• 1 capitolo (Jimin)

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In una tranquilla mattinata di inverno, un ragazzo stava combattendo contro la sua sveglia. Il perché? Ovviamente era perché non voleva andare a lavoro,(lavora come cameriere) non che non gli piacesse il lavoro che faceva in fin dei conti là dentro ci lavoravano tutte persone simpatiche e gentili, e lui doveva solo prendere e consegnare gli ordini che i clienti chiedevano.
Ma la sveglia alle sette non piace a nessuno.
Così Jimin si costrinse a prepararsi e ovviamente prese i soppressori, e poi andò a fare colazione e mangiò latte e fette biscottate con la Nutella, partì di casa alle 8 si fece la strada che ero solito fare ogni mattina per andare a lavoro. Arrivò al bar verso le otto e un quarto.
E ovviamente incontrò il suo migliore amico Chan.
"Hei Chan"
"Hei...
speravo ti dessi per malato, invece mi tocca ascoltare le tue stupidaggini"
"Pensavo di darmi per malato, ma poi ho pensato che ti sarei mancato troppo"
"Ma neanche per scherzo"
Nel mentre ci preparammo e ci mettemmo a ripreparare il bar (sistemare le sedie, rimontare delle macchinette) insieme agli altri dipendenti.
Verso le nove aprimmo il bar e entrarono degli studenti universitari, delle nonne con i nipoti, dei lavoratori che volevano prendere il caffè per prepararsi alla giornata che li aspettava. Nel mentre Jimin prese gli ordini, li consegno, parlava quando aveva il tempo e nel frattempo si fecero le 3. E Jimin non aveva programmi per il giorno, quindi perché non disturbare il suo migliore amico, nonché l'unica persona che lo può sopportare.
"Chan...
il mio turno finisce tra 15 minuti"
"Cosa vuoi?"
"Come sai che voglio qualcosa?"
" Sennò perché mi staresti dicendo a che ora finisci il turno. Su muoviti, che vuoi?
"Good point, comunque, che ne dici se oggi usciamo un po'?"
"Cioè tu mi stai chiedendo di sprecare il mio tempo prezioso con un idiota, più alto di me e più figo di me che fa sempre ritardo e quando parla dice solo cavolate e pensi che accetti"
"Si!?"
"Ovviamente, ma alle nove devo andare da Felix"
"Come mai?"
"Si è rotto il braccio"
"Come è successo?"
"È caduto male cercando di fare una ruota"
"Solo a me o sembra una cosa molto da Felix"
"Vero!? Pensavo di essere l'unico a pensarla in questo modo"
"Comunque i quindici minuti sono passati andiamo toglierci la divisa e filiamo via"
"Ok"
Io e Chan ci cambiammo e uscimmo dal bar, e ci incamminammo per andare al karaoke.
"Ji" mi chiamò Chan.
"Mhh?"
"Ancora a corto di soulmate"
"Si... Ma sai cosa penso che io sono un Omega senza soulmate"
"Ma che cazzate vai dicendo!"
"Vorresti dirmi che non lo hai pensato pure tu? Voglio dire di solito le persone trovano il proprio soulmate quando compiono 16 anni, e io ora ne ho 20 e ancora senza"
"E allora ciò non significa che non lo hai"
"Chissà"
"Facciamo così se a trent'anni non hai ancora trovato il tuo principe azzurro, ti presenterò qualcuno"
"Per me va bene, basta che sia simpatico e non la persona più noiosa del mondo"
Nel mentre arrivammo al karaoke dove io e Chan rimanemmo tutto il pomeriggio, cantammo tante canzoni delle BLACKPINK, dei TXT, ATEEZ, TWICE,  e ovviamente le canzoni okey,dokey e ZOO.
Dopo essere usciti dal karaoke andammo a prenderci un Bubble Tea, dove il sottoscritto rischio di strozzarsi più volte, e ovviamente il suo migliore amico se la rideva ogni volta, e faceva venire istinti omicidi, indovinate a chi? Al SOTTOSCRITTO. Verso le otto e mezza io e Chan ci salutammo, perché per arrivare da Felix ci voleva circa mezz'ora.
