Francesco

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Federica pov. 

Sulla via di ritorno comincio a piovere a dirotto, per fortuna avevo l'ombrello di mia madre o sarei stata perduta, le strade erano deserte l'unico rumore udibile era il suono delle macchine o dei gatti randagi della città.dopo dieci minuti teletrasportata dallo scorrere delle gocce di pioggia e da quel silenzio quasi inquietante tornai a casa, vivevo in un piccolo appartamento al piano terra di un palazzo color rosso,in quel palazzo per fortuna vivevano solo vecchi che passavano il resto delle loro vite a letto malati aspettando che la morte li portasse via. Presi il mazzo di 3 chiavi,  identificate ognuna con un piccolo numero nero dalla borsa di pelle rigida. La chiave del cancello del palazzo era la terza, l'atmosfera era cupa, il silenzio non aiutava e continuavo ad avere la sensazione di essere osservatae proprio quando la inseri nella serratura sentì una voce alle mie spalle "Non sei cambiata di una virgola vedo" era una voce maschile, la stessa voce maschile di quel ragazzo delle rose gialle. In quella voce troppo strafottente e sadica c'era una nota di nostalgia, era una voce che Jade definiva "insopportabile" ma che allo stesso tempo faceva di tutto pur di ascoltarla, quella voce poteva appartenere solo a una persona, una persona che pensavo fosse morta uccisa da Cody o semplicemente sparita. 

Io non dissi nulla ma smissi di girare la chiave e continuai a dargli le spalle mentre lui continuava a parlare "Vedo anche che sei rinata dopo la guerra,talmente che sei rinata che ti sei dimenticata di Jade, della sua morte, di Cody e Kassandra e vedo che talmente che siamo stati importanti per te che non hai neanche pianto al funerale di Ticcy boy-" "ha un nome si chiama Tobias Erin detto Toby se devi nominarlo almeno abbi rispetto per lui e chiamalo Toby" risposi con tono gelido e freddo "se devi sputtanarmi almeno fallo bene… Francesco" dissi girandomi, non dandogli più le spalle, lo guardai dritta negli occhi, quegli occhi piccoli e scuri che avevo imparato ad odiare con tutta me stessa dopo la sua morte.Lui mi fissava con sguardo di sfida e incuriosito dal mio modo di reagire con le mani nelle tasche, sotto la pioggia con solo il cappuccio della felpa a coprirlo appoggiato a un lampione della luce. 

"E non provare a nominare la morte di Jade causata da te stronzo"

A Jade The killer's story:La rinascita dei ProxyOnde as histórias ganham vida. Descobre agora