ANNI LUCE DI DISTANZA

15. Sarà la mancanza di sesso, sicuramente

La serata non è andata proprio come previsto: avevo immaginato un passo avanti di Mason e, invece, sono stata io quella che ne ha fatti mille indietro. 

La disperata voglia di sesso mi aveva fatto pensare, nei giorni scorsi, a infiniti scenari in cui il fratello della mia coinquilina si sciogliesse un po' in mia presenza. Non sapevo bene in che modo sarei riuscita a convincerlo a fermarsi a dormire da me, però ero sicura di potercela fare - Dio, Amelia, sembri una tossica in piena crisi d'astinenza. Probabilmente era così che mi sentivo, che mi sento anche ora perché in questo momento vorrei solo trovare lo sconosciuto con cui ho ballato per poterlo vedere in faccia e fargli capire che è lui che voglio, anche a costo di appoggiare la schiena sul petto di tutti gli uomini presenti, fino a trovare quello che si uniforma alla perfezione.

La verità è che l'incontro al sapore di lavanda mi ha completamente destabilizzata e ci sono voluti molti più di due shot di tequila per far sì che mi si stampasse in volto un sorriso falso e vagamente divertito. La realtà è che non ho mai smesso di pensare a lui, anche quando Mason cercava di attirare la mia attenzione con qualche frase di convenienza.

Non conoscevo nessuno dei suoi amici anche se qualcuno di loro lo avevo già visto durante le uscite settimanali - non sono brava a ricordarmi i nomi e me la cavo ancora meno nel riconoscere le facce di chi non mi interessa.

Non lo faccio apposta, è come se la mia mente fosse capace di focalizzarsi unicamente su ciò che per lei è intrigante. Per questo motivo mi ritrovo sempre a leggere libri orrendi, ma con copertine che lasciano a bocca aperta, o sono sempre uscita con uomini da togliere il fiato - almeno per me, i gusti sono gusti -, sebbene debbano limitarsi a stare zitti.

Quello che mi è capitato, che ho provato, questa sera è stato qualcosa di totalmente inaspettato, una scintilla di pura chimica che è scattata anche senza che conoscessi la sua identità. Mi è bastato sfiorare quel corpo sudato per far sì che rubasse una parte di me. Non ho mai smesso di pensare, nemmeno per un secondo, a quanto accaduto sulla pista e, dato che nessuno sembra essersi accorto di niente, sono quasi giunta alla conclusione di essermi inventata tutto.

Ho iniziato a cercare il mio sconosciuto tra la folla. Ero così scossa da fremiti di eccitazione che avrei dato tutto pur di trovarlo e portare avanti l'interessante scambio di movimenti che c'è stato fra di noi. Niente. Come può una persona svanire nel nulla?

«Tu che dici, Amelia?» percepisco il mio nome uscire dalla bocca di un viscido moro, seduto al nostro tavolo.

«Riguardo a cosa?» rispondo seccata con un'altra domanda. Lo so che non è una buona prassi - Celeste me lo avrà ripetuto un milione di volte - ma funziona sempre quando vuoi far capire all'altra persona che non te ne frega assolutamente nulla di replicare alla sua richiesta.

«Riguardo, Miss Simpatia, al fatto che domani iniziano le lezioni. Come ti senti?» continua.

«Come devo sentirmi? Bene, mi sento bene, sono solo delle stupide lezioni!» sbotto scocciata dal suo interesse verso di me che, per tutto il tempo, me ne sono stata in silenzio senza infastidire nessuno.

«Dai, tesoro, fammi un sorriso. Ci stai rovinando la serata con quel tuo muso lungo» percepisco occhi untuosi che mi squadrano ogni centimetro del corpo.

Non contento del mio comportamento, lo vedo alzarsi dal divanetto con il drink e lentamente si avvicina, invadendo il mio spazio vitale. Si accovaccia di fronte a me e, come se non fosse niente, mi posa una mano sulla coscia che, lentamente, inizia a far risalire sul pantalone. Una sensazione di disgusto pervade ogni mio singolo muscolo, mi volto verso Mason nella speranza che faccia qualcosa ma, quando noto i suoi occhi sbarrati e il corpo completamente immobile, capisco che sono da sola. Possibile che la tua reputazione con questi idioti sia più importante del prendere le mie difese?