti sentimentali con me. Pensavo. Ma alla fine, per la prima volta, decisi di mandare a fanculo tutte le mie paranoie, prendendogli il viso e baciandolo.

Con mia grande felicità subito ricambiò ed io sorrisi sulle sue labbra, facendo intrecciare le nostre dita ed accarezzandogli il dorso della mano, senza porre fine al bacio.

Felix's diary | Hyunlix Where stories live. Discover now