L'amore

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I giorni che seguirono a quel dolcissimo appuntamento furono un giro turistico in paradiso per il più piccolo e un'andata e ritorno tra paradiso e inferno per il più grande: forse per la prima volta in vita sua, Eren si sentiva totalmente accettato per quello che era; non sentiva mai il bisogno di celare il proprio carattere effeminato quando era con Levi, anzi, sapeva che all'altro non dispiaceva affatto quella parte di lui... Era talmente felice della sua storia con quel ragazzo solo all'apparenza freddo come il ghiaccio, che non gli importava nemmeno più di essere preso di mira dal gruppetto di bulli della scuola.
Dicano quello che gli pare... a me basta avere Levi... pensava ogni volta.
Per quanto riguarda il moro, lui continuava a condurre la sua vita di sempre (tra una miriade di lavori e borseggi vari) ma ora più di una volta si trovava a contare i secondi che mancavano alle 14:00 (l'ora in cui Eren usciva da scuola) perché il moccioso aveva preso l'abitudine di venire a salutarlo sempre prima di tornare a casa... Se ci pensava, a Levi sembrava ancora strano che la presenza di un ragazzino come quello potesse rallegrargli tanto la giornata... Quando era con lui, per un momento, riusciva a dimenticare tutti i casini in cui era invischiato e a sentirsi un normale ventenne... Era certo di amarlo, senza dubbio, solo che... non erano sensazioni alle quali era abituato.
La porta del negozio si aprì, ed Eren entrò sorridendo, lo zaino appeso a una spalla sola, mandando un bacio al moro dietro al bancone.
"Ehi" fece l'altro prima di allungarsi e dargli un bacio sulle labbra. "Come è andata la scuola?"
"Bene, ma è noioso stare senza di te" rispose il ragazzo appoggiando i gomiti sulla superficie di legno e assumendo un'espressione un po' delusa tipo manga. Levi sbuffò: "Cos'è, il periodo delle smancerie? Finirai per farmi venire la nausea con tutto questo zucchero"
Eren ormai lo conosceva abbastanza bene da sapere che non c'era alcuna cattiveria nella sua battuta, ma piuttosto una specie di dolcezza: a modo suo, perfino Levi sapeva essere zuccheroso, quando voleva.
"Tra quanto stacchi?"
Il moro guardò l'orologio appeso al muro: "Una ventina di minuti, perché?"
"Ti va di venire a pranzo da me? Cucino io"
Sono proprio curioso di assaggiare un piatto fatto da lui... si scoprì a pensare il maggiore, e finì per accettare.
I due non ci misero molto ad arrivare a casa del castano, che come prima cosa posò lo zaino per poi indicare a Levi dove posare la giacca e dove fosse il bagno.
Mentre il suo ragazzo si lavava le mani, Eren prese un grembiule che di solito usava sua madre e si mise ai fornelli per cominciare a prepare un piatto di pasta al ragù.
"Mi dici dove sta la roba? Così intanto apparecchio" la voce di Levi lo raggiunge poco distante.
"Le tovagliette nell'armadietto in basso a sinistra; piatti e bicchieri sulla mensola sopra al lavandino... le posate le prendo io" spiegò il castano continuando a mescolare il sugo.
Levi apparecchiò velocemete, poi, più silenziosamente che poté, si avvicinò al fidanzato da dietro, cingendogli il corpo magro con le proprie braccia; Eren ebbe un brivido.
"Sei incredibilmente dolce con questo grembiulino addosso, sai?"
" Davvero?"
"Già..." Levi gli morse e gli leccò appena l'orecchio.
Il castano fu scosso da piccoli brividi: provava sensazioni che non riusciva a identificare.
"È pronto, comunque" disse per cercare di togliersi da quella situazione: stava cominciando a sentirsi un pochino in imbarazzo, anche se non capiva perché...
Se qualcuno li avesse visti durante quel pranzo avrebbe scommesso la prorpria vita sul fatto che stavano insieme: parlarono del più e del meno per tutta la durata del pasto, e ogni tanto Levi imboccava Eren e si divertiva a vederlo diventare subito dopo un pomodoro umano... Solo quando finirono di mangiare e fu ora di lavare i piatti, ad Eren venne in mente qualcosa: "Senti... come va con... con quella storia dei mafiosi?"
Levi ebbe un sussulto sentendo quella domanda: "Non ne voglio parlare... non oggi."
"Oh... ok..."
