Ad un tratto sentii dei boati lungo il corridoio e delle urla.

" Benvenuto amico."

" Ma chi te lo ha fatto fare! "

" Che faccia da morto oh! "

Mi affacciai anche io curioso di sapere chi fosse il nuovo arrivato. Ma non mi fu tanto difficile saperlo dato che le due guardie che lo tenevano si erano piazzate davanti a me con delle chiavi in mano.

" Spostati Donovan, lui starà qui con te." Mi scansai per poi farli entrare.

Il ragazzo aveva dei capelli ricci, un po' lunghi e tirati all' insù, il tutto accompagnato da occhi verdi.

Faceva schifo.

" Styles, domani mattina ti veniamo a prendere. Ci sarà il processo per capire l' aggravato e la tua pena." Il ragazzo non parlò e si fece togliere le manette. Quasi pensai che fosse muto.

Quando le guardie se ne andarono mi voltai verso il ragazzo che in quel momento si era seduto su di una sedia a guardare il vuoto.

" Allora? Che hai combinato? " Il ragazzo alzò lo sguardo verso di me e dopo aver sorriso, in modo fin troppo falso, aprì la bocca e parlò.

" Guidavo ubriaco, sono andato contro una macchina ed ho ucciso un bambino, morto sul colpo." Spalancai gli occhi a quelle parole.

Wow. Non lo avrei mai immaginato.

" Tu? " Mi chiese lui.

" Bah. Io mi sono limitato a rapinare una banca, avevo bisogno di soldi. Mi hanno beccato ed eccomi qui, a una settimana dall' arresto, con un anno da scontare." Dissi alzando le spalle.

Non era ovviamente una cosa da nulla ma a quanto pareva c'erano persone come quel ragazzo che avevano fatto davvero di peggio.

" E ti hanno dato un anno per questo? " Annuii alla sua domanda per poi sedermi sul mio letto.

" Come ti chiami? " Chiesi io.

" Harry."

" Quindi voi due vi siete conosciuti in carcere? E perché io non ne sapevo ancora nulla? " Chiese questa volta la piccola e dolce Meredith.

" Ci stavo arrivando mia cara. Sai, il ed Harry abbiamo avuto alti e bassi, più bassi che alti a causa di tante incomprensioni, durante quell' anno. "

Erano passati due mesi dall' arrivo di Harry nella mia cella e diciamo che quel ragazzo era abbastanza lunatico. A tratti era molto simpatico e sapeva scherzare, altre volte invece era insopportabile e davvero odioso. Io ero un ragazzo fin troppo calmo ma se qualcuno mi faceva arrabbiare era un vero guaio.

Era pomeriggio ed io e lui eravamo di fuori a prendere una boccata d'aria. Dopo essere entrati nella nostra cella, Harry trovò sul suo cuscino l' ennesimo foglio a me sconosciuto.

Quel foglio non faceva altro che essere lì ogni fine settimana. Non mancava mai.

Provai un paio di volte a chiedergli cosa fosse ma lui si ordinò a rispondermi male dicendomi di farmi i fatti miei.

" Amico, ma non credi che possa essere qualcuno di qua che voglia minacciati? " Chiesi al ragazzo che, seduto sul suo letto, era intento ad aprire la lettera.

" No, non è quello. È la mia ragazza che mi scrive ogni settimana." Quasi mi meravigliai di quelle parole appena dette dal ragazzo. Non immaginavo che mi avrebbe detto di cosa parlassero quelle lettere.

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