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Christian Pov.
Uno sguardo.
Solo uno sguardo mi è servito a capire che era lui e nessun altro.
Ma facciamo un passo indietro. Io sono Christian, ho 19 anni e vengo da Bergamo. Sono alto, snello, occhi scuri, ma alla luce sono verdi giuro, e porto i capelli  raccolti in un ciuffo. La mattina ci metto sempre una vita a farli stare fermi perché sono molto fini e neri, in genere, infatti, non ci stanno mai al loro posto. Mia mamma ha una scuola di danza in provincia e se ora sono qui agli studi Mediaset di Amici è anche merito suo e di mia sorella, che mi hanno sempre sostenuto.
"Io sono un ballerino di modern e hip hop, ma qui dentro potrei cimentarmi anche in altro, il mio obbiettivo è diventare un ballerino versatile." dissi quando la conduttrice mi chiamò in studio. Entrai senza guardarmi indietro. La gente applaudiva, non urlava, ma io vedevo solamente i giudici severi davanti a me.
Maria cominció a parlare cercando di mettermi a mio agio ma l'ansia era troppa. Non vedevo l'ora di cominciare a ballare e dimostrare cosa sapevo fare. Mi fremevano le gambe e evidentemente lei lo capì e taglio corto. "Va bene Christian siamo pronti? base"
Fini di ballare soddisfatto di ciò che avevo fatto. Nessuno aveva levato la musica e questo era già buono. Speravo nel si della Preparini che è la professoressa di modern.
"Allora Ale?" chiese Maria.
"Ha un bel potenziale ma non è quello che cerco"
Alla fine dalla Celentano non mi aspettavo nulla.
Prese parola la professoressa che mi interessava.
"No..."
Sentii palesemente il mio cuore perdere un battito.
"Non mi interessa mi dispiace"
"Raimondi che dici?"
Non ci speravo neanche. -no un professore di latino che prende uno di modern? nono sono fuori-
"assolutamente si"
Non ci credevo. Ero dentro. Le mie mani andarono in faccia.
Ero rimasto lì come un cretino. Non ci credevo davvero.
"Tieni Christian questa è la tua felpa e fai parte a tutti gli effetti della classe di amici"
Quelle parole mi sbloccarono le gambe. Strinsi la felpa con il mio nome a me e ringraziai mille volte.
Mi voltai per la prima volta verso i ragazzi già dentro e applaudivano tutti.
C'erano già un paio di nomi e tanti banchi liberi.
Mi girai verso Maria e capì che non sapevo dove sedermi. "Christian puoi metterti li davanti a Mattia"
Corsi al banco e stetti tutto il tempo cercando di realizare cosa stesse accadendo.
Fini la puntata ed erano entrati oltre a me altri ragazzi. Carola, Dario, Luigi e Alex.
Ci alzammo e ci incamminammo verso la casetta. Quella che poi sarebbe diventata a tutti gli effetti casa mia.
Il primo che si avvicinò a me fu un ragazzo poco più basso di me, biondo, occhi blu, profondi, Mattia.
"Christian vero?" mi chiese agganciando il discorso.
Aveva una voce brillante, chiara, piacevole. Una delle cose che mi ha preso subito l'attenzione è stato il suo dolcissimo accento pugliese che sfoggiava con tanta fierezza. "Si sono io, piacere" dissi stringendogli la mano che mi aveva porso.
"Ti ho visto ballare, sei molto bravo, mi piace molto il tuo stile."
"Grazie" risposi abbassando la testa e accennando un sorrisino.
Si non parlo molto, il mio modo per esprimermi è la danza. Lui lo sembrò capirlo subito e decise semplicemente di andare avanti con il discorso. "Abbiamo già una lezione con Todaro..."
"Anche tu sei di Todaro"  dissi alzando la testa curioso.
"Beh, si, sono un latinista" fece sorridendo. Potevo anche immaginarlo, portava dei pantaloni neri, larghi ma fasciati in vita, una camicia beige aperta e 2 rosari, molto belli, d'oro.
In tutto ciò eravamo arrivati in casetta, lui mi aiutò a portare le valigie in camera.
Stanza verde.
Il primo letto era vuoto, probabilmente il mio, il secondo letto c'era scritto Serena sulla coperta e terzo Dario.
Una vocina nella mia testa diceva "chiedi a Mattia di stare in camera con lui" ma la silenziai.

Alle sei io e Mattia dovevamo stare in sala tre.
Mi feci guidare da lui, io ero ancora stordito. Non riuscivo a realizare nulla, ne il fatto che ero entrato li e non riuscivo a giustificare alcuni sentimenti che cominciarono già da subito a crescere in me.
Entrammo in sala.
"Buonasera" fece il biondino.
"Buonasera ragazzi, allora?"
Tutti e due stemmo zitti. Ammutoliti. Prima volta in otto ore che vidi Mattia non saper cosa dire. "Per esempio tu Matti che sei qui da una settimana, come ti trovi?"
"Prof..." esordi lui " no, no diamoci del tu, siamo amici no?"
lui tentennò un attimo poi ricominció a parlare "io mi trovo molto bene, tranne per il fatto che essendo minorenne ho ore in meno per allenarmi..."
Era ancora 17enne? Sembrava persino più grande di me. Sia per la sicurezza con la quale parlava sia fisicamente. Sgranai gli occhi.
"Christian tutto bene" mi chiese ridendo Todaro ridendo.
"no, cioè si, non pensavo lui fosse minorenne, mi dà una sicurezza tale, sia mentre parla, sia come persona che mi fa impressione pensare che sia così piccolo..."
Si sono uno che non parla molto ma quando lo faccio e posso esprimere quello che penso lo faccio senza problemi e senza peli sulla lingua.
Mi cadde l'occhio sullo specchio che rifletteva un Mattia un po' arrossito e con la testa bassa e così sorrisi e poggiai una mano sulla sua spalla. "Vedo che c'è già un bel rapporto tra di voi... datevi una mano l'un l'altro mi raccomando. Andate buona serata ragazzi" Fini con il dire Todaro.
Cominciarono a passare i giorni e con Matti le settimane volavano.
Con lui cominciai ad avere un rapporto speciale ma non riuscivo a definire come. "Non poteva essere speciale...speciale" continuavo però a ripetermi.
Abbiamo imparato a conoscerci anche nel silenzio e dai piccoli gesti.
Per esempio lui quando sta in ansia si chiude in bagno, io ho imparato a mettermi lì fuori e ad aspettarlo. Quando è pronto per parlare esce da solo e io lo aspetterei anche per ore.

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