2.

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pov.Mattia.
Sono 4 mesi ch siamo qui dentro e ne sono successe di cotte e di crude ma una cosa certa c'è.
Christian.
Nel momento del bisogno lui è sempre lì nei suoi silenzi di mille parole, con i suoi occhi verdi pieni di speranza.
A volte la notte non riesco a dormire e mi ritrovo a guardarlo fino a quando non prendo sonno. Mi mette tranquillità in ogni suo gesto.

Una sera mi sveglia quasi urlando, non ricordo neanche cosa stessi sognando ma ricordo perfettamente Christian alzarsi dal letto, mettersi nel mio e dire "ci sono io, sono qui" nel mentre mi stringeva a se. Mi sentivo così al sicuro ma di certo questo non potevo mica dirglielo.
Lo avevo da poco accettato il fatto che potessi provare qualcosa per un ragazzo. Che poi attenzione, non è un ragazzo, è il ragazzo. È Christian.

"Matti ci sei?" urlò dal salone Chri.
"Minchia è vero abbiamo una lezione insieme"
Todaro voleva farci provare un altro passo a due.
Speravo in un latino, ma avendo fatto già un boogie ho pensato subito a qualcosa di modern. Christian si fermò al bagno della sala Relax, io entrai subito in saletta.
"Ciao Matti, Christian?" mi accolse Umberto.
Umberto? Cosa ci faceva lì un professionista di latino se avremmo potuto fare un Modern?
"buongiorno..." feci un po' titubante.
Avevo una tuta grigia e una felpa altrettanto. Non proprio vestito da latino.
"...Christian è in bagno, ora arriva"
"come sei vestito?" disse entrando Todaro accennando un sorriso. "Eh ho pensato che avendo fatto un boogie ora avremmo fatto qualcosa diciamo, nel campo di Chri".
"Tranquillo Matti non è un problema" disse tranquillizzandomi.
Non avevo idea a quel punto di cosa avremmo fatto.
Christian entrò con un pantalone della tuta nera a petto nudo.
Voleva tipo farmi impazzire? Io lo avrei fatto a mia volta.
Mi sfilai la felpa e rimasi a petto nudo anche io.
Ci guardammo per qualche secondo a vicenda, restando muti.
Ci fece levare gli occhi l'uno dall'altro solo Todaro che quasi urlò "bene faremo un bel tango".
Io e lui ci girammo di scacatto verso il maestro con due facce sconcertate "UN TANGO?" dissimo all'unisono.
Christian sarebbe stato messo molto in difficoltà.
Una volta che finimmo di vedere la coreografia lo guardai e gli chiesi: "Chri, te la senti?"
"Sono entrato qui per imparare, a patto che tu mi aiuti però"
Disse guardandomi a sua volta. Certo che lo avrei aiutato.
"Matti facilitiamolo dandogli la parte dell'uomo così non servono le mezze punte" ero d'accordo.
"mi servono le scarpe, vado a prenderle" feci andando verso la porta.
"Mattia se stai attento non servono" mi disse Umberto per non perdere tempo.
Ero un po' titubante ma alla fine avevo già ballato tante volte senza scarpe. Potevo farcela.

"Quindi ve la sentite di farla? "
poteva essere imbarazzante. Era un tango pieno di contatto visivo e soprattutto fisico.
"Certo" disse però subito Christian.
Cominciammo subito a montare la coreografia su di noi. I nostri corpi si toccavano e il fatto che stavamo a petto nudo non collaborava affatto.
Le mie dita scivolavano sulla sua pelle liscia e ad un certo punto buio.
Caddi a terra.
Un dolore lancinante alla caviglia.
Christian si accasciò subito affianco a me.
"Oh che hai fatto"
Riuscivo solo a piangere e singhiozzare.
Chri mi abbraccio, mi prese fra le sue braccia e cercò di farmi rialzare. "Ce la fai? Ce la fai vero?" ripeteva.
Todaro nel frattempo aveva già capito e aveva mandato Umberto a chiamare l'ambulanza.
"Chri fermo, lascialo a terra, rischi di fargli peggio"
I suoi occhi verdi si riempirono ma non una lacrima. Non ne fece scendere neanche una. Piuttosto cercava di farmi smettere di piangere a me, accarezzandomi la mano riuscì a tranquillizzarmi ma il dolore era davvero acuto.
Entrarono i  paramedici con con la barella.
Mi portarono via.

Christian pov.
Lo portarono via.
Non potevo versare lacrime in sua presenza. Dovevo dargli forza.
Tornai in casetta, a testa bassa.
In quel momento capii che non potevo restare senza lui neanche per 1 ora.
Avevo letteralmente un vuoto dentro di me.
Entrai e Carola si accorse subito che c'era qualcosa che non andava.
"Chri... " alzai la testa rivelando gli occhi pieni di lacrime e scoppiai a piangere.
Lei venne ad abbracciarmi.
Stemmo così per un po', in silenzio per qualche secondo.
Per un instate un brivido mi percosse la schiena pensando di essere ancora fra le braccia di Mattia.
Carola mollò la presa e chiese "che è successo?"
A testa bassa risposi "Mattia si è fatto male alla caviglia". Lei asciugò le due lacrime che mi ero fatto sfuggire e non disse nulla, prese il mio borsone da terra e mi accompagnò in camera sussurrando un "stai tranquillo".

The best lifetime Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon