Capitolo 5

3 0 0
                                    

Mi ficcai sotto le coperte e dopo molto tempo, riuscii a prendere finalmente sonno.




Mi svegliai e, per la prima volta dopo molto tempo, riposata. La sensazione delle coperte calde e del mio stato di dormiveglia era la cosa più piacevole del mondo.

Non volevo per nulla al mondo alzarmi, ma il mio stomaco richiedeva cibo.

Scansai le coperte e scesi le scale con gli occhi semichiusi ancora dal sonno che mi avvolgeva. Facevo gli scalini così sovrappensiero che ne mancai uno.

Cercai di aggrapparmi alla ringhiera (non so se si dice così ma vabb fate finta sia giusto) ma ormai era tardi. Caddi rovinosamente per terra cercando in tutti i modi possibili di attutire la caduta. Una volta finita la discesa mi ritrovai faccia a terra, con un dolore indescrivibile.

Sentii dei passi veloci provenienti dalla cucina che trasparivano velo di preoccupazione abbastanza percepibile. La porta della cucina si spalancò, rivelando mia zia in gonna nera fino al ginocchio e una camicia bianca.

Zia: "Tesoro che hai fatto! Ti scende addirittura del sangue dal naso!"

Istintivamente mi portai un dito vicino alle narici per verificare. Oh cavolo, stavo veramente sanguinando.

Con un movimento fulmineo, mia zia tirò fuori dalla tasca della camicetta un fazzoletto e me lo porse. Lo afferrai e me lo portai al naso per pulirmi.

Zia: "Ora devo andare al lavoro. Di là c'è la colazione e più tardi mettiti del ghiaccio in faccia."

Tu: "Resto da sola a casa quindi?"

"Lo zio arriva tra 5 minuti, è andato a prendere la tua roba da tuo padre."

Ero felice di questo. Se portava via la mia roba, voleva dire che sarei rimasta a vivere qui e di conseguenza sarei stata al sicuro.

"Allora aspetto lo zio per mangiare."

"Se lo aspetti allora metto la colazione nel microonde."

Detto questo, scappò in cucina per fare quello che aveva detto ed uscì di casa.

Ero finalmente da sola a casa e potevo riposarmi e pensare sul da farsi riguardo la "questione papà". Dovrei denunciarlo? Forse sì, ma non ne avrei il coraggio.

Mentre pensavo sentì il trillo del campanello. Corsi a vedere dallo spioncino chi era e fortunatamente era mio zio. Gli aprii e posò le grosse scatole che aveva in mano vicino al portaombrelli.

Una volta avute le mani libere, mi abbracciò forte.

Zio: "Piccoletta! È da un sacco che non ci vedevamo!" aveva il sorriso stampato in faccia.

"Hai ragione, mi sei mancato tanto sai?"

"E come fa a non mancarti uno zio stupendo come me." disse ridacchiando.

"Si zio non ti allargare, piuttosto muoviti a togliere la giacca che ti ho aspettato per fare colazione e ho fame."

Mentre ridevamo, ci dirigemmo verso la cucina. Una volta finito di mangiare, mi aiutò a portare gli scatoloni nella camera degli ospiti che sarebbe stata la mia d'ora in poi.

UN'ORA. UNA FOTTUTA ORA PER SISTEMARE TUTTO.

Ero devastata, stanca, stremata e tutti gli aggettivi esistenti al mondo.

Mi buttai sul letto e presi il mio tanto amato telefono che, dopo giorni senza averlo accesso, ci mise un sacco. Una volta funzionante, accesi i dati per controllare i messaggi. Non lo avessi mai fatto. Mi ritrovai qualcosa come 428 messaggi e 56 chiamate perse da parte di mio padre. Un brivido mi percorse la spina dorsale.

Leggo o non leggo?

Dopo minuti con questo dubbio in testa arrivò la curiosità a dissolverlo e farmi cliccare sul contatto di quello che non volevo più considerare genitore, non dopo tutto quello che ha fatto.

Papà ❤ 

Hey piccola, perché sei scappata? Ci stavamo divertendo così tanto.

Sai, mi hai fatto tanto male con quella testata. Ti dovrò punire non appena tornerai.

Lo so che è piaciuto anche a te non mentire.

Dire che stavo tremando era poco. Il mio corpo era letteralmente impostato sulla modalità vibrazione nel momento in cui mio padre mi scriveva quei messaggi.

Non volevo pensarci più, dovevo ignorarlo. Ma non prima di fare uno screen a tutto ciò che mi aveva scritto. Non si sa mai, potrebbe far comodo.

Avevo un bisogno matto di distrarmi e divertirmi. Potevo chiedere allo zio se voleva andare a pescare uno di questi giorni.

Scesi le scale (con più attenzione sta volta, non voglio rompermi il naso) e mi diressi in salotto.

Sul divano c'era uno zio selvatico in pigiama, con il giornale in mano. Decisi di fargli uno spavento, dato che mi aveva fatto aspettare tanto stamattina per mangiare. E bisogna sapere che quando si parla di cibo, sono capace di legarmi al dito per sempre certi avvenimenti.

Furtivamente mi posizionai dietro di lui, pronta a mettergli le mani sulle spalle urlando bu. Stavo con le mani a mezz'aria ma lui si girò.

Zio: "Mi avevano detto che avevi problemi, ma non pensavo così gravi"

Madonna ora lo picchio. Ma come si permette.

"Beh questa problematica voleva andare a pescare uno di questi giorni con te, ma a quanto pare dovrà andarci da sola."

"Oh non scherzare. Parliamo di roba importante."

"Allora vuoi venire a pescare o no?" chiesi sta volta seriamente.

"Hai un tempismo perfetto. Io, un mio collega e suo figlio avevamo programmato di andarci questo sabato. Potresti unirti a noi!"

Angolo autrice

Buonsalve personcine.

A quanto pare la nostra protagonista sta per incontrare una persona nuova dopo tutte quelle brutte esperienze.

Sta volta sono molta fiera, ho scritto più del solito.

Spero vi piaccia e come sempre fatemi notare gli errori.

Bye bye :)

𝑳𝒂 𝒎𝒊𝒂 𝒔𝒂𝒍𝒗𝒆𝒛𝒛𝒂 ~ 𝑵𝒂𝒎𝒋𝒐𝒐𝒏 𝑿 𝑹𝒆𝒂𝒅𝒆𝒓Where stories live. Discover now