Fantastico, ho rovinato la giornata! Pensò il castano. Si diede dell'idiota più che mai; incassò la testa fra le spalle e si rabbuiò.
Levi se ne accorse... non voleva vederlo triste: lui era il suo amore, il suo raggio di sole... doveva essere allegro, sorridere... doveva essere luminoso, sempre.
Si portò alle sue spalle, lo prese per le braccia e lo girò verso di sé.
"Eren... Se non voglio toccare quell'argomento, è perché vorrei sentirmi, per una volta, come un ragazzo normale. Oggi voglio solo stare con te... Voglio solo te"
"Davvero non sei arrabbiato?" chiese Eren dopo un po' alzando lo sguardo.
"Certo che no..." rispose Levi, e lo baciò dolcemente. Improvvisamente, aveva voglia di lui... non solo di baciarlo... voleva tutto il suo corpo, e tutta la sua anima...
Eren percepì un cambiamento nel suo ragazzo, ma non riuscì a capirne bene la natura.
Si trovò la bocca di Levi sulla propria e il corpo stretto tra le sue braccia. Il moro prese subito a tempestarlo si baci, ma erano diversi dai soliti... Erano molto più passionali e intensi.
Dopo un po' il castano dovette affrancarsi da quelle labbra per riprendere fiato, ma gli fu dato solo un istante di tregua: Levi tornò subito a torturargli la bocca, togliendogli il respiro, spingendolo intanto verso una stanza... Quella stanza.
Oh porca miseria!
Nonostante questo pensiero, non respinse il maggiore, non lo fermò nemmeno quando insinuò le mani sotto la sua maglietta, per poi sfilargliela del tutto e scendere con la bocca al suo petto. Eren percepì le proprie guance farsi bollenti, ed era così preso dalle attenzioni che l'altro gli stava riservando che non si rese conto di essere arrivato in camera da letto finché non finì sdraiato su quest'ultimo.
Levi gli era sopra, lo sovrastava.
Questa situazione...
Lasciandosi dietro una scia di deliziosi baci, il moro scese fino all'ombelico dell'altro, dove insinuò la lingua.
Eren fremette.
è strana...
Lentamente, Levi scese con la bocca fino all'inguine del castano, verso il membro già in parte eretto, ma ancora coperto dai pantaloni, e vi chiuse sopra le labbra.
Di riflesso, l'altro si contorse piano, emettendo un gemito più stridulo e prolungato.
ma è piacevole.
Levi alzò lo sguardo e lo fissò negli occhi del ragazzo sotto di lui: erano socchiusi, annebbiati da un piacere che probabilmente non avevano mai conosciuto prima.
"È la tua prima volta" gli disse.
Non era una domanda: che Eren fosse deltutto inesperto lo si capiva dalle reazioni che aveva, sempre molto istintive; non stava cercando in alcun modo di controllarsi, semplicemente perché non riconosceva i messaggi che il corpo gli inviava... Almeno non tutti...
"Vuoi che continui?" chiese Levi.
Lo desiderava tanto da impazzire ma se l'altro gli avesse detto di smettere, se gli avesse detto che non se la sentiva, lui non sarebbe andato oltre: non aveva intenzione di forzarlo.
Eren lo guardava in maniera un po' strana; sembrava quasi che avesse paura di parlare, ma alla fine si decise: "Farà male?"
Ci volle qualche secondo perché il moro capisse a cosa si riferiva, e quando comprese, decise di essere sincero: "All'inizio sì..."
Le possibilità di venire respinto erano alte, ora più che mai, e in effetti, per un momento, il castano pensò di sfuggire a quella situazione: del dolore aveva paura... Poi però si trovò a percorrere con gli occhi i tratti del viso del compagno, e anche tutto il resto del suo corpo, così piccolo (Levi era più basso di lui) eppure all'apparenza così forte... Voleva sentire il calore di quel corpo, guardandolo lo capì... Più di quello, voleva Levi, con tutto ciò che una simile unione avrebbe comportato... Anche il dolore.
Però... non so come dirglielo...
Si vergognava di chiedergli esplicitamente qualcosa di più. Forse, però, avrebbe potuto esprimergli i suoi desideri tramite il suo stesso corpo...
Eren si sollevò, alzò le braccia verso l'altro, e, timidamente, gli sfilò la maglia, cogliendo l'occasione per baciare il suo addome e stringerlo delicatamente a sé: non aveva idea di cosa stesse facendo, ma sperava che il suo ragazzo avrebbe capito...
Fu così: sorrise, Levi, vedendo quel tentativo da parte del più piccolo di mostrargli il proprio desiderio, e non perse tempo a togliergli deltutto sia i pantaloni che l'intimo.
Scese con la mano a stringere delicatamente il membro di Eren, mentre l'altro finiva di spogliarlo.
"Sei bellissimo" sussurrò Levi, sostituendo la mano con la prorpria bocca.
Il cuore di Eren parve esplodere mentre il ragazzo gemeva e si muoveva sotto al moro; non si sa come riuscì a finire di spogliarlo, ma gli sfuggì un urletto nel momento in cui si sentì toccare tra le natiche.
"Levi... cos..."
"Va tutto bene..." lo interruppe lui continuando a toccarlo.
Eren si trovava a metà tra paradiso e inferno, tra il dolore e un piacere che minacciava di esplodere da un momento all'altro...
"Levi... non... non..."
"Vuoi che mi fermi?"
"No... è che..." Il ragazzo si vergognava troppo per dirgli chiaramente quello che voleva (era ancora una situazione troppo insolita per lui) però c'era un altro modo...
In maniera un po' impacciata, timoroso più che mai di risultare ridicolo, Eren si girò sulla pancia, e a quel punto, alzò la parte posteriore del corpo verso Levi, le gambe leggermente aperte... senza mai osare guardarlo.
Il moro rimase parecchio stupito da quel gesto, ma quando capì il suo perché e quale fosse la richiesta in esso nascosta, il suo cuore accelrò i battiti, e tutto l'amore che sentiva verso l'altro ragazzo parve esplodergli dentro: Eren era pronto tanto quanto lo era lui, ora... Non c'era più pericolo che lo mandasse via...
Lo amo, pensò il più grande.
Si avvicinò reggendogli i fianchi.
Lo amo da impazzire...
Cominciò a entrare in lui.
Eren si irrigidì sentendolo.
"Rilassati..."
L'altro ubbidì. Pochi secondi dopo gli uscirono dalla bocca gemiti di dolore, artigliò il copriletto sotto di sé.
Le dita della mano di Levi scivolarono tra le sue, districandole dalla stoffa, stringendole dolcemente.
"Sono qui, Eren"
"Lo so..."
Già, pensò Eren, lui è qui... insieme a me...
Prima di conoscere Levi, Eren non ricordava di aver mai provato un simile senso di pace... ed era la consapevolezza che l'altro lo avrebbe accettato per ciò che era, sempre e comunque, a generare quella beatitudine.
Amo Levi... con tutto il cuore.
Nell'istante in cui ammise ciò, il castano cessò ogni resistenza, sia nel corpo che nell'anima, e Levi fu totalmente in lui; non c'era più nemmeno il dolore a guastare la bellezza di quell'unione, perché venne sovrastato dall'intensità e dalla purezza dei sentimenti che i due nutrivano l'uno verso l'altro...
Levi cominciò a muoversi, ormai deltutto libero dalla paura di nuocere al più piccolo in qualche modo, ed Eren lo seguì e lo assecondò da subito... In pochi minuti il rumore del sesso riempì la stanza, mischiato agli ansiti dei due, sempre mano nella mano, desiderosi di restare uniti in ogni modo fino all'ultimo...
Tra i due, Levi era l'unico a cercare di darsi, in qualche modo, un contegno; Eren nemmeno ci provava, e gemeva e ansimava con una voce stridula che non sembrava nemmno sua.
Senza smettere di muoversi, Levi lo tirò indietro: finirono seduti sul letto, Eren in braccio a Levi, ancora intenti a spingersi l'uno verso l'altro, fin quasi a superare il limite... Il moro tornò a posare la mano sul membro del castano, la mosse più in fretta di prima... Il corpo di Eren fu invaso da un calore che il ragazzo non conosceva, così come quello del suo amante...
Vennero. Insieme. Levi soffocando i gemiti nella spalla di Eren, mentre quest'ultimo urlò il proprio piacere senza alcun pudore, fin quasi a togliersi il fiato.
Crollarono entrambi, subito dopo, ancora uniti, ancora stretti l'uno all'altro...
Avrebbero voluto non lasciarsi mai...

E anche questo capitolo è fatto finalmente! Lo so che c'ho messo di più a scriverlo, ma è perché mi sembrava un pezzo importante e volevo darvi la possibilità di figuarvelo al meglio...
Fatemi sapere se è venuto bene come speravo eh:)!
Al prossimo capitolo allora... Ciauuuuuuuu

Così diversi, eppure così similiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora