Capitolo 6

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Attenzione: uso di slur misogini ed omofobi.

In via Gaetano de Castillia numero undici, dov'era situato il così detto palazzo verticale, al quinto piano, in un appartamento di quasi duecento metri quadrati, c'era odore di sesso.

C'erano gli ansiti di due giovani anime, di mani che stringevano la carne, di gemiti acuti.

Mattia aveva la schiena inarcata e gli occhi socchiusi dal piacere, mentre, sdraiato su uno dei letti più grandi su cui fosse mai stato, si faceva prendere da dietro.
Il profumo di lavanda che impregnavano le lenzuola fresche di lavatrice si mescolavano con il sudore e lo sperma, macchiandole.

Ed allo stesso modo si macchiavano lui e Christian, abbandonandosi alla travolgente lussuria, al piacere della carne.

E Mattia si sentiva sporco, perché, con la coda dell'occhio, aveva visto in salotto un porta ritratto in cui c'era quello stesso ragazzo che stava affondando dentro il suo corpo con stoccate profonde e veloci, mentre baciava una ragazza con i capelli tinti di rosso scuro e la stringeva tra le braccia - e poi, poi c'era persino il tramonto, a fare da cornice a quell'amore sporco almeno quanto lo era lui.

Però, il biondo si ripeteva che lui di colpe non ne aveva, che non conosceva nessuno dei due.
E poi c'era Christian, che gli sussurrava indecenze all'orecchio, che gli stringeva i fianchi con così tanta forza che, probabilmente, gli sarebbero rimasti i lividi, che gli mordeva la pelle, riempiendolo di segni e di marchi, che gli sarebbero rimasti addosso per almeno una settimana.

Quello stesso Christian che, con ogni probabilità, stava tradendo la sua ragazza.

Quello stesso Christian che, dopo essersi svuotato le palle, non lo aveva neanche più guardato in faccia.
Si era alzato con un colpo di reni da quel letto king size ed era andato, ancora nudo, in bagno, lasciando la porta socchiusa.
E, mentre pisciava, si era addirittura messo a fischiettare. Aveva continuato a farlo anche quando era entrato sotto la doccia.

E Mattia aveva portato le ginocchia al petto ed era rimasto lì, rannicchiato nel letto, con le lenzuola sporche e stropicciate intorno a lui.
Aveva agguantato la prima maglia in cotone che aveva trovato sul comò e l'aveva indossata.
Senza muoversi, poi, aveva preso a guardarsi intorno. Ed era esattamente così che lo aveva trovato Christian, una volta finita la doccia e dopo essere uscito dal bagno.

Mattia lo aveva guardato. Indossava un accappatoio in spugna blu scuro ed i suoi occhi sembravano più penetranti del solito.
I ricci pettinati ed acconciati ad arte si erano afflosciati e l'orecchino con la croce che pendeva continuava ad oscillare.

"Sei ancora qui?" si era limitato a domandargli il moro, mentre gli dava le spalle ed apriva l'armadio per cercare qualcosa da indossare.

Il minore, per la prima dopo molto tempo, si era sentito in imbarazzo. Boccheggiò per qualche istante, in difficoltà, "Io-" aveva mormorato, esitante.

Ma non era riuscito a dire nient'altro, perché Christian aveva voltato il capo e lo aveva guardato, con quegli occhi talmente intensi da farlo sentire in difetto, "Ti servono soldi?" gli aveva chiesto poi, facendolo gelare sul posto.

Ti servono soldi?

Ti servono soldi?
Ti servono soldi?
Ti servono soldi?
Ti servono-

Il gelo che aveva bloccato a Mattia anche il cuore per qualche battito (ne era sicuro), si sciolse, soccombendo al fuoco.
Al rancore.

L'odore di sesso, improvvisamente, era diventata puzza.

Ti servono soldi?

Il minore rise, a metà tra il sarcastico e l'isterico, "Come, scusa? Mi hai seriamente offerto soldi?" aveva domandato retorico, marcando sull'ultima parola e concedendosi una smorfia di disgusto.

Ma al fuoco alimentato della rabbia si era contrapposto un altro strato di ghiaccio, ben più spesso rispetto a quello di prima.
Quel ghiaccio era di Christian, che lo guardava come uno sconosciuto appena incrociato per strada.
Aveva scrollato con noncuranza, "Ti volevo ricompensare con dei soldi, tu mi hai offerto una performance. E poi è meglio così - per mantenere le distanze, sai."

"Per mantenere le distanze" lo aveva smorfiato Mattia, con gli occhi sgranati dall'incredulità della situazione che stava vivendo.
Era da tempo che non si sentiva così umiliato come in quel momento.
Ancora seminudo, si era alzato dal letto ed aveva avanzato fino a trovarsi a pochi centimetri dal viso del maggiore, che lo guardava quasi annoiato.
Se possibile, ciò lo faceva infervorare ancora di più, "Sappi che non mi servono dei cazzo dei soldi per mantenere delle distanze" aveva sputato rabbioso, scandendo le parole e dicendole con lentezza, per poi continuare a parlare, "Non mi servono dei cazzo di soldi per farmi capire che hai una ragazza e che non vuoi che questa cosa si sappia. Fammi un favore ed evita di trattarmi come una puttana."

"Non puoi colpevolizzarti per considerarti come tale - fai lo spogliarellista" aveva replicato con una disgustosa tranquillità Christian, senza smettere di guardare Mattia dritto negli occhi.

Mattia, che si sentiva a dir poco oltraggiato dalla cosa, "Punto numero uno: non sono uno spogliarellista, faccio il ballerino di burlesque" aveva detto fra i denti queste parole, "E, anche se fossi uno spogliarellista, tu non avresti alcun diritto di commentare, perché non mi conosci e non sai un cazzo di me. Punto numero due: tra l'essere uno spogliarellista ed essere una troia c'è una bella differenza."
Poi, lo aveva guardato con cattiveria, "E cerca di pensare più a te stesso, frocio represso di merda."

A quel punto, persino lo sguardo annoiato del moro si era infuocato, che si era trattenuto dal prendere per i capelli il minore e sbattergli la faccia contro il muro, "Sono bisessuale" aveva scandito.
Poi, per evitare di sputargli in faccia, aveva fatto un passo indietro ed il suo sguardo si era fatto di nuovo noncurante, "Se non vuoi soldi, cazzi tuoi - magari ti avrebbero anche fatto comodo - però ora recupera quei tuoi vestiti di merda ed esci da casa mia, puttana."

La porta sbatté e si sentì il rumore dei passi di Mattia.

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Ho litigato con il mio ragazzo ieri, quindi sono abbastanza scazzata.
Quindi oggi mi sono vestita da figa, ho goduto di ogni cazzo di persona che si girava e mi sbavava dietro e sono uscita con mio cugino.

Quindi oggi mi sono vestita da figa, ho goduto di ogni cazzo di persona che si girava e mi sbavava dietro e sono uscita con mio cugino

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(diapositiva di me scazzata a bestia)

Ora, lamentele a parte, come vi sembra il capitolo? Ve l'aspettavate?

Attendo vostri commenti.

Biscottini a tuttə,
Gaia

Lollypop || Zenzonelli/Matian AUWhere stories live. Discover now