L'estate dei miei diciassette anni

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"Chissà Pat come prenderà questa cosa" la bionda alzò un sopracciglio e tornò a guardare fuori, cercando di nascondere la poca propensione che aveva nei confronti del padre dell'amica.

"Non ho parlato con mio padre stamattina, quindi non lo so. Poi vorrei sapere perché non ti piace" il tono risoluto e leggermente aggressivo, fece digrignare i denti alla bionda.

"Lui lo sa che si è sposato una non americana? E nonostante questo è il più Repubblicano, Nazionalista e omofobo che conosco" Niv si voltò verso la mora che di riflesso a quelle parole, strinse il volante della macchina.

"Mio padre non è omofobo" le sibilò Amiee.

"Non è la giustificazione che mi hai dato ieri sera? Hai detto, aperte virgolette, mio padre non capirebbe,chiuse virgolette "

La mora sapeva che l'amica avrebbe tirato fuori l'argomento della sera prima, ma sperava solo che avesse rispettato quel momento di dolore.

"Cazzo Niv, stiamo andando a dare l'ultimo saluto a mio nonno e mi vuoi davvero rinfacciare le cose di ieri sera?"

La bionda apri la bocca, pronta a ribattere ferocemente, perché sapeva che era solo confusa, non era comunque una cosa da tutti i giorni ricevere una confessione d'amore da parte della migliore amica dopo che aveva ascoltato per tutta la sera l'ennesimo disastro amoroso in cui la mora era incappata, ritrovandosi una volta ancora impotente e sempre più innamorata di una ragazzina cocciuta che non si era mai accorta in tutti quegli anni che le iridi cerule la guardavano con tutto il sentimento che traboccava dagli angoli degli occhi. Che ci poteva fare se fosse cresciuta con suo padre che parlava male dei gay. Niente. Non ci poteva fare niente, quindi preferì recuperare il lettore cd dallo zaino blu e mettersi gli auricolari per isolarsi dai suoi pensieri, dai ricordi e dall'amica che le sedeva accanto.

"Perfetto. Ora mi ignora cosi" non era da Amiee, anzi non era da loro due quell'atteggiamento e lei odiava tutto quello.

La sera prima Niv le aveva detto che era innamorata di lei da tempo, gliel'aveva proprio urlato fuori dal locale, mentre stavano montando in macchina e la mora aveva alzato la testa, ancora sotto shock per quella pietra che le era caduta sul capo e aveva visto un'espressione che non era mai appartenuta all'amica, quella sofferenza che caratterizzava le pupille rendendole rosse e screziate con piccole venuzze, le guance tese e il labbro inferiore intrappolato fra gli incisivi premuti talmente forti che credeva che da un momento all'altro avrebbe visto il sangue sgorgare da quelle ferite.

Niv, la sua migliore amica, la sua compagna di liceo, la sua collega del college, la persona a cui confidava ogni piccolo sporco segreto, quella che le aveva asciugato le lacrime, la bionda che la faceva ridere a crepapelle per delle stronzate, era fottutamente innamorata di lei.

Ancora 80 kilometri e sarebbero arrivate a destinazione, ma la mora non poteva non pensare al suo cuore, a quel maledetto muscolo che l'aveva tradita nel momento fondamentale, perché aveva martellato sentendo quella disastrosa dichiarazione e come aveva continuato a battere durante tutta la notte, mentre si rigirava nelle lenzuola rosa pastello, sperando di non svegliare la sua compagna di stanza.

Si voltò di nuovo, per un secondo, verso la ragazza che le sedeva accanto. I suoi occhi percorsero un ciuffo biondo che era fuggito dal cerchio ferroso delle cuffie e scesero sulle orecchie piccole e poi sulle guance rosa e sulla punta del naso, cosi rotonda, finendo sull'arco di Cupido e sulle labbra sottili e rosse ciliegia.

Cazzo se era innamorata anche lei, ma aveva così paura di esprimere quello che il suo cuore cercava di comunicare dalla sera precedente, perché anche lei le avrebbe voluto urlare che provava le solite cose e che l'aveva capito già da un anno, quando il giorno del diploma Mark Phillips si era tremendamente avvicinato alla bionda sussurrandogli con un vistoso ghigno qualcosa all'orecchio e il suo sangue aveva ribollito dalla rabbia, e poi la sensazione di panico che cominciò a scorrerle nelle vene. Provava qualcosa che andava oltre l'amicizia per la sua migliore amica. E non andava bene proprio per nulla.

L'estate dei miei diciassette anniWhere stories live. Discover now