Quinto Capitolo

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Entro nell'ufficio di Robert dopo che ho chiesto le indicazioni ad un annoiato infermiere in pausa.

Sono ancora scossa per Louis, ma voglio provare a non pensarci. Devo farlo.

Tossisco per schiarirmi la gola e mi chiudo silenziosamente la porta alle spalle. Mi guardo intorno, già pronta ad affrontare quella pesante chiacchierata, quando noto che la sua scrivania è vuota.

Mi acciglio, scrutando l'ora sul display del mio cellulare: sono le nove e mezza passate, non capisco proprio dove possa essere.

Sbuffo, ritornando verso l'ingresso decisa chiedere delle spiegazioni, quando un suono leggero mi blocca.

È una sorta di lamento molto basso, non so dire se animale o umano.

Aspetto ancora qualche secondo prima di risentirlo, più forte, provenire dalla scrivania.

Mi avvicino lentamente al mobile, aspettandomi di vedere un gatto o forse un uccello, dato che gli animali nell'edificio non sono ammessi ma la finestra della stanza è aperta.

Sporgendomi oltre il bordo in legno però, non vedo assolutamente nulla.

Inizio a inquietarmi; voglio uscire da qui in fretta.

E se chiamassi Robert al cellulare?

Questa volta un sibilo molto forte mi fa completamente raggelare sul posto, facendomi capire che il suono, decisamente non animale, proviene da sotto la scrivania.

Cercando di non fare alcun tipo di rumore e provando a tenere sotto controllo il mio respiro, giro attorno alla scrivania.

Mi porto una mano sulla bocca, trattenendo un gemito.

Ancora sangue.

Quasi ho le vertigini nel riconoscere il corpo del direttore dell'ospedale abbandonato sotto alla sua stessa scrivania, immerso in un colore rosso vivo; come se un artista folle lo avesse cosparso di tempera con le dita.

Mi precipito subito in suo soccorso, provando con forza a trascinarlo fuori dal piccolo spazio: lo sposto di poco, sentendo i suoi lamenti.

"Ok, signor Robert ora chiamo la sicurezza, o un infermiere, qualcuno che possa aiutarla davvero, però la prego di non provare a muoversi o cose simili.."

La mia voce è spezzata e tremante; sento il cuore scoppiarmi in petto e la mente completamente in confusione.

"No.."

Mi blocco ancora, sentendolo sussurrare a fatica: subito mi accovaccio davanti a lui, prendendogli una mano e stringendogliela con forza.

Noto che il suo viso è completamente pallido e gli occhi sono spenti e opachi.

Deglutisco, rivivendo l'immagine del ritrovamento di mia madre.

"La prego, mi faccia andare, lei ha chiaramente bisogno di aiuto e.."

Lui scuote faticosamente la testa, abbandonandola poi contro al ripiano della sua scrivania.

"Ho bisogno.."

Annuisco, invitandolo a continuare: un sentimento di panico mi inonda.

".. Di sangue"

Di cosa?

Non faccio in tempo nemmeno a realizzare le sue parole che lo vedo avvinghiato al mio busto, le sue fredde mani che mi graffiano e mi tirano verso di lui in modo disperato.

Inizio ad agitarmi con movimenti scomposti e, forse perchè indebolito dal sangue perso per le ferite, riesco a togliermelo di dosso e a raggiungere la parte opposta dell'ufficio, terrorizzata.

Bloody Lips [h.s.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora