Capitolo 2

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Devo conoscere il suo nome, aveva detto.
E a Christian quasi sembrò un segno del destino quando, subito dopo aver pronunciato quelle parole, gli occhi del biondino si puntarono su di lui.

Accadde proprio questo.
E accadde anche che un altro ballerino avesse portato sul palco una sedia.
E Naughty boy, con quella sensualità che trasudava da ogni suo respiro, aveva avanzato proprio verso di lui.

Mentre Christian tratteneva il fiato, il biondo si sedeva sulle sue gambe, affondando i denti nel labbro inferiore e passando le mani fra i capelli corvini dell'altro.
Di riflesso, quest'ultimo aveva stretto la carne delle cosce abbronzate.
Avrebbe voluto marchiare quella pelle che profumava di miele e renderla sua per sempre.
Le sue mani, dalle cosce dov'erano, salirono ed arrivarono ai glutei sodi. Non riuscì a non stringerli tra le sue mani con forza, saggiandone la consistenza, ma facendo in modo che la stretta continuasse a restare presente e pressante. Voleva solo che restasse la sua impronta, una sua traccia.
Si trattenne dal gemere di piacere all'idea del biondino, seduto in quel momento su di lui, si ritrovasse con i segni delle sue mani addosso.

Naughty boy si era poi rimesso in piedi e gli aveva allungato una mano, affinché anche lui potesse fare lo stesso.
Quando furono in piedi, Christian poté notare la differenza di altezza tra lui e quel ragazzo, con il viso di un piccolo angelo ed il corpo di un diavolo tentatore e lussurioso (era piuttosto sicuro che lo avrebbe fatto cadere in tentazione), che, così come aveva desiderato giusto qualche minuto prima, non appena lo aveva visto, aveva preso a strusciare il culo - quella pesca - contro il suo pacco, per poi voltarsi e gettargli le braccia al collo, mordendo con delicatezza una piccola porzione del suo collo.
"Prendimi in braccio e riportami sul palco" gli aveva sussurrato contro l'orecchio, per poi mordergli il lobo.

Ed il più alto, come il più fedele dei soldati, già stregato da quegli occhi azzurri, aveva eseguito.
Lo prese da sotto le cosce, magre ma muscolose, glabre e quasi da ninfa dei boschi. Ed il biondo, quelle gambe, le aveva usate per circondargli la vita.
Aveva fatto questo movimento in maniera leggiadra e con la grazia di un felino.
Poi, con le braccia, gli aveva circondato il collo, per reggersi a lui.

"Come ti chiami?" gli aveva chiesto Christian, mentre saliva i gradini che lo avrebbero riportato al palco.

Naughty boy sorrise divertito, con quegli occhi puerili e maliziosi allo stesso tempo che gli facevano girare la testa.
"Sei duro" aveva constatato, virando la sua domanda.

E Christian, che questo lo aveva ben capito, aveva deciso, per il momento, di cambiare argomento, limitandosi a replicare a quell'affermazione con un sorriso divertito, "Come il marmo" gli aveva risposto, la voce pregna di lussuria.

"Vieni nel mio camerino alla fine dello spettacolo e poi, forse, ti dirò il mio nome."

Dopo queste parole, Naughty boy aveva rimesso i piedi a terra e lo aveva preso per il polso, facendolo sedere sulla sedia che era posta sul palco.
"Goditi lo spettacolo" gli aveva sussurrato con un mezzo sorriso, per poi tirare fuori la lingua e leccargli il collo.
Il moro gemette, ma quel piacere fu talmente breve che a malapena fece in tempo a goderselo.

Se c'era una cosa che Christian trovava indubbia, era che quel ragazzo facesse chissà che sport - altrimenti non si sarebbe spiegato come fosse possibile il flick all'indietro che aveva appena fatto, sul serio.

Gli aveva rivolto un altro sorriso ammiccante, accompagnato da un occhiolino, prima di rivolgersi verso il pubblico e - suppose - fare lo stesso.

La musica, poi, era cambiata. Si era fatta più calda, più suadente. Ed i movimenti circolari del bacino del biondo erano da capogiro.

Lollypop || Zenzonelli/Matian AUWhere stories live. Discover now