CINQUE.

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Simone stava sudando. Era appena uscito dalla doccia ma stava sudando. Di già. Mancavano due ore all'incontro. L'agitazione dominava il suo corpo. Non sapeva cosa fare.

Quella mattina avrebbe incontrato per la prima volta il ragazzo dall'altra parte dello schermo e lui non sapeva nulla. Non aveva idea di come comportarsi, di come salutare l'altro ragazzo, non sapeva cosa indossare. Una camicia sarebbe stata troppo? Forse una maglietta sarebbe stata più adatta. Avrebbe dovuto portargli dei fiori? Dei cioccolatini? Dopotutto era stato lui a chiedergli di vedersi, non poteva presentarsi a mani vuote. O forse sì? Sarebbe stato scortese o forse regalargli qualcosa al primo incontro sarebbe stato troppo? Simone era nella confusione più totale. Per questo, recuperò il cellulare abbandonato sul comodino e chiamò colui che gli avrebbe salvato la vita come ogni appuntamento a cui era stato.

– Aureliano luce dei miei occhi – cominciò Simone tutto pimpante, mentre dall'altra parte della cornetta qualcuno stava già sbuffando – che vuoi Simo? Aiuto dal mago dell'amore? – il tuo aiuto mi serve, ma tanto mago dell'amore non sei – e poi, come facevi a sapere che ho un appuntamento? – non fai altro che parlare di questo incontro da una settimana intera, capisci che lo sanno anche i muri di casa mia? – che poi ti vedi col tuo amico virtuale, chiamiamolo così, anche se, da come ne parli, tanto amico non mi pare. – lascia stare, mi servono dei consigli, devi aiutarmi necessariamente. Simone staccò la chiamata e sapeva già che l'amico sarebbe corso il prima possibile da lui.

Manuel, dall'altra parte di Roma, non era in una situazione tanto differente. Come Simone, non sapeva cosa indossare, non sapeva cosa dire, aveva paura di non riuscire a spiccicare parola. Non sapeva neanche il suo nome per intero. - Stupido Manuel - non sappiamo come si chiama! Mica potrai chiamarlo esse per sempre! – la coscienza di Manuel era troppo anche per lui in quel momento. Decise di iniziare a prepararsi. Avevaoptato per la sua maglia azzurra portafortuna, perché di fortuna ne aveva bisogno – forse anche troppo -con dei jeans e gli anfibi. anche perché per un appuntamento a colazione non avrebbe mica indossato un completo elegante, no? – Briciola augurami buona fortuna! – meow – grazie Briciola, sei sempre il mio fan numero uno,  anche se sei infame –

La porta che sbatte rumorosamente all'ingresso fa destare Simone dai suoi pensieri paranoici e nota l'ingresso del suo salvatore. - Simo ma che è successo qua dentro, non ti sai più vestire? – Aureliano grazie al cielo sei arrivato – devi aiutarmi sono nel panico più totale – come funzionano gli appuntamenti? Non ne ho uno da una eternità –

Aureliano armato di pazienza - perchè a volte con Simone di pazienza ce ne voleva molta -  riuscì a trovare il giusto outfit, costringendolo ad indossare una semplice maglietta bianca, dei jeans e una giacca di pelle. Cercò di domare i ricci dell'amicocon non poca difficoltà, lasciandolo andare una volta completato il suo lavoro. – ora puoi andare, rubacuori – grazie, vado che è tardi, ciao – urlando quelle parole lasciò l'appartamento.

 Simone rientrava nel tipo di persona che doveva arrivare in anticipo al luogo dell'incontro perché non gli piaceva arrivare il ritardo. Per questo motivo, stava correndo verso il bar prestabilito per aspettare l'arrivo di manu. Chissà come sarebbe stato vederlo dal vivo? Chissà che profumo usa? Chissà che effetto mi provocherà sentire la sua voce per la prima volta? – Simone smettila, sembri un maniaco, stai respirando? – per impegnare il tempo, Simone decide che vuole comprare dei fiori per manu. Perché sarebbe scortese non portarli, o forse perché lui è un inguaribile romantico e vuole dare a manu qualcosa che gli ricordi di lui dopo l'appuntamento. Per questo si decide a passare dalla signora Tina – la fioraia che lo ha visto crescere per tutta la vita – e le chiede un mazzo di tulipani rossi.Così Simone a un quarto d'ora dal fatidico incontro, aspetta manu – con non tanta pazienza – all'angolo della strada. Con ansia e con un mazzo di tulipani in mano.

Manuel è in ritardo. Lo stupido vicino gli aveva chiesto di aiutarlo con la spesa e gli aveva fatto perdere troppo tempo, rischiando anche di essere in ritardo – cosa che non voleva assolutamente accadesse –perché sì, lui era un ritardatario, ma non voleva dare una brutta impressione ad esse. Per di più al primo appuntamento. – che imbarazzo devo anche chiedergli come si chiama perché sono stupido e non gliel'ho chiesto prima – me lo dirà, ci faremo una risata e proseguiremo tranquilli. – coraggio Manuel, puoi farcelamica ti mangia, esse

Manuel è all'angolo opposto della strada, quando intravede una figura alta e estremamente riccioluta che attende qualcuno. In un batter d'occhio Manuel capisce che è il suo esse, che quella figura sta aspettando lui, così decide di avvicinarsi, lentamente. Sente le mani sudare e un sorriso sornione crescere sempre di più sulle sue labbra. La figura sentendo il rumore dei passi, decide di girarsi per scorgere manu che gli stava già sorridendo. Sorride di rimando anche lui, perché immaginava che il sorriso di manu fosse bello e contagioso, ma non così tanto.

– Ciao, sono Manuel – pronuncia il più basso appena raggiunto l'altro.

– Ciao Manuel, io sono Simone. –

Simone. Manuel pensò che era un bel nome per un ragazzo così bello. In foto decisamente non rendeva. L'obiettivo della fotocamera era incapace di catturare tale bellezza. Era contento di poter godere di quello spettacolo.

– Questi sono per te, non sapevo che fiori scegliere e ho optato per – Simone venne interrotto da Manuel – i tulipani sono i miei preferiti - pronuncia un po' imbarazzato - sono bellissimi grazie – esita un attimo prendendo i fiori nelle sue mani – Simone. -






eccoci qua!! i nostri amici virtuali si sono incontrati, finalmente. sarò onesta sono troppo contenta di averli fatti incontrare. fatemi sapere se vi è piaciuto questo incontro, ovviamente critiche e voti sono sempre ben accetti! grazie per essere arrivato fino a qui. con affetto, mary <3

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