E per ritornare a casa a me ci voleva venti minuti, cosa che mi spaventò perché immaginate, un Omega che ritorna da solo, col sole ormai calato e con l'effetto dei soppressori ormai quasi svanito.
Quindi direi di incamminarsi subito, passai per strade conosciute, ma poi il mio cervello baggato mi fece svoltare in un vincolo isolato, dove non ci passa mai nessuno e questo per arrivare a casa prima. Ma sentii degli odori buonissimi e li seguii, cosa che mi fece svoltare nel vincolo isolato di un vincolo isolato. Come avrete capito, cosa non molto conveniente. E in lontananza vidi un gruppo credo di sei persone, che per specificare non sembravano persone brutte, ma dopo aver sentito un nome  Namjoon il mio cervello mi diceva di scappare, perché Namjoon era uno dei capi della mafia più potenti, che diventò più potente perché si unì alle famiglie Jeon, Kim (Tae, Jin), Min, Jung e presero il controllo sulle due Coree, Giappone, Thailandia e metà della Cina. Però il mio cuore diceva che erano persone per bene, quindi rimasi lì immobile come se fossi una statua aspettando che loro mi notassero, non so neanche perché, anzi probabilmente mi avrebbero pure ucciso, ma in quel momento mi sembra la cosa giusta da fare come se ne dipendesse la mia vita. Avevo un nodo allo stomaco fortissimo non so se per la paura o qualcos'altro, fatto sta che ero ancora lì immobile aspettando che mi notassero. Passarono dieci minuti e il più basso di loro mi notò, ma non ebbi paura, mi sentii protetto dal solo fatto che mi stava guardando, solo che poi anche gli altri si girarono verso di me. E sentii diversi ringhi, provenire da qualche parte, cosa che mi fece distogliere lo sguardo da quelle sei figure imponenti per capire da dove provenissero, e se la mia vita fosse in pericolo, perché sono un'idiota completo. Dopo aver smesso di guardarmi intorno notai che si stavano avvicinando, e in quel esatto momento iniziai a pregare "Okey, so che dico molte volte che io voglia morire, ma questo non significa che io lo voglia seriamente, e poi sono molto giovane ho solo venti anni, devo ancora visitare il mondo, diventare famoso, soprattutto diventare famoso, fare paracadutismo, incontrare i gorilla di montagna in Uganda, fare colazione con le giraffe al Mando di Nairobi, solvolare la Cappadocia in mongolfiera, dormire in un igloo trasparente in Finlandia, incontrare Babbo Natale a Rovaniemi, vedere le piramidi di Giza cioè non sono cose che posso fare in un minuto prima di contemplare la mia morte e comprendere che sono stato inutile in questo mondo, quindi per favore abbia un po' di pietà per questo angioletto" e questo gli diede il tempo di arrivare davanti a me, sussultai per il fatto che erano più alti di me e non di poco, e per il fatto che non volevo morire. Se prima dicevo che non avevo paura è perché stavamo a circa una distanza di sicurezza, ora non esiste più e io mi sto letteralmente pisciando addosso. All'improvviso il più alto di loro inizia parlare.
"Potremmo sapere come ti chiami?"
Perché volevano sapere come mi chiamo!? Forse così possono risalire al mio indirizzo, e scoprire come si chiamano tutti i miei amici, e ucciderli tutti così da farmi pentire del fatto di essere stato lì ad origliare, non che abbia sentito niente ero troppo concentrato a rimanere immobile, ma loro come potevano saperlo.
Quello che aveva tatuaggi su tutta la mano e forse tutto il braccio(aveva una felpa) parlò,
"Non abbiamo tutto il giorno ti muovi o no?! Come ti chiami?"
"Oh sì, mi chiamo Jimin, Park Jimin"

Spero che vi piacerà la storia
E scusate se è un po' scritta male o qualcosa è la mia prima storia bye

Jimin x BTS (Omega Verse)Where stories live. Discover now