Basta stronzate

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I giorni passavano e le acque non sembravano calmarsi, al contrario. Tenere Merle chiuso in una cella non rassicurò Glenn o gli altri, contribuì solo a creare ulteriori divisioni. Mio fratello non fece molto per appianare le divergenze: canticchiava a tarda notte e batteva sulle sbarre risvegliando chiunque fosse nei dintorni. Fummo costretti a spostarlo nell'altro blocco, lontano dagli altri. 

Gli unici che gli facevano visita eravamo io e Daryl. Quel giorno però, con terrore, scoprimmo Beth davanti alla cella. Era molto diversa da sua sorella Maggie. Beth era troppo ingenua e gentile, così tanto che Merle era riuscito ad attirarla lì. L'unica mano buona di mio fratello si era insinuata tra le sbarre, per prendere qualcosa da Beth. Non sembrava spaventata o altro, eppure, sia io che Daryl sentimmo il battito accelerare nel vederli così vicini.

- Merle! - Ringhiò Daryl, che si affrettò a raggiungere i due. Merle e Beth si voltarono entrambi a guardarci, il primo divertito e la seconda perplessa. Io li raggiunsi poco dopo, sostenuta da una stampella ma comunque rallentata dalla gamba ferita.

- Stai bene? - Le chiesi sfiorandole la spalla e lei annuì. - Gli ho portato dell'acqua. - Mi spiegò, indicando la bottiglietta che ora Merle teneva nella mano sana. La ragazzina assunse poi un'espressione colpevole, pensando forse di aver sbagliato. 

- Le stavo solo chiedendo quanti anni avesse. - Biascicò divertito Merle, facendo l'occhiolino. Vedendo la mia espressione, il sorriso di Merle si ampliò e deciso a provocare, proseguì con le sue stronzate. - Se hai più di 18 anni la prossima volta dammi anche un'altra cosa oltre all'acqua... - 

Daryl battè un pugno sulle sbarre, vicino al viso di Merle, che sghignazzò e si decise ad allontanarsi, tornando verso il suo letto. 

- Grazie, Beth. La prossima volta ci pensiamo noi. - Le sorrisi gentile e lei ricambiò, seppur turbata da quanto era appena avvenuto. Mentre la osservavo andar via, pregai che non raccontasse nulla agli altri.  Daryl estrasse la chiave della cella da una delle sue tasche e l'aprì.

- Come va la gamba? – Chiese Merle appena fummo dentro, si alzò dal letto solo per far accomodare me. Non risposi o ringraziai, limitandomi a rimanere in piedi, fissandolo con fastidio.

Lui si rivolse a Daryl. - Per caso è in quel periodo del mese? Perché non l'ho mai sopportata in quei giorni e... - 

- Chiudi la bocca. - Mormorò Daryl, rivolgendogli il mio stesso sguardo esausto. 

La mandibola prominente di Merle si irrigidì. – Ce l'avete ancora con me? Ho fatto ciò che ho dovuto. – Puntò il dito contro di noi. – Sono io che dovrei avercela con voi. Mi avete lasciato lì, su quel tetto. Ho dovuto amputarmi la mano per cercare di tornare da voi. – 

- Ti abbiamo cercato, siamo tornati indietro ma tu non c'eri! – Gridò in rimando Daryl.

Li osservai litigare tra loro, come orsi pronti ad azzannarsi. Mi presi il viso tra le mani, improvvisamente stanca. Le loro voci si interruppero e sentii i loro passi farsi vicini.  

It's only us, little sisterWhere stories live. Discover now